Chagall, fra guerra e pace

Arte

Chagall e la guerra, Chagall e la pace, ma anche Chagall e la vita privata, le amicizie. C’è tutto questo nella mostra che Parigi dedica al pittore ebreo russo di Vitebsk. Una mostra che fa di Marc Chagall quasi uno storico, perchè attraverso le sue opere vediamo raccontati alcuni dei momenti chiave della storia europea del Novecento, dalla rivoluzione russa, alla Prima guerra mondiale, al nazismo. In tutto questo le vicende personali dell’artista, dall’addio alla Russia per l’Europa e i grandi artisti di Parigi, all’esilio negli Stati Uniti, al ritorno nel sud della Francia.

“Chagall, entre guerre et paix”, si apre il 21 febbraio al Musée de Luxembourg di Parigi e rimarrà aperta fino al 21 di luglio. In esposizione un centinaio di opere che raccontano la vita dell’artista e quella dell’Europa martoriata dalle guerre. In particolare la mostra ruota attorno a quattro momenti della vita dell’artista: gli anni della Prima guerra mondiale in Russia, quelli della Parigi del primo dopoguerra fino al periodo dell’esilio negli Stati Uniti dal 1941; infine gli anni del ritorno in Europa, nel sud della Francia, nel 1948, dove Chagall rimase fino alla morte, nel 1985.

La mostra si apre con le opere degli anni della Prima guerra mondiale e della rivoluzione russa. Dopo tre anni trascorsi a Parigi, Chagall torna a Vitebsk dove nel 1915 sposa Bella. La dichiarazione di guerra non lo sorprende. Nelle opere di questi anni, pur lontano dal fronte, si scorgono i movimenti delle truppe, i soldati feriti, gli ebrei cacciati dai loro villaggi. Nello stesso tempo, Chagall rappresenta l’ambiente della sua infanzia, ormai scomparso, e in una serie di dipinti evoca anche la serenità della vita coniugale.

Nel 1922 Chagall lascia definitivamente la Russia, e si trasferisce a Parigi, dove acquista una nuova identità artistica. Su richiesta dell’editore Vollard si dedica all’illustrazione di diversi libri, tra cui anche la Bibbia, un testo che gli è così famigliare che gli fa dire: ” Io non vedo la Bibbia, la sogno”. Il periodo parigino è segnato da dipinti popolati da personaggi onirici, metà uomini e metà animali -quelli che formarono poi il “bestiario” chagalliano. Di questi anni sono anche i dipinti che ritraggono metaforicamente la sua vita di coppia e amorosa.

Con l’ascesa del nazismo, Chagall decide di trasferirsi negli Stati Uniti. Pur dall’altra parte dell’oceano, la sua voce di artista non può rimanere silenziosa su quel che sta accadendo in Europa. E così nelle opere dell’esilio americano, la barbarie nazista si mescola alle immagini dei pogrom russi come anche al tema del crocifisso, inteso simbolo universale della sofferenza umana. In queste opere Chagall si concentra su ciò che considera essenziale nella vita di un uomo: le sue radici e la felicità famigliare – che per Chagall si interrompe bruscamente con la morte di Bella.

Dopo la guerra e il rientro nel sud della Francia, l’opera di Chagall muta ancora. Via via, ai colori scuri delle opere degli anni di guerra, si uniscono fino a prevalere i colori della natura, del mediterraneo, come testimoniano le opere dell’installazione di Vence del 1954. I  paesaggi, i fiori, le scene di interni, si fondono con temi solari, marini, religiosi o mitologici. Questa serenità  si coglie e trova il suo apice nella rappresentazione de “La danza”, un vero inno alla gioia con cui l’artista riprende alcune delle figure più tipiche e rappresentative del suo universo artistico.