Lettere per la prossima generazione – introduzione

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Introduzione

Yom Kippur è il giorno per eccellenza, durante il quale rendiamo conto della nostra vita. Riflettiamo su ciò che ci è accaduto e su ciò che intendiamo fare nell’anno che inizia. Per favorire questo processo, ho annotato alcuni pensieri che possono suscitare in voi riflessioni, poiché ognuno di noi deve prendere le proprie decisioni, e nessun altro può farlo al nostro posto.

Ho riportato questi pensieri sotto forma di lettere scritte da un padre ai propri figli, che a loro volta sono appena diventati genitori, e ho scelto questo modo perché è un modo di affrontare le grandi decisioni che forgeranno il resto della nostra vita, per noi e per chi ci è vicino. Si tratta di lettere fittizie, ma gli argomenti trattati sono reali.

Non siamo tutti sposati e non tutti hanno la benedizione di avere figli; tuttavia, ognuno di noi può portare il suo speciale contributo al popolo ebraico tramite la vita che conduce e la gentilezza che mostra verso il prossimo. Rashì scriveva: “I principali discendenti dei giusti sono le loro buone azioni”. Ogni buona azione è come un figlio.

L’unica, la principale lezione di Yom Kippur è che non è mai troppo tardi per cambiare, per ricominciare e per vivere in modo diverso rispetto al passato. Dio perdona ogni errore che abbiamo commesso fintanto che mostriamo l’onestà di rimpiangerlo e di fare del nostro meglio per ripararlo. Persino se non c’è nulla che rimpiangere, Yom Kippur ci fa pensare a come usare l’anno che inizia in modo da portare benedizioni nella vita del prossimo, ringraziando Dio per tutto ciò che ci ha dato.

Che Dio benedica tutti noi per l’anno che inizia. Che possa udire e esaudire le nostre preghiere. Che possa concedere a voi, alle vostre famiglie e al popolo ebraico in tutto il mondo un anno di buona salute, pace e vita.

Rabbino Capo, Lord Jonathan Sacks

Tishrì 5770