di Daniele Cohenca
Perché la nostra preghiera sia sincera, è dunque necessario connettere le parole che noi diciamo al nostro cuore ed alla nostra anima, quindi recitarle come se venissero dal profondo essere che è in noi; in questo modo non ci sarà mai una Tefillà uguale all’altra, né le Benedizioni di tutti i giorni saranno ripetitive, né – infine – la Tefillà sarà per noi un peso.
Parole di Torah
Rav Kook: la preghiera serve per cambiare il proprio atteggiamento nei confronti di Dio
di Daniele Cohenca
Secondo il Maestro, la preghiera ideale non è quella che si attende una reazione immediata, ma quella che coinvolge la persona in maniera attiva affinché si adoperi perché i suoi desideri ed i suoi obiettivi si possano realizzare. Per arrivare a questo livello è necessario elevare sé stessi verso un valore più profondo della forza della preghiera e cercare di mettere in campo le proprie energie per raggiungere il grado più elevato di comprensione di ciò che realmente è la preghiera: la preghiera cambia la persona.
Una storia di vera bontà per celebrare Yom Kippur
a cura dell’Ufficio Rabbinico
Questa storia dell’Alter Rebbe che si svolge a Yom Kippur dimostra che la vera bontà non si manifesta in un tripudio di gloria, ma spesso comporta un coinvolgimento per nulla manifesto, per esempio prendendosi cura di persone bisognose in modo invisibile.
Per fare Teshuvà, bisogna sapere perdonare se stessi
di Daniele Cohenca
Questo cammino richiede una grande presa di coscienza, come visto, ma anche una grande consapevolezza e conoscenza di sé stessi; possiamo mentire a chiunque, nasconderci e mascherarci: non possiamo mentire o nasconderci a noi stessi, né a Dio.
La Teshuvà è crescita individuale e ritorno a noi stessi, secondo Rav Kook
di Daniele Cohenca
Nel pensiero del maestro, la Teshuvà, il ritorno, è possibile solamente attraverso una crescita individuale. L’obiettivo è posizionare e sfruttare correttamente tutte le nostre facoltà ed i nostri poteri, nonché il nostro talento e le nostre ambizioni, senza farci confondere da elementi esterni erroneamente definiti come “naturali”, ossia inevitabili, imprescindibili.
Le preghiere per Tisha beAv: la Meghillà di Eichà e le Kinnot
di Daniele Cohenca
Il 9 di Av (Tisha beAv) è noto per la severità e la serietà del lutto che lo caratterizza. Sono molte le manifestazioni luttuose che devono essere mettere in pratica ed alcune riguardano anche la liturgia, cioè l’ordine quotidiano delle preghiere.
Devar Torà / I cattivi pensieri
di Ufficio Rabbinico di Milano
Nel 17 di Tamuz avvennero 5 cose: vennero spezzate le Tavole della Legge, cessò il sacrificio quotidiano nel Primo Santuario, fu fatta una breccia nelle mura di Yerushalaìm nel periodo del Secondo Santuario, il malvagio Apostemos bruciò la Torà e pose un’immagine nel Santuario.
Le mitzvot di Purim e le regole per una festa in sicurezza
Per la pandemia, Si potrà accedere ai Battè Knesset per sentire la lettura della Meghillà solo su prenotazione fino a esaurimento posti della capienza di ogni sinagoga, e per permettere al maggior numero di persone di assistere si potranno organizzare più minianim. Qui tutte le regole.
Oggi inizia il digiuno del 9 di Av. Alcuni insegnamenti secondo Rav Jonathan Sacks
di Redazione
Considerato da molti il giorno più triste della storia ebraica, il 9 di Av e il periodo di 3 settimane che lo precedono contengono molti insegnamenti importanti per il popolo ebraico. Qui l’opinione del noto Rav Lord Jonathan Sacks, ex rabbino capo del Commonwealth.
Devar Torà / Le Halakhot del 9 di Av
Pubblichiamo alcune delle regole relative alle settimane che vanno dal 17 di Tammuz al 9 di Av.
Il conteggio dell’Omer: godiamo di ogni minuto del nostro tempo
Il periodo tra la festa di Pessach e quella di Shavu’ot è il tempo della Sefirà, il conteggio.