Riacquistare autostima e rispetto in sette mosse. La parola a Gabrielle Fellus

Libri

di Ilaria Ester Ramazzotti

 

“Alzate lo sguardo, cambiate postura. Rinascete”. È questo l’invito che Gabrielle Fellus rivolge ai suoi lettori e ai suoi allievi, presentato il libro appena uscito La palestra dell’autostima. Sette passi per conquistare il rispetto che meriti’, edito da Sonzogno. Un invito dedicato in particolare a chi subisce soprusi, bullismo, aggressioni o violenza verbale.

Fellus, istruttrice di Krav Magadi livello expert, titolare di una palestra in centro città dedicata alla difesa, ha ideato un percorso di trasformazione personale che, attraverso esercizi mirati e efficaci, aiuterà a padroneggiare il linguaggio del corpo, a controllare lo spazio, lo sguardo e la voce, a gestire emozioni disturbanti come rabbia, ansia e paura. Condividendo la sua esperienza e quella delle persone rinate grazie al suo metodo, vi insegnerà il diritto al rispetto e vi guiderà in un percorso di autoconsapevolezza che vi trasformerà da vittime in ‘guerrieri’ di luce.

 

Autostima, prevenzione e difesa. Mai violenza

Non insegno a picchiare, ma a prevenire i soprusi attraverso le tecniche proprie delle discipline di combattimento. Ho racchiuso nel mio libro i punti focali di quello che ho imparato, selezionando gli appunti delle mie lezioni in palestra e concentrandomi sulle cose più adatte al lavoro di cambiamento di se stessi – spiega a Mosaico e Bet Magazine -. La difesa parte dalla testa, dalla consapevolezza del proprio valore e dalla capacità di riconoscere una situazione, di reagire a una aggressione, che può essere fisica o verbale. Certamente, è molto diverso reagire a una aggressione in strada, gestendo la sorpresa e il trauma, rispetto a reagire alla violenza domestica, alle molestie verbali di un collega, di un capo, di un compagno di scuola. Ma il primo passo è imparare a voler reagire, a volerci difendere, con la consapevolezza che abbiamo diritto al rispetto. Altrettanto importante è la consapevolezza che attorno al nostro corpo c’è il nostro spazio vitale che nessuno deve invadere”.

“Imparare a reagire è molto complesso, ma alla base del metodo che insegno ci sono la prevenzione, la difesa e il concetto che non dobbiamo mai rispondere con violenza agli attacchi, di qualunque tipo siano. Una cosa che comunque vorrebbe anche dire scendere al livello degli aggressori, che poi sono persone che in primis hanno dei loro problemi. Alla base di tutto c’è la visione che una persona ha di se stessa: perché un altro le fa mentalmente credere di meritare una aggressione, oppure di non valere niente? Se qualcuno pensa questo di se stesso, succederà che altri gli appiopperanno quell’etichetta e, in un certo senso, all’interno di un gruppo assumerà proprio quel ruolo. “Quando faccio lavorare una persona su se stessa, sulla sua autostima, anche accettando se stessa, riesco a farle riprendere la sua forza, sempre senza attivare violenza”.

 

La forza delle parole e il potere dell’ironia

Sulla scia della prevenzione dei soprusi, un altro importante passo è saper distinguere con quali persone si sta bene, chi ci apprezza, piuttosto che chi ci sottovaluta o addirittura ci sminuisce e non ci rispetta. Anche questo significa avere la giusta misura e considerazione del proprio valore, della propria individualità e personalità. Di più, “si devono evitare le persone che già ci hanno preso in giro, che ci hanno attaccato – evidenzia Fellus -: quando conosco il mio aggressore, devo imparare a prevenire gli attacchi e dopo a rispondere. Sono fondamentali il tono di voce, lo sguardo, la postura del corpo e saper scegliere le parole da dire.

Le simulazioni che faccio per insegnare si riferiscono a situazioni reali, per cui si impara a usare le giuste parole di fronte a un attacco verbale, che magari si ripete e si è già ripetuto. Insegno anche le battute da dire, anche usando l’ironia. Non dimentichiamo che, non a caso proprio, una frase ironica azzeccata si chiama letteralmente “battuta”. Mai sottovalutare la forza delle parole. Per questo dico sempre: ‘Ironizzate e auto-ironizzatevi’, anche nei vostri difetti. Prendetevi in giro da soli e ridete, non fate di un difetto un incubo. Alle ragazze e anche ai ragazzi chiedo se davvero vogliono farsi condizionare la vita da quello che gli altri dicono di loro. Bisogna invece piacersi per ciò che si è, accettarsi o anche migliorarci, se riteniamo”.

 

Cambiare la testa, anche quella dei bulli

“Nel metodo con cui lavoro c’è molto da fare anche sulla gestione della rabbia, che non è solo quella della vittima, ma può essere anche quella dell’aggressore o di un bullo. I bulli non hanno mai imparato a gestire la loro rabbia, così la riversano su chi hanno di fronte e spesso, perdonatemi il termine, nella loro ‘vigliaccheria’ trovano terreno fertile in chi è dolce, timido o semplicemente ben educato. In chi ha già la postura della vittima. Anche per loro, per i bulli, l’obiettivo è cambiare la testa, che in questo caso è la testa di un leader negativo. Ma ho vissuto casi di successo in cui l’ex bullo è diventato un difensore degli altri, attraverso un cambiamento straordinario. Un risultato che si raggiunge trovando la radice della rabbia e della frustrazione. Nelle scuole, come nelle aziende, servono progetti da portare avanti con continuità e metodo, cosicché i risultati arrivino. Le vittime tornano a sorridere e a ridere. Una cosa che si erano ‘perse per strada’”.

 

L’attualità e la pandemia, fra lezioni online e violenza sulle donne

“In palestra venivano da me persone di ogni età, donne e uomini, che non riuscivano più ad alzare la testa o lo sguardo. Atteggiamenti che possono derivare da traumi, presenti o passati”. Ma l’obiettivo è di imparare a dire ‘basta’ nei giusti modi. “Oggi insegno su Zoom. L’aspetto più incredibile è che durante l’epidemia ho dovuto trovare un modo per entrare nelle case di persone che soffrono e che magari hanno difficoltà a varcare la soglia di casa per venire da me: ebbene, nella confort-zone della loro abitazione non mancano mai alle lezioni”.

Per contro, “collaboro con settori a cui si rivolgono donne che subiscono realtà gravissime proprio nella loro casa, violenze domestiche, oppure stalking, che è purtroppo molto diffuso. Trovo che vi sia stato un aumento dei casi di ansia, di paura o del panico che blocca. Non vedo una diminuzione dei casi di violenza, semmai un aumento delle denunce rispetto ai casi, ma anche un miglioramento della sinergia fra le istituzioni, le strutture e i professionisti con cui collaboro. Trovo che ci sia stato un miglioramento anche della capacità di chiedere aiuto, della consapevolezza di aver bisogno, della voglia di cambiare e di uscire dal tunnel, di trovare la forza di essere se stesse, di percorrere il proprio cammino”. È così che si rinasce, che si inizia una nuova vita.

“Tenetevi pronti, allora, perché stiamo partendo per un viaggio avventuroso. E l’avventura sta nella continua ricerca del limite che ognuno ha dentro di sé e nella volontà di provare a rischiare sempre un po’ di più. È così che inizia il mio libro, ma come finisce lo direte voi – assicura Gabrielle Fellus -. Mettetevi comodi, accendete la luce e lasciate che la mia storia diventi vostra. Riflettete, guardatevi allo specchio, tirate fuori la voce e riconquistate il rispetto che meritate”!

Il libro verrà presentato online lunedì 15 marzo alle 19.00 sulla pagina Facebook di Gabrielle Fellus

 

Gabrielle Fellus, La palestra dell’autostima. Sette passi per conquistare il rispetto che meriti, Editore Sonzogno, pp. 176, euro 16,00