Lo scavo archeologico di Usha, in Israele

Trovati in Galilea un martello e chiodi di 1400 anni fa. Raccontano l’antica Usha, che fu sede del Sinedrio

Arte

di Ilaria Ester Ramazzotti
Un martello e dei chiodi di 1400 anni fa, a testimonianza di una produzione di strumenti di ferro, sono stati ritrovati a Usha, nella Bassa Galilea, nell’ambito di uno scavo archeologico condotto prevalentemente da giovani e volontari. Lo ha annunciato l’Autorità per le Antichità di Israele, responsabile del sito, lo scorso 30 ottobre.

I direttori dello scavo Yair Amitzur e Eyad Bisharat hanno dichiarato che “ci sono circa 20 martelli di ferro nei registri dell’Autorità per le Antichità di Israele, dei quali solo 6 risalgono al periodo bizantino. Sapevamo già che gli abitanti di Usha producevano in modo estensivo recipienti di vetro – spiegano – visto che avevamo ritrovato molti bicchieri di vino e lampade di vetro, insieme a grumi di vetro che ne costituivano la materia prima. Ma la scoperta del martello, dei chiodi e di alcune scorie di ferro ci insegna che producevano anche strumenti di ferro”.

“L’insediamento di Usha è menzionato più volte nelle fonti ebraiche di epoca romana e bizantina, poiché l’antica città fu sede del Sinedrio dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme e dopo il fallimento della rivolta di Bar Kochba nel 135 d.C – ha evidenziato Yair Amitzur -. Il Sinedrio, il Consiglio ebraico centrale nonché il tribunale, fu all’epoca guidato prima da Rabban Shimon ben Gamliel II e poi da suo figlio Rabbi Yehudah Hanasi. Qui a Usha i rabbini del sinedrio emanarono dei decreti per consentire al popolo ebraico di riprendersi dopo la guerra contro i romani e di ricostruire la vita ebraica in Galilea”.

Accanto alle attività produttive di vetro e di strumenti di ferro, esistevano a quei tempi in città anche sofisticati impianti per la pressatura e per la produzione di olio d’oliva e di vino. Ciò indica, secondo gli archeologi, che l’occupazione e la fonte di reddito principali degli abitanti di Usha era la trasformazione su larga scala dei frutti degli ulivi e delle viti, che coltivavano sulle colline circostanti. Accanto ai luoghi produttivi esistevano inoltre due bagni rituali, scavati nella roccia, con le pareti e i gradini intonacati, risalenti al periodo romano e bizantino, di circa 1800 anni fa, dove gli addetti al lavoro ebrei si immergevano per produrre olio e vino ritualmente puri.

Gli scavi di Usha fanno parte del progetto Sentiero del Sinedrio, avviato dall’Autorità per le Antichità di Israele, che attraversa la Galilea da Bet Shearim a Tiberiade.