Bambini rapiti, bambini contesi, conversioni forzate: una vergogna attraverso i seocli

Libri

di Esterina Dana
Il testo raccoglie e integra gli atti del convegno organizzato dall’Associazione Italiana Amici dell’Università di Gerusalemme,  svoltosi il 20 novembre 2024 presso l’Auditorium della Fondazione Memoriale della Shoah-Binario21. Il testo esamina la pratica dei battesimi forzati e delle conversioni coatte dei minori ebrei, una vicenda che attraversa i secoli, dall’età moderna fino a quella contemporanea, che costituisce una ferita ancora aperta della storia religiosa e civile. (Nella foto, una scena del film Rapito di Marco Bellocchio sul caso Mortara).

 

Uscito ai primi di settembre, il volume Bambini rapiti, bambini contesi. Battesimi forzati e fratellanza umana. Con un appello al Pontefice è una collettanea curata da Elisa Bianchi ed Elèna Mortara. Raccoglie e integra gli atti del convegno organizzato dall’Associazione Italiana Amici dell’Università di Gerusalemme, svoltosi il 20 novembre 2024 presso l’Auditorium della Fondazione Memoriale della Shoah-Binario21.

Il testo esamina la pratica dei battesimi forzati e delle conversioni coatte dei minori ebrei, una vicenda che attraversa i secoli, dall’età moderna fino a quella contemporanea,  che costituisce una ferita ancora aperta della storia religiosa e civile.

Voci nazionali e internazionali, laiche e religiose affrontano il tema con rigore storiografico e pluralità di approcci disciplinari: storico, teologico, giuridico e psicologico.  La vicenda emblematica di Edgardo Mortara, rapito a Bologna nel 1858 e mai restituito alla famiglia ebraica d’origine, è tornata al centro di un’ampia risonanza pubblica, anche in virtù del film Rapito di Marco Bellocchio (2023). Inoltre, ha contribuito a suscitare la riflessione sulle implicazioni di tale pratica controversa e sul persistente impatto normativo e culturale dei codici civili e religiosi, che rendono lecito battezzare un bambino non cattolico contro la volontà dei genitori; nello specifico, il Codice di diritto canonico (can. 868 §2) (1983), che contiene ancora oggi disposizioni in materia. Pur presentate dalla Chiesa come tutela spirituale dei minori, tali pratiche costituirono una forma di violenza religiosa e culturale, fondata sulla soppressione dell’identità ebraica e su un uso distorto dell’idea di libera scelta.

Le ricerche storiche di Marina Caffiero, David Kertzer e Roberto Benedetti indicano la continuità tra età moderna e contemporanea nel fenomeno delle conversioni forzate degli ebrei. Dalla Casa dei catecumeni del Cinquecento alla corsa al battesimo sotto il fascismo, la Chiesa e le istituzioni politiche hanno spesso usato il battesimo come strumento di potere, controllo e discriminazione, trasformando l’atto religioso in un mezzo di coercizione e negazione dell’identità ebraica.

Claudio Procaccia ha ricostruito le strategie di sopravvivenza degli ebrei romani durante l’occupazione nazista, evidenziando il contrasto tra solidarietà e tradimento nella società italiana. In una prospettiva teologico-giuridica, Matthew Tapie critica il canone 868 §2 del Codice del 1983, ritenendolo incoerente con gli insegnamenti del Concilio Vaticano II sulla libertà religiosa e con lo ius naturalis di Tommaso d’Aquino, di cui è profondo conoscitore. Entrambi gli autori mettono in luce le tensioni tra fede, potere e libertà di coscienza, mostrando come la religione possa essere strumento sia di salvezza, sia di coercizione.

Il contributo di Cristiana Cianitto e Paolo Inghilleri intreccia tre prospettive complementari: giuridica, simbolica e psicologica. La prima, definisce il battesimo come atto di appartenenza giuridica (che segna l’ingresso nella comunità) e religiosa (che implica una scelta volontaria). Il secondo, esplora il trauma psicologico delle conversioni infantili forzate, ovvero la frattura identitaria generata dalla separazione dal nucleo familiare e dal passaggio a una fede imposta.

Rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma, offre una prospettiva ebraica. Evidenzia la profonda distanza tra la conversione ebraica (ghiurosaico) e il battesimo cristiano: nell’ebraismo non può esistere coercizione, la conversione è valida solo se volontaria e consapevole e i minori possono ripensare la scelta una volta adulti.

Il volume si conclude con un accorato appello di Elèna Mortara, discendente di Edgardo Mortara. Rivolgendosi a Papa Leone XIV, invoca i principi di fratellanza universale, legge naturale e libertà religiosa, richiamandosi  alle dichiarazioni del Concilio Vaticano II; denuncia l’anacronismo di un canone che consente ancora oggi battesimi senza consenso, in contrasto con i valori proclamati dall’enciclica Fratelli tutti (2020); invita la Chiesa ad una riforma teologica e normativa che superi definitivamente ogni residuo di coercizione religiosa, come  segno concreto di riconciliazione etica e dottrinale. Infine, chiede che la Chiesa cattolica riconosca definitivamente l’uguaglianza spirituale di tutti gli esseri umani e il diritto dei genitori a scegliere il cammino di fede dei propri figli.

 

 

Bambini rapiti, bambini contesi. Battesimi forzati e fratellanza umana. Con un appello al Pontefice a cura di Bianchi Elisa, Mortara Elèna, Guerini e Associati, 2025, 176 pp., 21.00 euro