Rosanna Supino: «Prenderci cura degli altri è la nostra tzedakà»

di Ester Moscati

Con il nuovo anno 5783 parte anche una nuova stagione per l’AME, Associazione medica ebraica. Quali iniziative e progetti in cantiere? Ne parliamo con la Presidente Rosanna Supino che tiene subito a fare una precisazione: «Ancora in troppi pensano che l’AME sia una associazione per medici e sanitari. Invece le nostre iniziative, conferenze, incontri, sono aperti a tutti perché hanno un taglio divulgativo e soprattutto perché sono spesso incentrati sui cardini della nostra missione: prevenzione sanitaria e cura degli altri». Per la prevenzione sanitaria, l’AME porta avanti da tempo due progetti: uno dedicato alle malattie genetiche e l’altro sulla prevenzione dell’infertilità. «È importante che in famiglia si parli anche della propria ‘storia sanitaria’. Ascoltare i nonni, fare indagini per sapere se qualche ascendente avesse un problema». A New York è stato fatto un grandissimo lavoro per la prevenzione e definitiva eliminazione della malattia di Tay Sacks che ha una incidenza di circa cento volte superiore negli ebrei ashkenaziti rispetto al resto della popolazione. «Prevenzione di una malattia genetica può significare anche scegliere di non avere figli, oppure avere la possibilità di una diagnosi precoce. AME ha una rete di genetisti a disposizione per un consulto». Anche per la prevenzione dell’infertilità, l’associazione interviene con campagne informative: «Le coppie arrivano alla scelta di concepire un figlio in età più ‘avanzata’ rispetto a qualche tempo fa, senza considerare che la fertilità nel tempo si abbassa, per cause non ancora chiarite: inquinamento, abiti troppo aderenti, stress».
Un altro campo in cui l’AME si è adoperata, nel periodo della pandemia da Covid, è la telemedicina; progetto nato dall’emergenza ma che diventerà strutturale. «Una azienda israeliana ci ha fornito 10 orologi per monitorare pressione, ritmo cardiaco ed altri importanti parametri, che abbiamo distribuito a 10 anziani della comunità e in un caso si è rivelata una operazione salvavita». La telemedicina è il futuro dell’assistenza domiciliare in una popolazione che diventa sempre più anziana e in cui le patologie croniche prevalgono su quelle acute.

«Siamo poi molto attivi nel campo del dialogo interreligioso e interculturale – racconta ancora Supino – per promuovere iniziative comuni alle varie fedi. Per esempio, come parte del gruppo “Insieme per prenderci cura” a cui partecipano varie confessioni religiose (musulmani, valdesi, buddisti, sikh…) siamo riusciti ad ottenere che nelle RSA si possa avere assistenza spirituale e religiosa e una ‘stanza di meditazione’, neutra, priva di simboli e quindi utilizzabile da tutti. A Milano c’è al Redaelli e al Trivulzio, per il momento. Negli ospedali, abbiamo ottenuto che i rabbini possano entrare al di fuori degli orari di visita e che sia possibile portare i pasti kasher da casa. Dopo Milano, Roma, Venezia e Padova, ci stiamo lavorando anche per altre città. Un altro ambito su cui ci stiamo confrontando con i rappresentanti delle altre religioni è quello cimiteriale, dove c’è l’esigenza di uno spazio agibile coperto a disposizione di chi non è cattolico per pregare o meditare. Questa delle ‘stanze di meditazione’ è una esigenza riconosciuta anche dal Comitato olimpico per i prossimi eventi di Milano-Cortina 2026. I musulmani sono molto attivi in questa richiesta rivolta a tutte le località dove si svolgeranno le gare (Milano, Cortina d’Ampezzo, Assago, Baselga di Piné, Bormio, Livigno, Predazzo, Rasun-Anterselva e Tesero), ma anche i valdesi e noi stiamo portando avanti questa istanza». Corsi di informazione e formazione delle varie fedi vengono offerti al personale sanitario di molte strutture ospedaliere.

Nanà, Donne per le Donne
Il progetto più recente di AME è Nanà, Nashim LeNashim, Donne per le Donne, una help-line telefonica anonima e gratuita. «Tengo particolarmente a sottolineare il totale anonimato delle chiamate, con un sistema che rende irriconoscibile la voce di chi telefona e di chi risponde. Ci si può rivolgere a Nanà per ricevere aiuto e sostegno; le volontarie, che hanno sostenuto un training specifico, un corso di formazione, sapranno indirizzare verso la persona più indicata nella nostra rete di specialisti (medici, psicologi, religiosi, avvocati, psichiatri…). Cerchiamo di aiutare chi soffre di solitudine o chi è vittima di violenza domestica, fisica o psicologica o ‘economica’, con ricatti che possono incidere in modo molto pesante sulla psiche; vogliamo essere un supporto alla famiglia, ai genitori. Possono rivolgersi a Nanà anche le mamme con una depressione post-partum o chi vive un disagio dovuto a una dinamica familiare complessa, a un percorso di divorzio civile o religioso, chi soffre per un lutto, o di ansia per qualsiasi motivo. Oltre ai nostri volontari e la rete di professionisti che hanno dato la propria disponibilità ad aiutare, abbiamo un database di strutture pubbliche, divise per zone, che possono intervenire direttamente, e anche un elenco di psicologi che hanno sottoscritto una convenzione con AME».

L’Associazione è attiva anche nel campo culturale e divulgativo. In occasione della celebrazione degli 800 anni dell’Università di Padova, che ha visto tra i propri studenti numerosi ebrei, Rosanna Supino interverrà parlando del coinvolgimento degli ebrei nella Grande Guerra del 1915-1918.
«Abbiamo appena pubblicato un libro Aspetti di bioetica medica alla luce della tradizione ebraica nel quale, oltre ad affrontare le problematiche di inizio vita, fine vita, donazione degli organi, sono riportate le normative approvate da UCEI e da ARI – Assemblea Rabbini Italiani – per le milot e per mohalim, la carta dei diritti dei malati e la carta delle buone pratiche per il pluralismo religioso e l’assistenza spirituale nei luoghi di cura. Ricordate, l’AME è aperta a tutti e si rivolge a tutti».