Il film cecoslovacco Spalovač Mrtvol in programma al Trieste Film Festival

Al via la 31esima Edizione del Trieste Film Festival. Un programma ricco di novità e sorprese

Eventi

di Marina Gersony
Tra i numerosissimi eventi, proiezioni, laboratori, mostre, degustazioni, workshop e passeggiate guidate della 31esima edizione del Trieste Film Festival, segnaliamo alcuni film che toccano temi storici e di stretta attualità, anche in ambito ebraico. Nucleo centrale del programma i tre concorsi internazionali dedicati a lungometraggi, cortometraggi e documentari: a decretare i vincitori, ancora una volta, sarà il pubblico del festival. L’edizione 2020 prevede, tra l’altro, tre giorni dedicati a produttori e addetti ai lavori italiani, dell’Europa centro orientale (Ungheria, Romania, Moldavia) e di Austria, Germania e Svizzera.

Tra gli eventi speciali, segnaliamo la proiezione di Spalovač Mrtvol (L’uomo che bruciava i cadaveri / The Cremator) che mostra il capolavoro di Juraj Herz, regista, attore e sceneggiatore ceco, associato al movimento cecoslovacco New Wave degli anni ‘60 (nella foto). Nato nel 1934 a Kežmarok (Slovacchia moderna) da genitori ebrei – e scomparso nel 2018 -, Herz sopravvisse all’Olocausto dopo essere stato imprigionato da bambino nel campo di concentramento di Ravensbrück. L’uomo che bruciava cadaveri è una trasposizione cinematografica del romanzo di Ladislav Fuks, uno dei più noti e rappresentativi scrittori cechi del Novecento. Restaurato dalla Cineteca di Praga, è un mix di horror, thriller, studio psicologico e dark comedy che non lasciò “indifferenti” le autorità filosovietiche, tanto da guadagnarsi una messa al bando durata dal 1969 al 1989. Il film – che alla fine fu un successo –, racconta di come il signor Kopfrkingl, oscuro piccolo borghese nonché  tenero padre di famiglia, si sia trasformato in un paranoico angelo del Male. Cosa è successo nella mente e nel cuore di quest’uomo apparentemente soddisfatto? Manipolatore, untuoso e viscido, con il sorriso sempre stampato sulle labbra, Kopfrkingl è il paradigma dell’ipocrisia e della vanità di chi è disposto a pagare qualunque prezzo pur di soddisfare le proprie ambizioni e di far parte del circo del potere. Una figura sbiadita, pericolosissima come spesso lo sono i mediocri, che subisce la fascinazione del nazismo di cui diventerà complice.

Il Concorso internazionale Documentari propone nove titoli, tra anteprime italiane e internazionali. Tra questi, la memoria della Shoah rivive in due film: A Lètezès Eufóriája (L’euforia dell’esistenza/The Euphoria of Being) dell’ungherese Réka Szabó sulla straordinaria figura di Éva Fahidi, unica della sua famiglia ad aver fatto ritorno dal campo di sterminio di Auschwitz Birkenau, e oggi – settant’anni dopo – protagonista di una performance teatrale sulla sua vita;

Il secondo titolo è Marek Edelman… i była miłość w Getcie (Marek Edelman… c’era l’amore nel ghetto / Marek Edelma… and There Was Love in the Ghetto), girato da Jolanta Dylewska con la collaborazione per alcune scene di fiction del grande Andrzej Wajda e dedicato a Marek Edelman, combattente della Resistenza e unico leader della rivolta del ghetto di Varsavia ancora in vita nel 2009, quando fu intervistato dalla regista.

Promossa in collaborazione con Sky Arte, che premierà uno dei film della sezione attraverso l’acquisizione e la diffusione sul canale, Art&Sound propone quest’anno quattro titoli in anteprima (più un evento speciale) che esplorano i più diversi ambiti artistici: tra questi, Forman Vs Forman, di Helena Třeštíková e Jakub Hejna, un doppio ritratto di Miloš Forman, l’artista dall’interessante e complicata storia ebraica che arrivò all’Oscar senza smettere mai di cercare un posto dove sentirsi libero.

Tra gli eventi collaterali, è prevista la proiezione di The man who saw too much di Jill Nicholls, Alan Yentob (L’uomo che ha visto troppo), un documentario prodotto da Marc Ramsay che racconta la storia dello scrittore Boris Pahor, 106 anni, ritenuto essere il più anziano sopravvissuto ai campi di concentramento nazisti. Boris Pahor racconta della sua infanzia, dell’incendio del centro culturale sloveno, il Narodni Dom, della sua battaglia contro il fascismo e i nazisti e delle sue speranze per il futuro dell’Europa.

La rassegna parte con l’anteprima italiana del nuovo film di una leggenda della storia del cinema, Terrence Malick: girato tutto in Europa, si intitola La vita nascosta Hidden Life (presentato in concorso all’ultimo Festival di Cannes) e racconta la storia vera di Franz Jägerstätter, un contadino cattolico austriaco che rifiutò ogni facilitazione offerta dal partito nazista e  disobbedendo a quei a preti e vescovi che gli consigliarono di desistere dall’obiezione di coscienza. Franz Jägerstätter fu decapitato nel 1943 per non aver ceduto agli aguzzini nel periodo più buio del Ventesimo Secolo.

31esima Edizione Trieste Film Festival
17-23 gennaio 2020

Info www.triestefilmfestival.it