(Nella foto, Saul Leiter, Advertisement for Miller Shoes, 1957 © Saul Leiter Foundation)
di Lia Mara
‘Una finestra punteggiata di gocce di pioggia’. È questo il titolo della mostra dedicata al fotografo e pittore statunitense Saul Leiter aperta fino al prossimo 27 luglio nel Belvedere della Reggia di Monza. Sotto le luci si contano 126 fotografie in bianco e nero, 40 fotografie a colori, 42 dipinti, 5 riviste originali dell’epoca e un documento filmico, lungo un percorso espositivo che racconta lo sguardo lirico e intimista dell’artista sulla New York del secondo Novecento, uno sguardo inedito nel panorama di quegli anni, che inquadrava scene urbane e ritratti con il realismo fiabesco tipico del suo stile.

Nato a Pittsburgh nel 1923, figlio di un rabbino, Saul Leiter si era trasferito a New York nel 1946 per dedicarsi alla pittura. Introdotto nel mondo dell’arte da colleghi come Richard Pousette-Dart e William Eugene Smith, Leiter ha continuato nella Grande Mela gli esperimenti fotografici che aveva iniziato da adolescente in bianco e nero e a colori, spesso utilizzando pellicole Kodachrome 35 millimetri. Dopo un periodo di successo nel mondo della moda lavorando per riviste come Harper’s Bazaar e Esquire, Leiter è rimasto in ombra per due decenni, ma la pubblicazione nel 2006 della monografia ‘Early Color’ ha segnato la riscoperta internazionale del suo lavoro, confermando il suo ruolo pionieristico nella storia della fotografia a colori. Le sue opere sono oggi presenti nelle collezioni di prestigiosi musei come il Whitney Museum of American Art e il Victoria and Albert Museum.
Infiniti frammenti di vita quotidiana
“Non ho una filosofia. Ho una macchina fotografica – diceva Leiter -. Guardo attraverso la macchina fotografica e scatto foto. Le mie fotografie sono la minima parte di ciò che vedo e che potrebbe essere fotografato. Sono frammenti di possibilità infinite”. Un approccio che gli ha permesso di cogliere momenti di grazia nella vita quotidiana, suggerendo che la vera bellezza si trova negli intervalli silenziosi della vita di tutti i giorni. “Mi capita di credere nella bellezza delle cose semplici – raccontava l’artista newyorkese -. Credo che la cosa meno interessante possa essere molto interessante”.
“Leiter si divertiva con ciò che vedeva. Non era interessato al carattere egemonico di New York o alla sua mostruosa modernità – spiega la curatrice della mostra Anne Morin -. Inventava giochi ottici, intrecci di forme e piani che nascondono e rivelano ciò che giace negli intervalli, nelle vicinanze, nei margini invisibili.” Mentre i suoi contemporanei cercavano di ritrarre la grandezza e la modernità di New York, Leiter ha intrapreso una strada radicalmente diversa: ha trasformato i momenti quotidiani in composizioni liriche e intimiste, trovando poesia nel vapore che sale dai tombini, negli ombrelli sotto la pioggia e nei riflessi delle vetrine, un realismo fiabesco composto da persone, oggetti, strade, pioggia, neve, elementi più sbirciati che osservati. La sua visione distintiva rifiutava lo stile documentaristico ricercato nella sua epoca, creando invece quello che potremmo chiamare ‘haiku fotografici’, scorci intimi della vita che fondono realtà e astrazione. “Le immagini di Leiter durano quanto il battito di un ciglio, posizionate sul bordo di qualcosa – prosegue Anne Morin -. Sono istantanee, forme brevi, frammentate, come annotazioni, dichiarazioni di realtà, realizzate con una maestria e una metrica che ricorda gli haiku. Il gesto di Leiter è quello di un calligrafo quando fotografa veloce, preciso, senza scuse”.
Immagini multistrato e uso pionieristico del colore
A differenza dei colleghi che enfatizzavano la nitidezza, Leiter fotografava attraverso finestre appannate, tessuti e condizioni meteorologiche che altri fotografi evitavano. Questi elementi erano parte integrante del suo stile compositivo e creavano immagini multistrato che sembrano più dipinti che fotografie. Il suo uso pionieristico del colore, iniziato attorno al 1948, ha anticipato di decenni l’accettazione della fotografia a colori nell’arte. Mentre altri consideravano il colore qualcosa di ‘volgare’ o commerciale, Leiter lo impiegava come elemento espressivo, saturando le sue immagini con tonalità audaci che trasformavano scene ordinarie colte lungo la strada in composizioni astratte.
La mostra evidenzia altresì la doppia identità di Leiter come pittore e fotografo, dimostrando come la sua sensibilità pittorica abbia influenzato il suo lavoro fotografico. La sua formazione nella pittura lo ha portato ad approcciarsi alla fotografia a colori con una sofisticazione senza precedenti, trattando ogni fotogramma come una tela.
Antidivo e refrattario alla fama, Leiter pubblicava con costanza volumi fotografici e prende parte a importanti monografiche negli Stati Uniti e in Europa, ma nel corso della sua carriera ha dato alla stampa solo una parte dei suoi lavori, lasciandone la maggior parte in negativo, come a celare l’aspetto più intimo e puramente artistico della sua produzione. Tanto che nel 2018, cinque anni dopo la sua morte, è emerso un corpo di opere poco conosciuto: nudi in bianco e nero, scattati principalmente tra la fine degli anni ‘40 e i primi anni ‘60, frutto delle collaborazioni tra Leiter e le donne della sua vita.
Saul Leiter è morto nel 2013 nella sua casa nell’East Village a New York, lasciando un’ampia produzione di lavori artistici, una produzione raccolta l’anno seguente dalla Saul Leiter Foundation. In un articolo commemorativo sul New York Times, la scrittrice Margalit Fox scriveva: “Delle decine di migliaia di immagini che ha scattato, molte adesso considerate tra i migliori esempi di fotografia di strada al mondo, la maggior parte rimane non stampata”. Si svela così un ordine nascosto nel lavoro di Saul Leiter che è difficile da spiegare e questo è probabilmente ciò che lo rendeva un poeta.
La mostra
Saul Leiter. Una finestra punteggiata di gocce di pioggia
Realizzata da Vertigo Syndrome in collaborazione con diChroma photography con il patrocinio del Comune di Monza
Dove e quando
Belvedere della Reggia di Monza (viale Brianza 1, Monza)
Dal 1° maggio al 27 luglio 2025
Orari
Mercoledì – Giovedì – Venerdì – Sabato – Domenica – Festivi: 10.30 – 20.00
Lunedì e Martedì: Chiuso
Informazioni e prevendita