Per salvare una vita non serve guidare un’ambulanza

a cura dello Staff di  Magen David Adom Italia

Si può aiutare MDA anche dall’Italia, in modi diversi.
Per esempio, diventando “ambasciatori” dei suoi progetti e attività

Diventare volontari per Magen David Adom, la più importante organizzazione di soccorso israeliana, significa impegnare per gli altri parte della propria vita. Certo, farlo in un’ambulanza per le strade di Tel Aviv, Ashdod o Gerusalemme significa anche fare i conti con l’adrenalina. Qualche esempio lo trovate nel sito di MDA Italia Onlus sotto la rubrica Vite da Volontari (www.amdaitalia.org/news). Testimonianze avvincenti, spesso in prima persona, di paramedici alle prese con scelte difficili, vite strappate alla morte all’ultimo secondo, pallottole schivate e su tutto il Covid 19 a complicare ogni missione con la necessità di indossare le protezioni per ogni caso sospetto (per fortuna, sotto questo punto di vista in Israele la situazione sta rapidamente migliorando: i vaccini hanno raggiunto 1/3 della popolazione e i ricoveri sono crollati del 90%). Anche la vita come operatore al centro di emergenza non è facile, spesso anche al telefono si è parte attiva di un salvataggio e la pandemia ha fatto schizzare il numero delle chiamate.

Prestare servizio in Israele a questo livello non è per tutti, però si può fare. Sono tanti i ragazzi molto giovani, anche di soli 15 anni, che da tutto il mondo scelgono un periodo di volontariato assistito. Un’esperienza di vita straordinaria che permette di crescere, di scoprire Israele e di fare nuove amicizie. C’è però un modo altrettanto utile di prestare servizio anche qui in Italia per Magen David Adom ed è quello di contribuire alla vita dell’associazione presso la nuova sede di MDA Italia Onlus a Milano, o anche semplicemente da casa propria.
«Può non essere emozionante come essere su un’ambulanza a sirene spiegate – dice il presidente di MDA Italia Sami Sisa – però lo scopo a cui si contribuisce è lo stesso: salvare vite umane e posso assicurare che una telefonata fatta da qui può cambiare davvero il corso del destino di una persona in Israele». Gli esempi raccolti da MDA in tutto il mondo sono centinaia: il contatto con una persona può trasformarsi in tante cose, una partnership, una nuova moto medica o anche solo una sacca di plasma che a sua volta si rivela indispensabile in un’operazione di soccorso.

Continua Sami Sisa: «Cerchiamo figure che illustrino la nostra attività a privati, ma anche ad Aziende ed Enti pubblici. Ad esempio, è importante informare come MDA Italia, tra i tanti corsi che svolge, organizzi -in collaborazione con CRI- quello di aggiornamento dei lavoratori in materia di primo soccorso secondo quanto previsto dalla legge, ma il nostro ricavato si traduce integralmente in fondi per l’organizzazione. I modi di contribuire possono essere infiniti: vanno dal lavoro di segreteria alla comunicazione e a tutta l’attività che permette di tenere viva una rete di progetti». Insomma non si sa mai quando si comincia davvero a salvare una persona, magari proprio cominciando ad informarsi sull’attività di MDA a questi recapiti, mail info@amdaitalia.org