Roberto Saviano visto da un fumettista israeliano

Libri

di Nathan Greppi

“Per essere credibili bisogna essere ammazzati in questo paese.” A dirlo fu Giovanni Falcone, ospite del programma televisivo Babele solo quattro mesi prima di finire ucciso. Il senso di questa frase riecheggia a più riprese, a partire innanzitutto dal titolo, anche in Sono ancora vivo (Bao Publishing), autobiografia a fumetti del giornalista Roberto Saviano realizzata assieme al disegnatore israeliano Asaf Hanuka. Dall’opera è stata tratta anche una pièce teatrale, che andrà in scena al Teatro Carcano di Milano il 25 ottobre.

La graphic novel comincia raccontando la sua storia a partire dalla sua infanzia, per poi alternare in ordine sparso vari flashback della sua vita: le origini a Casal di Principe, comune nel casertano noto per ospitare alcuni dei più famigerati clan camorristi, alla pubblicazione del libro Gomorra dopo la quale gli fu affidata la scorta che lo costringe ancor oggi a non poter vivere una vita normale, fino ai fatti più recenti.

Nell’opinione pubblica italiana, Saviano viene percepito come un personaggio divisivo: o lo si ama o lo si odia. Questo perché le sue prese di posizione politiche, non solo sul crimine organizzato ma anche su altre tematiche, hanno fatto sì che in molti mettessero in dubbio il fatto che egli sia davvero un potenziale bersaglio della Camorra. E da come è stata impostata quest’opera, viene da pensare che essa sia una sorta di risposta alle tante persone convinte, anche in buona fede, che i suoi sacrifici non siano reali.

Hanuka disegna i vari capitoli in modo particolare: i flashback narrati da Saviano con personaggi in bianco e nero e sfondi colorati, mentre per le scene ambientate in tribunale e nei salotti televisivi utilizza colori vivaci. Tra le pagine del fumetto, emerge un Saviano poco conosciuto anche a chi già lo segue sui social media: si parla in particolare del rapporto con i genitori e il fratello, generalmente poco trattati. Purtroppo, non si parla delle sue origini ebraiche per parte di madre; magari sarà per la prossima volta.