Modigliani e Falcone? Memoria ebraica e del Novecento si incontrano in Musica. Intervista a Delilah Gutman

di Roberto Zadik
Musicista raffinata e versatile, sempre alla ricerca di tematiche e ispirazioni sempre nuove, la pianista, cantante e compositrice Delilah Gutman stavolta si è concentrata sul tema della Memoria. A questo proposito nel 2020 appena conclusosi, l’artista ha realizzato due opere decisamente interessanti come Il sogno/ Modigliani e Jean Hebuterne dedicata al tormentato genio pittorico ebraico livornese di Amedeo Modigliani CD e Sangù/Music for Palermo. Homage to Giovanni Falcone and Paolo Borsellino incentrato sull’eroismo della figura del magistrato siciliano Giovanni Falcone che il 23 maggio 1992 morì tragicamente ucciso dalla barbarie mafiosa nella “Strage di Capaci” ed entrambi CD pubblicazioni editoriali a cura di Stradivarius e Curci.

Ma cosa c’entrano queste due vicende così diverse fra loro? Originale e capace di passare da stili e generi diversi, dalla classica, alla musica etnica, alla musica ebraica religiosa fino ai suoni elettronici all’avanguardia, come dimostrano opere di alto livello come ItalYa o Amen Amin Aman, la Gutman si è dedicata a due “icone” del Novecento come Dedò e Falcone in due lavori di grande espressività e coinvolgimento emotivo.

Specialmente approfondendo il suo lavoro su Modigliani, l’artista ha risposto alle seguenti domande:

Cosa ti ha ispirato l’opera su Modigliani e cosa c’è di ebraico nella sua arte?

Questo lavoro è stato ispirato dal mio vivo interesse per il tema della Memoria che abbraccia costantemente tutto il Novecento e che al tempo stesso è elemento ponte, trama e intreccio dell’esplorazione sull’identità ebraica. Una drammaturgia che esplora il sogno e i sogni di Modigliani, la sua vita e la sua opera pittorica nella quale si possono ritrovare elementi assolutamente ebraici come primo fra tutti il tema onirico. Esso è presente in buona parte del libro biblico della Genesi (Bereshit) come responsabilità di una indagine del sé nella comprensione dell’altro e come condivisione poiché facenti parte di una comunità che rispecchia il concetto di collettività. Oltre a questo nei disegni di Modigliani ho ritrovato una serie di simbologie ebraiche dalle Sefirot (Sfere cabalistiche) fino alle lettere ebraiche per arrivare alla Stella di Davide (Maghen David) e al tema del ricordo come espressione della luce interiore.”

Secondo te quali sono le differenze e le analogie fra la Memoria ebraica e la Memoria italiana?

Per me la Memoria ebraica rappresenta un percorso identitario ben preciso mentre la Memoria italiana consiste in un cammino storico che prosegue fino ad oggi. Negli ultimi quarant’anni si sta perdendo molto il concetto di Memoria storica nel nostro Paese ed è sempre più forte l’esigenza di inquadrarla come ponte per conoscere e tutelare il concetto di identità in generale. Fondamentale per questo è l’impegno civile e il senso di appartenenza a una comunità che caratterizzano sia l’identità ebraica che italiana e che sono stati incarnati così efficacemente dai magistrati Falcone e Borsellino con la loro forza e il loro impegno.

Quali sono le caratteristiche di Modigliani che hai voluto evidenziare nella tua opera e quale era la sua personalità?

Sicuramente molto spiccate in lui, oltrepassando quell’immagine deviata di artista dissoluto e ribelle, erano la sensibilità, il senso dell’amicizia, fu molto leale con tutti i suoi amici, un sognatore dall’animo delicato e intellettuale attento osservatore della realtà e dei tanti volti che egli ha ritratto nei suoi straordinari dipinti.