GECE 2023. Moda e Bellezza: il contributo del mondo ebraico

di Michael Soncin
“Look at me, I’m a beautiful creature…”. Con queste parole racchiuse nella frizzantissima canzone Toy, la cantante Netta Barzilai vinceva per Israele nel 2018 l’Eurovision Song Contest. “Wonder woman don’t you ever forget. You’re divine and he’s about to regret”. Sono parole che vogliono diffondere (anche) un concetto di bellezza, che va oltre il termine stesso, mirando ad una sicurezza personale, ad una propria indipendenza, libera dai condizionamenti e dagli stereotipi.

 

Le calzature Coffee Porcelain di Kobi Levi

Quell’esibizione è stata davvero elettrizzante, come del resto lo erano le calzature che lei stessa indossava, disegnate da Kobi Levi, lo stilista delle celebrità. Lui e le sue creazioni, a volte caratterizzate da accenti magrittiani, saranno uno dei punti della conferenza dedicata alla Moda, che si terrà domenica 10 settembre alle 15:00, al Museo della Scienza e della tecnologia di Milano, in occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica, il cui tema per la  XXIV edizione ha scelto quello della Bellezza.

Dovremmo saperlo, la bellezza non ha età, la bellezza è senza generi, sia femminile che maschile, la bellezza è presente all’interno e all’esterno di noi. Va coltivata. Proprio l’ebraismo dice che il nostro corpo è la casa dell’anima, in cui viene soffiato lo spirito vitale: bisogna quindi prendersene cura. Una persona capace di incarnare questi ideali è stata senza ombra di dubbio la leggendaria Helena Rubinstein, a tal punto da essere definita l’Imperatrice della Bellezza grazie alle sue innovative preparazioni cosmetiche, maturate nell’ampolla del Ghetto di Cracovia, da cui agli inizi del Novecento partirà per andare alla conquista del pianeta.

Hed Mayner, collezione autunno-inverno 2018/2019

Da una pioniera appartenente ad una famiglia ortodossa, ci spostiamo ad uno stilista il cui abbigliamento, per l’appunto della tradizione sartoriale ebraica, è l’ispirazione portante delle sue collezioni, a tal punto da fargli vincere nel 2019 il prestigioso Lvmh Karl Lagerfeld Prize. È Hed Mayner, ormai tra i protagonisti delle passerelle di Parigi, dove possiamo notare il chiaro riferimento – per citarne alcuni – al talled, o al beketshe, il lungo cappotto indossato dai chassidim (nella foto in alto).

Ha tolto una -t dalla fine del nome, ricordando poi, che secondo l’ebraismo, quando cambi il tuo nome, cambi il tuo destino: Alber Elbaz è destinato probabilmente ad essere annoverato come uno dei più grandi stilisti che Israele abbia avuto. Come una fenice ha fatto rinascere dalle ceneri il marchio di Lanvin. Raro trovare un abito in grado di sintetizzare ironia ed eleganza al tempo stesso. Lui ci è riuscito. Una leggerezza che è uscita dai suoi disegni, resi saturi dal colore magico dei suoi pennarelli.

Chic in Black and White, Illustrazione di Talia Zoref

La moda è infatti una bellezza rappresentata anche attraverso le illustrazioni, come quelle dai toni pulsanti realizzate ad acquerello da Talia Zoref, disegnatrice abilissima nel catturare dalle sfilate di Milano e New York, l’essenza di un abito alla velocità di un flash. Se guardiamo ancora più indietro c’è chi è stato capace di coniugare illustrazioni, abiti e arte, al tempo stesso. Quella persona è l’artista di origini ucraine Sonia Terk Delaunay. Ma non dimentichiamo che c’è anche la fotografia, e se c’è una che ha saputo dare immagine alla poesia, quella è stata Annie Leibovitz, un genio dello scatto.

Altra visionaria è stata Gaby Aghion. Dalla nativa Alessandria d’Egitto arriverà a Parigi fondando Chloé. Pensate, di lei si dice che – senza saperlo allora – abbia inventato il pret-à-porter di lusso. Impossibile parlare di moda senza ricordare Levi Strauss, che partendo dall’Europa, col suo bagaglio di giudeo-tedesco, è andato in America, dando al mondo intero il blue jeans. Un lungo viaggio che arriva fino ai nostri giorni e approda a Sonovia, azienda con sede a Ramat Gan, complice per aver rivoluzionato la tintura dei filati, come il denim, divenendo un modello globale in termini di ecosostenibilità. Perché sì, la bellezza passa anche da un pianeta in salute.

Insomma “moda” in tutte le declinazioni. Quante volte abbiamo sentito e adoperato questa parola? Ma siamo sicuri di conoscerne il suo significato? Uno che ha saputo spiegarcelo bene c’è stato e si chiamava Georg Simmel.

Ospiti dell’evento: Luigi Caccia, Ceo di Pure Denim; Giulia Crivelli, Fashion editor, Sole24Ore – HTSI (How to spendi t); Virginia Hill, Senior Lecturer in History of Dress and Fashion presso Istituto Marangoni.

Alber Elbaz per Lanvin, Particolare sfilata 2012, Foto di Mark Leibowitz