Concluso a Firenze il Limmud Italia 2016, una terza edizione sempre più ricca di ebraismo

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di Ilaria Ester Ramazzotti

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FIRENZE – Si è conclusa il 3 giugno a Firenze la terza edizione di Limmud Italia, fra canti, danze e conferenze e studio in salsa ebraica. Il bilancio di questi tre anni di Limmud Italia tende in senso positivo, ma con l’invito ai giovani a prendere maggiormente parte all’organizzazione dell’iniziativa.

“Ringraziamo voi ospiti, anima e ragione d’essere di Limmud, partecipanti e volontari, senza i quali Limmud non potrebbe esistere – ha detto Silvia Bemporad Servi, co-chair -. Sarebbe importante un passaggio di consegne per l’anno prossimo”. In molti altri Paesi del mondo ed europei “i comitati organizzativi sono molto giovani”. Un invito alle giovani leve a far conoscere Limmud e a fare volontariato.

Nancy Lippmann, co-chair, ha altresì invitato a inviare suggerimenti e proposte.

L’idea del Limmud è nata in Inghilterra quando, nel 1976, quattro amici, Alastair Falk, Michael May, Jonathan Benjamin e Clive Lawton, fondarono la Limmud Conference e con i loro risparmi coinvolsero nella prima iniziativa tanti educatori fra cui il futuro Rabbino Capo d’Inghilterra, Jonathan Sacks. Da allora, il modello Limmud si è diffuso in quaranta Paesi, contando nel 2015 una ottantina di appuntamenti nel mondo, organizzati da 3 mila volontari per 28 mila partecipanti.

La seconda giornata di studio e di incontro
Fra gli eventi della seconda giornata, Davide Saponaro ha proposto un ‘viaggio’ nei piyyutim, canti para-liturgiuci, Daniela Heimler un incontro sugli ebrei stranieri internati in Italia, Elena Lea De Angeli Bartolini una presentazione sulla danza popolare israeliana, Silvia Bemporad Servi un midrash tratto dal Talmud, Maria Grazia Enardu una discussione sui militari nei movimenti pacifisti israeliani.

Cosimo Jehudà Pagliara ha presentato un documentario sul festival di arte, cultura, letteratura ebraica che dal 2012 si svolge in Puglia, mentre Nancy Lippmann ha insegnato passi di danza ebraico-israeliana.

Negli spazi dedicati ai lavori, Noemi Coen ha esposto e presentato un progetto fotografico di ritratti, un’indagine sulla società israeliana moderna.

Un appuntamento, quindi, ricco di contenuti, per un dialogo fra le diverse facce dell’ebraismo.