scultura di gufo in filo di metallo di Primo Levi (Foto di ©Michael Soncin)

Prorogata fino al 30 aprile alla Centrale dell’Acqua la mostra delle sculture di Primo Levi

Arte

di Michael Soncin
Numero atomico 29, Peso atomico 63,55. È facile risalire con uno solo di questi due dati attraverso la tavola periodica di Mendeleev e capire che stiamo parlando del Rame, chiamato anche l’oro rosso per via del suo colore. Dei 21 elementi chimici – ai quali ad ognuno corrisponde un racconto – che Primo Levi inserì nel suo celebre libro Il Sistema Periodico edito da Einaudi nel 1975, dove descrive i primi esperimenti e i terribili ricordi nei campi di concentramento nazisti, il Rame, Simbolo Cu non compare. Il grande scrittore e chimico decise di farne delle sculture. Così dal filo spinato di Auschwitz dal quale in realtà non è mai ‘uscito’, ha preso in mano il filo di rame, duttile come tutti i metalli per trasformarlo in stupendi manufatti.

Sono 17 i lavori esposti presso la Centrale dell’Acqua di Milano visibili fino al 30 aprile direttamente sul sito ufficiale e dal vivo quando le misure di contenimento contro il Covid-19 potranno permetterlo. Durante questi mesi sono state molte le iniziative culturali che si sono susseguite, tutte fruibili sui social della Centrale dell’Acqua e che hanno visto anche la partecipazione della Senatrice a vita Liliana Segre, anch’ella sopravvissuta alla Shoah, che definì l’intellettuale torinese “Il mio maestro”.

Tra di essi spicca una magica rappresentazione di un Gufo, di animali preistorici, di creature somiglianti ad un Golem, dalle ludiche parvenze. Alcuni soggetti sono smaltati altri ancora spogli e in taluni sembra esserci un accenno di polvere che li sporca di quel meraviglioso verde che avviene durante il processo di ossidazione del rame, – parlando a proposito di reazioni chimiche.

Un invito per chi volesse approfondire è il catalogo pubblicato da Silvana Editoriale Primo Levi Figure a cura di Fabio Levi e Guido Vaglio, uscito in occasione della prima assoluta alla GAM di Torino. “Invitiamo coloro che fossero a conoscenza di altre opere analoghe a favorirne il censimento segnalandole al Centro Internazionale di Studi di Primo Levi (www.primolevi.it)”, si legge dal comunicato.

(Foto di ©Michael Soncin)