I libri per il Giorno della memoria 2025

Libri

di Esterina Dana e Marina Gersony

 Oggi, 27 gennaio, in occasione del Giorno della Memoria, ricordiamo le vittime della Shoah e delle persecuzioni naziste. La ricorrenza di quest’anno è arricchita da una vasta selezione di nuove pubblicazioni – romanzi, biografie, saggi e libri – che offrono spunti di riflessione, collegando la tragedia della Shoah alle atrocità che segnano il nostro presente. Istituita nel 2005, questa giornata commemora il 27 gennaio 1945, quando l’Armata Rossa liberò Auschwitz, svelando al mondo gli orrori del genocidio e lasciandoci un monito che risuona drammaticamente ancora oggi.

 

 

Giugno 1940. La Francia viene occupata delle truppe del Terzo Reich.  L’avanzata nazista su Parigi scatena un esodo di milioni di persone in fuga dal regime hitleriano, tra cui esuli austriaci e tedeschi, artisti e intellettuali come Hanna Arendt, Walter Benjamin, Heinrich Mann, Franz Werfel costretti a rifugiarsi a Marsiglia. Qui Max Ernst evade dai campi di internamento, mentre Varian Fry, un giovane giornalista venuto da New York, rischia la vita per salvare i perseguitati. Con uno stile appassionante e un ritmo incalzante, Uwe Wittstock, critico letterario e saggista, ricostruisce questa odissea di artisti e intellettuali alla conquista della libertà, celebrando il coraggio di chi ha difeso l’umanità nei tempi più bui. E.D.

Uwe Wittstock, 1940. Il grande esodo della letteratura in fuga da Hitler, traduzione di Francesco Peri, Marsilio, Collana Gli specchi, 336 pagg., 20 euro

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Il libro di Frediano Sessi è la biografia di Laura Geiringer, unica sopravvissuta della sua famiglia ad Auschwitz. Dalla deportazione al ritorno a casa, attraverso il suo diario di memorie, documenti e testimonianze inedite, l’autore offre uno sguardo storico e umano, mostrando le cicatrici invisibili che accomunano i sopravvissuti. Laura emerge non solo come vittima, ma anche come testimone e narratrice di una storia di dolore, resilienza e lotta per ritrovare la normalità. Il timore di non essere creduta, il difficile ritorno alla quotidianità e il tormento dei ricordi sono elementi di una vicenda drammatica che merita di essere ricordata come significativo contributo alla memoria collettiva della Shoah. E.D.

Frediano Sessi, Quando imparammo la paura – Vita di Laura Geiringer sopravvissuta ad Auschwitz, Marsilio, 160 pagg., 18 euro

 

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Il romanzo è ambientato nel profondo Nord nel 1947. Inkeri intraprende un viaggio da Helsinki alla Lapponia per un reportage che documenti la ricostruzione post-bellica. Il suo vero scopo, però, è trovare le tracce del marito scomparso nell’ultima fase della guerra. Potrebbe scoprire la verità grazie al diario di un soldato-interprete, ma è l’incontro con una ragazzina sami e la sua comunità a rivelarle storie taciute di oppressione e sopravvivenza. In un suggestivo paesaggio polare, la protagonista affronta segreti e ingiustizie del passato in un romanzo poetico e potente che racconta la forza della memoria, il peso della storia e la possibilità di riconciliazione. E.D.

Petra Rautiainen, Terra di neve e cenere, traduzione di Sarina Reina, 304 pagg., 19 euro

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In un romanzo intenso, edito nel 2012, ora ripubblicato da La nave di Teseo, Edith Bruck esplora il tema della memoria e della testimonianza attraverso i personaggi di due donne. La protagonista, scrittrice in crisi, vive a Roma con il marito quando un incontro sconvolge la sua routine: un’anziana con il cappotto verde la riconosce come “la piccola Lea di Auschwitz”, quindi scompare tra la folla. Chi era? Ossessionata dal dubbio e dal desiderio di sanare la ferita di quell’incontro, inizia una ricerca che diventa un viaggio nel proprio passato. Con sensibilità e sapienza narrativa, Bruck racconta la storia di due donne che si cercano oltre il tempo e il trauma, affrontando il complesso rapporto tra colpa e perdono. E.D.

Edith Bruck, La donna dal cappotto verde, La nave di Teseo, collana Oceani, 128 pagg., 15 euro

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Riedito da La Nave di Teseo, il romanzo, del 2010, si ispira alla vita di Oswald Rufeisen, un giovane ebreo che, grazie alla sua conoscenza del tedesco e del polacco, lavora come traduttore per la Gestapo e riesce a salvare 300 ebrei dal ghetto di Mir, in Bielorussia. Scoperto, scampa alla fucilazione, si unisce ai partigiani, combatte i nazisti e, dopo la guerra, si converte al cristianesimo, diventando frate carmelitano. Giunto in Israele, fonda una comunità giudaico-cristiana, dedicando la sua vita al dialogo interreligioso. La narrazione, costruita attraverso una folta varietà di documenti, non è lineare, ma è avvincente per l’intreccio di molteplici voci che contribuiscono a una riflessione sulla Shoah e a una meditazione sul rapporto tra le religioni e sull’umanità stessa. E.D.

Ljudmila Ulitskaja, Daniel Stein, traduttore, traduzione di Emanuela Guercetti, La nave di Teseo, collana I grandi delfini, 640 pagg., 24 euro

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Il figlio ebreo è una confessione intensa e spudorata che evoca la Lettera al padre di Kafka. A metà tra autobiografia e narrativa, vi si intrecciano ricordi e aneddoti familiari in un racconto che oscilla tra il tragico e il comico. Il protagonista è segnato da un’infanzia difficile: padre autoritario e violento, madre distante e un senso di incomprensione che sana rifugiandosi nei libri. Il risentimento per il genitore svanisce di fronte alla sua vecchiaia e malattia, che lo inducono a prendersene cura. In questo confronto emerge un amore complesso e sofferto. Con una prosa che non cede alla nostalgia, l’autore esplora il peso della memoria e la fragile riconciliazione tra passato e presente, in un racconto che evita ogni idealizzazione dell’infanzia. E.D.

Daniel Guebel, Il figlio ebreo, traduzione di Carlo Alberto Montalto, La Nave di Teseo, collana Oceani, 144 pagg., 18 euro

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Questa è la storia vera di Fredy Hirsch, un giovane maestro e atleta ebreo che, nel campo di sterminio di Auschwitz, trasforma una baracca in scuola. Rischiando la vita ogni giorno, si dedica alla sua missione: offrire ai tanti bambini prigionieri un’illusione di normalità, insegnando loro a conservare speranza e dignità in mezzo all’orrore. I piccoli cantano, recitano, scrivono poesie, mettono in scena spettacoli teatrali e, circondati da pareti dipinte a mano con colori vivaci, imparano a immaginare di vivere senza paura. Basato su ricerche storiche e testimonianze dirette, il romanzo restituisce voce a un eroe dimenticato e ai piccoli innocenti che ha cercato di salvare. Commovente. E.D.

Wendy Holden, Il maestro invisibile, traduzione di Annalisa Carena, Piemme, 368 pagg., 19,90 euro

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Negli anni Trenta, in una Germania che brilla per la ricerca scientifica, essere una donna, per di più ebrea, significa non avere speranze. Eppure, Hedwig Kohn, Lise Meitner, Hertha Sponer e Hildegard Stücklen, quattro fisiche straordinarie, non si arrendono. Costrette a lasciare tutto, si rifugiano all’estero, sfidando la sorte. Lise scopre la fissione nucleare (anche se il merito fu attribuito solo a Otto Hahn), Hedwig migliora l’illuminazione con brevetti innovativi, Hertha fa passi avanti nella chimica, e Hildegard studia le radiazioni cosmiche. La loro intelligenza, unita al coraggio, cambierà il mondo della scienza. Un libro che racconta vite incredibili, fatte di ingiustizie, ma anche di riconoscimento, forza e speranza. M.G.

Olivia Campbell, Le ragazze della scienza. Come quattro donne sono fuggite dalla Germania nazista e hanno fatto la storia della fisica, traduzione di Simone Aglan-Buttazzi e Valeria Lucia Gili, Aboca, 438 pagg., 20,00 euro

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La mattina del 16 ottobre 1943, Roma vive uno dei momenti più drammatici della sua storia: la retata degli ebrei, che inizia alle 4.15 durante lo Shabbat, e che ha come epicentro Piazza Giudia. Mentre la morte incombe, 207 bambini, fra cui neonati, vengono portati via e quasi tutti uccisi. Ma in mezzo all’orrore, avvengono anche “miracoli”, attimi di coraggio che salvano vite. Grazie all’amore di genitori e alla generosità di sconosciuti, alcuni di loro vengono salvati riuscendo a fuggire dal camion della morte. Quei bambini, oggi nonni e bisnonni, sono testimoni di come piccoli gesti possano generare vita. M.G.

Marco Cavallarin, Gianni Carino, Scampati alla razzia. Roma, 16 ottobre 1943, Editore Biblion, collana Divulgare la storia, 92 pagg., 19,00 euro

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Il falsario di Auschwitz racconta la storia, basata su fatti reali, di Georg Gottlieb, un giovane ebreo che trova la forza di sopravvivere all’Olocausto grazie all’amore per la sua Rose. In una Praga occupata dai nazisti, Georg, tipografo e falsario, aiuta la sua amata, una comunista, creando documenti falsi per salvarla. Quando la Storia li separa, arrestati e deportati, Georg promette a Rose che ogni sera, alle 8, penseranno l’uno all’altra. Con il suo talento per la falsificazione, riesce a ricongiungersi a lei a Birkenau, arrivando addirittura a falsificare il suo tatuaggio. Ma il suo talento non passa inosservato e, presto, i nazisti vogliono sfruttarlo per un’operazione segreta. M.G.

Paul Schiernecker, Il falsario di Auschwitz, traduzione di Micol Cerato e Giulia Zappaterra, Newton Compton, 352 pagg., 9,90 euro

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Marie cresce in una casa dove il silenzio è carico di segreti. Suo padre, Jacques, medico, nasconde nel suo passato un dolore che non riesce a raccontare. Alla sua morte, Marie scopre una busta contenente lettere d’amore e una supplica misteriosa: “Non dimenticare il bambino”. Chi l’ha scritta? La risposta arriva lentamente, quando Jacques inizia a raccontare la storia dei suoi quattro “genitori”, legati da un patto di sopravvivenza fatto nel campo di Drancy, da cui partivano i treni per Auschwitz. Quattro persone che hanno amato e protetto il padre di Marie, il “bambino della nebbia e del silenzio”, destinato a sopravvivere alla follia della guerra. La promessa è una narrazione toccante che esplora il dolore, il silenzio e l’amore che attraversano le generazioni. M.G.

Marie de Lattre, La promessa. Una storia di Shoah, traduzione di Sara Arena, Edizioni Clichy, collana Gare du Nord, 208 pagg., 18,50 euro

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Nel memoir Il numero sul tuo braccio è blu come i tuoi occhi, Eva Umlauf, con il supporto della giornalista Stefanie Oswalt, ripercorre la sua storia di sopravvivenza. A soli due anni, Eva riceve il numero A-26959 ad Auschwitz, mentre sua madre, Agnes, si sente dire dai medici che la sua bambina non sopravviverà. Nonostante le atrocità del campo e i traumi che l’accompagneranno per tutta la vita, Eva riesce a sopravvivere. Cresciuta in una famiglia che evita di parlare del passato, la sofferenza interiore di Eva si manifesta in incubi e malesseri. Sarà solo grazie all’incontro con altri sopravvissuti e al sostegno del futuro marito Jakob che inizierà a ricostruire la sua identità ebraica e a fare i conti con il dolore del passato. M.G.

Eva Umlauf con Stefanie Oswalt, Il numero sul tuo braccio è blu come i tuoi occhi, Newton Compton, 288 pagg., 12,90 euro

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La memoria è un dono che ci permette di scavare nel passato e dare voce a storie dimenticate. Quando Marco Bruckner si imbatte nel diario della bisnonna Medea, scopre un capitolo sconosciuto della sua famiglia, un racconto che affonda le radici nel dramma della persecuzione degli ebrei nella Jugoslavia occupata dai nazisti. Medea, insieme al marito Carlo e ai due figli, viene strappata dalla sua vita agiata a Zagabria e costretta a vivere l’inferno della deportazione. Tra campi di concentramento e di lavoro, la sua penna annota la sofferenza quotidiana: la paura per il marito, il terrore che il figlio non sopravviva, l’incubo delle violenze. A distanza di decenni, Marco si rivolge al nonno Bruno, uno degli ultimi sopravvissuti, per ricostruire quei momenti di angoscia. E nasce così Verso destinazione ignota, un libro che non smette di insegnare il valore della testimonianza. M.G.

Marco Bruckner, Verso destinazione ignota, Solferino, collana Saggi, 176 pagg., 16,50 euro

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Roma, 1943. Nel quartiere Monti, un prete e alcune suore salvano venti bambine ebree dalla deportazione, nascondendole in una stanza segreta sotto la cupola della chiesa della Madonna dei Monti. Tra loro c’è Aida, affidata da sua madre Rachele al parroco Remo, che a sua volta era stato abbandonato dalla madre a dodici anni e divenuto sacerdote. Remo accetta la promessa di proteggere la piccola fino al ritorno di Rachele. Anni dopo, ormai anziano, scrive ad Aida per rivelarle il peso di quei mesi e di un amore impossibile. Il mantello di Rut di Paolo Rodari, giornalista e vaticanista, è una toccante storia che si ispira a fatti realmente accaduti; una storia di sacrificio, fede e protezione durante la Shoah romana, oggi in libreria per Feltrinelli. M.G.

Paolo Rodari, Il mantello di Rut, Feltrinelli, collana Fluo, 144 pagg., 15, 20 euro

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C’è una casa a Selvino, sulle Prealpi bergamasche, di nome Sciesopoli. Nel dopoguerra fu il rifugio di circa 800 bambini orfani ebrei scampati alla persecuzione nazista. Questa è la storia di Nina e del suo viaggio nella Casa di ritorno al futuro, una colonia costruita in epoca fascista, ma che, per ironia della sorte, finì per ospitare le sue vittime. Nina ne lascia testimonianza alla nipote Ariel in un diario. Sono gli anni tra  il 1945 e il 1948. Nina vi giunge in fuga dai nazisti dopo aver perso tutto. Insieme a lei ci sono altri ragazzi e ragazze reduci dai ghetti e dai campi di concentramento. Qui sono accolti da Moshe Zeiri, soldato della Brigata ebraica, direttore della casa-comunità,. Sull’esempio di Janusz Korczak, il pedagogista e medico polacco di origine ebraica morto a Treblinka, si impegna a restituire loro una speranza nel futuro. Tra gli ospiti c’è la silenziosa Klara, che diventerà la migliore amica di Nina, e Vittorio, un ragazzo del vicino paese di Selvino, con cui vivrà il suo primo amore. Qui gli orfani imparano a convivere e collaborare al di là della loro provenienza e della diversità della lingua. L’obiettivo è farli giungere in Israele dove stanno nascendo i primi kibbutzim, pertanto si fortificano con la ginnastica, studiano l’ebraico, condividono le camerate, la sala da pranzo e le più diverse attività. Qui cominciano a credere che una nuova vita sia possibile, nonostante tutto, e ritrovano la gioia di vivere, la speranza e una nuova fiducia negli esseri umani. Il romanzo, dalla narrazione delicata e commovente, ispirato a una storia vera, offre ai giovani un esempio di resilienza e di solidarietà.

Oggi, la Casa di Sciesopoli è diventata il  MuMeSE, il Museo Memoriale Sciesopoli Ebraica, in memoria dei bambini sopravvissuti alla guerra e alla Shoah. La loro storia ricorda che la rinascita è possibile nei momenti più difficili, anche dopo la tragedia. E.D.

Lorenza Cingoli, Casa libera tutti. I bambini di Sciesopoli sopravvissuti alla Shoah, Salani editore, pagg. 144, 13,90 euro.