Fare del bene fa bene a tutti

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di Ilaria Myr

Gli anziani soli della Comunità hanno bisogno di aiuto per imparare a comunicare con i figli lontani e per le piccole incombenze quotidiane. Si cercano volontari, per un’esperienza che vale oro. Appello a una mobilitazione umanitaria e solidale

Yossi ha 90 anni, i suoi figli e i nipoti abitano in Israele e a Milano è rimasto solo, dopo che sua moglie Ester è morta ormai cinque anni fa. A casa non ha un computer, non ne ha mai davvero avuto bisogno: il suo lavoro era vendere vestiti all’ingrosso, perché avrebbe dovuto comprarsi un aggeggio tecnologico complicato e per di più per lui costoso? L’unico mezzo davvero tecnologico che ha a disposizione è uno smartphone, che gli hanno regalato i suoi figli per potere fare le videochiamate e mostrargli i nipotini. Ma, a parte per le telefonate e vedere i suoi, lui non lo usa: non riesce, i tasti sono piccoli e lui non ci vede bene. “Navigare” sul telefono? Non se ne parla. Per questo quando, a causa della pandemia da Covid, ha dovuto vaccinarsi e gli è arrivato il link per scaricare il green pass, lui si è sentito totalmente perso. E non sono servite le videochiamate con i suoi figli che da Israele gli spiegavano passo per passo come fare. “Non ce la faccio, non riesco da solo!”, rispondeva. Lui aveva bisogno di qualcuno accanto a sé, non di un aiuto a distanza.

Rosa, invece, un computer ce l’ha: era di suo marito Maurice, ingegnere appassionato di tutto ciò che è tecnologico, e le aveva insegnato un pochino a “smanettare”. Ma lei ha 85 anni, Maurice è morto un anno fa, a causa del Covid, e l’unico figlio vive in Francia con i tre nipoti. Con l’inizio della pandemia, tutto è diventato ancora più difficile: hanno provato a utilizzare Zoom per festeggiare con i nipoti le feste ebraiche e stare un po’, anche se virtualmente, con la famiglia. Ma a Rosa non piace, non si sente a suo agio davanti a una telecamera, e poi con il computer basta che schiacci un pulsante e tutto cambia, e lei da sola non ce la fa.
Si sente molto solo anche Daniel che, pur avendo 52 anni, vorrebbe tanto avere qualcuno con cui chiacchierare mentre porta il proprio cane al parco: è l’unica sua uscita quotidiana, e condividerla con qualcuno sarebbe ancora più bello.
Sono tanti nella comunità ebraica di Milano le persone come Yossi, Rosa e Daniel, che vivono da sole e che sentono forte la mancanza di un aiuto esterno, che con la pandemia si è rivelato ancora più necessario per svolgere anche le attività più semplici.
Quasi tutto infatti si fa con Internet: dalla prenotazione dei pannoloni a quella del tampone e dei vaccini per il Covid. Ma anche al telefono è difficile parlare con un ufficio comunale o dell’Ats: “schiaccia 1”, “schiaccia 2”, i tasti sono piccoli, la vista è affaticata, e la pazienza finisce subito.
Su tutto pesa spesso una profonda solitudine, accresciuta dalle condizioni imposte dalla pandemia, che ha reso rischioso anche andare a fare due passi e vedere qualche viso fuori.
Il telefono non suona quasi mai, ed è dura fare passare il tempo.

Questi sono solo alcuni esempi di situazioni che esistono all’interno della Comunità ebraica di Milano, e di cui si occupano con dedizione e impegno incessante i Servizi Sociali.
Ramesh, Elena e Rosy passano le loro giornate (e spesso anche le serate) a parlare al telefono con le persone che si sentono sole e hanno bisogno soltanto di qualcuno che si interessi a loro, o che le aiutino a scaricare il green pass, prenotare una visita medica o imparare a usare Zoom per vedere crescere i nipotini in Israele. Ma sarebbe bello avere qualche volontario disponibile a uscire con loro per un caffè, a leggere un libro o un giornale, o aiutarli a comprarsi qualche vestito nuovo e pulito. I nostri anziani hanno bisogno di noi, di una mattina oppure di un pomeriggio la settimana da regalare a loro. È urgente, è una grande mitzvà.
L’invito a tutti gli iscritti alla Comunità è quindi quello di dedicare anche solo qualche ora a settimana del proprio tempo per regalare a chi ha bisogno un po’ di compagnia e di aiuto. Non solo: sono bene accette anche tutte le idee che possono dare ancora più linfa e vitalità alle attività di aiuto e socializzazione che i Servizi Sociali vogliono continuare a offrire agli iscritti alla Comunità.
Se interessati contattare 02 483110229
Ramesh, Elena, Rosy