Marco Cavallarin, Davide Romano, Delilah Guttman e Andrea Bienati

Al Beth Shlomo un dialogo con Delilah Gutman fra memoria, storia e poesia

Eventi

di Ilaria Ester Ramazzotti
Pianista, cantante, compositrice e poetessa italo-americana, è nata a Madrid nel 1978. Vive e lavora a Milano e a Rimini dove, nel 2007, ha fondato DGMA, un’associazione culturale di ricerca musicale e di produzione di eventi musicali e multimediali. Parliamo di Delilah Gutman, artista poliedrica e ricercatrice che lo scorso 14 ottobre 2021, in occasione dell’evento Alfabeto della memoria/E se il treno di Terezin non fosse mai giunto ad Auschwitz il 17 ottobre 1944?, svoltosi al Centro Culturale Beth Shlomo di Milano, ha presentato il suo libro di poesie Alfabeto degli opposti’.

Si è trattato del primo evento proposto dal Centro Culturale Beth Shlomo con il Centro Studi di Musica Ebraica Milano Beth Shlomo/ITalYa, con il patrocinio del Museo della Brigata Ebraica e di ANPI Provinciale di Milano, nell’ambito del programma nazionale curato dal Comitato Terezin 17/10, con la collaborazione dell’Associazione Figli della Shoà.

Con l’autrice hanno dialogato lo scrittore Marco Cavallarin, il docente di storia e didattica della Shoà all’Istituto Superiore di Scienze Religiose e LIMEC di Milano Andrea Bienati e Davide Romano, direttore del Museo della Brigata Ebraica di Milano. Hanno animato la serata la lettura delle poesie di Delilah Gutman e la conseguente discussione intorno ai valori della memoria e alla libertà, intrecciatesi con l’intervento storico di Andrea Bienati, che ha disegnato una mappa del contesto socio-politico che ha generato la costituzione di Terezin.

Il libro di poesie ‘Alfabeto degli opposti’ di Delilah Gutman

La raccolta poetica ‘Alfabeto degli opposti’, edita da Raffaelli Editore, è composta da due parti: ‘Alfabeto di fuoco’ e ‘Alfabeto d’acqua’. Nella prefazione di Manrico Murzi leggiamo che: “Delilah Gutman ama l’impasto di suoni, in questi versi quelli del fuoco e dell’acqua, che parrebbero l’uno contro l’altro armati, ma non è così. Essi stanno assieme, obbediscono alla legge del numero, uno non elimina l’altro, non sono avversari, interagiscono […] Altre sostanze a creare mescolanza sono le lettere dell’alfabeto, rappresentazione sonora di consonanti e vocali che illuminano i tanti significati”.

Fra le righe emergono terre, città, persone e luoghi dell’anima e della memoria, da cui trasuda altresì un’indelebile impronta ebraica. “Le memorie sono scolpite nello sguardo, celebrate da un abito tenero e prezioso – scrive ancora Munzi -. Una delle attività umane è cucire, riunire, comunicare, ed è ancora la luce il filo che mette assieme, che ricompone, che prepara una narrazione decente dei rapporti fra le persone e le cose del mondo”.

 

Tra ombra e luce

 

Srotolo pergamene,

sono emozioni,

preghiere annotate

tra le pieghe del cielo,

specchio di stupore

mentre spoglia al tramonto

le sue trame invisibili

e indossa la luce di una manciata di stelle,

ombre dell’esistenza,

tempo relativo per chi cerca

il vero nello sguardo.

Siamo stelle e siamo cielo,

siamo colori di un alfabeto

generato da antico canto,

siamo fili fra dita di angeli

che ricamano tre lettere

e una voce, noi.

 

(Delilah Gutman, Rimini, 19 ottobre 2020) 

 

Sul versante musicale, Delilah Gutman ha pubblicato quest’anno ‘Libera’, opera frutto di improvvisazioni al pianoforte. Nell’ambito della sua carriera di pianista e cantante, svolge attività concertistica in Italia e all’estero, come solista e in formazioni cameristiche, esplorando nel contesto del suo personale progetto di ricerca musicale MAP, musica, arte e poesia, la frontiera tra arte, musica e repertorio etnico, in relazione al linguaggio della musica d’arte in Occidente e alle arti. Alla ricerca linguistica, sonora e espressiva, Gutman intreccia l’approfondimento della voce in relazione al repertorio popolare e al complesso tema dell’identità, della comunicazione e della mediazione dei conflitti. Si è esibita in Italia, Repubblica Ceca, Israele, Messico, Francia, USA, India, Svizzera. Per il suo costante impegno nel dialogo interculturale è stata insignita nel 2012 del titolo di Ambasciatrice dell’amicizia Israele-Italia, in occasione di un suo concerto vocale in Israele. Sono oltre duecento le prime esecuzioni delle sue composizioni, per solisti, ensemble strumentali e orchestra.