di Pietro Baragiola
Mercoledì 15 gennaio l’Anteo Palazzo del Cinema di Milano ha ospitato l’anteprima nazionale di Simone Veil – La Donna del Secolo, il nuovo film di Olivier Dahan che in Francia ha ottenuto uno straordinario successo, superando i 20 milioni di euro al botteghino.
In arrivo nei cinema italiani il 27 gennaio in occasione del Giorno della Memoria, il film racconta la vita della prima donna presidente del Parlamento Europeo dalla sua infanzia a Nizza, alla deportazione da ragazza nel campo di sterminio di Auschwitz fino a raggiungere i vertici della carriera politica negli anni ’80 lottando per i valori del femminismo e dell’egualitarismo.
La serata è stata organizzata dall’Associazione Figli della Shoah la cui presidentessa Daniela Dana Tedeschi ha presenziato all’evento introducendo come ospite d’onore la nipote di Simone, Isabelle Veil, che vive in Italia da qualche anno.
“Sono molto contenta di essere qui con voi stasera insieme alle mie due figlie” ha spiegato Isabelle prima della proiezione. “Questo film per me è molto importante perché ha il compito di sensibilizzare le nuove generazioni facendo capire come il percorso personale e famigliare di mia nonna, prima e dopo la deportazione, abbia segnato la sua vita portandola a cambiare il volto della Francia e dell’Europa intera”.
Trama
È il 1930 e la piccola Simone Jacob trascorre le giornate felice e spensierata con la famiglia a Nizza tra tuffi in mare e picnic nella foresta.
Nonostante le certezze del padre André sulla sicurezza rappresentata dalla repubblica francese, nel 1944 le truppe della Gestapo irrompono nella vita della sedicenne Simone (Rebecca Marder) che viene arrestata e deportata ad Auschwitz-Birkenau insieme alla madre Yvonne (Élodie Bouchez) e alla sorella Milou (Judith Chemla).
Yvonne morirà di tifo durante la marcia della morte, poco prima della liberazione da parte dei sovietici, mentre André e il fratello di Simone, Jean, verranno giustiziati nelle foreste in Lituania.
Per rendere onore ai famigliari perduti, in particolare alla madre a cui era fortemente legata, Simone dedicherà la sua vita alla lotta contro le ingiustizie fino a costruire un’incredibile carriera da magistrato, battendosi per i diritti dei prigionieri nelle carceri in Algeria dove i detenuti erano trattati in modo disumano.
Ministro della salute all’età di 40 anni Simone (interpretata da Elsa Zylberstein) si lancia in una nuova sfida: legalizzare l’aborto in Francia. Ci riuscirà nel 1974 con l’approvazione della famosa “legge Veil”, dopo la quale raggiungerà i vertici del Parlamento Europeo come prima presidentessa donna (dal 1978 al 1982).
Nel film la carriera politica della protagonista è intervallata da scorci di vita famigliare costituiti dal rapporto tra Simone e il marito Antoine Veil (interpretato da Olivier Gourmet e Mathieu Spinosi), dalla nascita dei tre figli durante gli studi in Scienze Politiche e dai ricorrenti ricordi d’infanzia.
Devono passare trent’anni dalla sua prigionia prima che Simone riesca a raccontare la sua esperienza ad Auschwitz, rivelandone sempre più informazioni nelle interviste in pubblico: un momento singolare nel film è quando le viene concesso l’onore di porre il primo mattone sulla costruzione di un nuovo centro pediatrico e, stupendo tutti i presenti per la sua grande maestria nello stendere la malta, risponde ‘era il mio lavoro nei campi’.
Produzione del film
Girato tra Parigi, La Ciotat e Budapest il film, presentato in francese con sottotitoli in italiano, ha una durata di 140 minuti accompagnati da una colonna sonora che alterna atmosfere di pace e serenità con l’angoscia incalzante percepita dai prigionieri ad Auschwitz.
La pellicola propone con grande realismo la vita nei campi di sterminio, concentrandosi in maniera singolare sulla brutalità e il sadismo delle kapò e sulla disumanizzazione delle detenute.
“Questo è prima di tutto un film sulla trasmissione della storia” ha affermato il regista Olivier Dahan durante la presentazione del film in Francia nel 2022. “Come per tutti i francesi della mia generazione, Simone Veil era una personalità che ho potuto vedere innumerevoli volte in televisione attraverso i suoi discorsi significativi. E, come tutti, non conoscevo bene la sua vita e il suo lavoro da magistrata. La figura di mio padre, che era un militante antirazzista scampato agli arresti tedeschi, mi ha senza dubbio ispirato. Gli ultimi 15 minuti del film sono la sintesi di ciò che volevo dire con questo film e la vera ragione per cui ho cercato di farlo”.
Uscito in Francia nel 2022, Simone Veil – La Donna del Secolo completa la trilogia di ritratti cinematografici di Dahan iniziata con La Vie en Rose (2007) con Marion Cotillard e Grace di Monaco (2014) con Nicole Kidman, film biografici dedicati rispettivamente a Edith Piaf e Grace Kelly.
Questa nuova pellicola prende spunto dall’autobiografia Une vie (2007) che Veil ha scritto in tarda età.
“Simone Veil non è una ‘politica’ in senso stretto ma piuttosto nel senso nobile del termine” ha spiegato Dahan. “È sempre rimasta magistrato nell’animo e le sue battaglie più grandi le ha combattute attraverso le leggi.”
Molti politici, tra cui Ursula von Der Leyen, nelle loro interviste pubbliche hanno affermato come Simone Veil fosse l’emblema femminista dell’Europa.
Vincitrice nel 1981 del premio Charlemagne a favore dell’unificazione europea, è stata Simone stessa a sottolineare questo parallelismo tra sé e un’Europa unita contro i totalitarismi nel suo discorso di accettazione: “tenuto conto di ciò che rappresento, vediate nella mia vittoria un simbolo della riunificazione franco-tedesca e il modo migliore di voltare definitivamente la pagina delle guerre mondiali.” Dal 2018 le sue spoglie si trovano al Pantheon di Parigi, dove sono sepolti gli altri grandi nomi di Francia.
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