di Sofia Tranchina
Tempo, attenzione, idee: dedicarsi agli altri vuol dire mettere in circolo nuove forze e energie, guardare agli Altri come parte di noi, e a noi stessi come parte di un Tutto. Molti enti, associazioni ebraiche e movimenti giovanili si impegnano nell’aiuto del prossimo.
Ebraismo
Volontariato Federica Sharon Biazzi: da vent’anni, un aiuto a chi ne ha bisogno
di Ester Moscati
Una presenza concreta contro la solitudine, riconosciuta da Comune e Protezione civile. Lo scopo è quello di «sostenere, confortare e stare vicino alle persone».
Tzedakà: aiutare gli altri per trovare il proprio posto nel mondo e “salvare” se stessi (forse)
di Ilaria Myr
Non solo pietà o carità ma autentica norma etica, atto di giustizia e pietra angolare della società civile. La Tzedakà e la ghemilut hasadim sono una costante di tutte le feste ebraiche
Cani, gatti, pesci rossi… Da rispettare, amare, nutrire “prima di noi”, come insegnano i nostri Maestri
di Marina Gersony, Ilaria Ester Ramazzotti e Sofia Tranchina
Per sopportare meglio la solitudine del lockdown molti hanno “adottato” cani e gatti. La normativa ebraica prescrive la misericordia e il rispetto per gli animali e i loro sentimenti. Perché i pet (ma anche mucche, vitelli, asini…) provano emozioni e hanno molto da insegnarci
Ebraismo e vegetarianismo, un dibattito dell’Università di Tel Aviv
di Nathan Greppi
Sebbene presentino molte differenze, la kashrut e lo stile di vita vegetariano presentano alcuni punti in comune: entrambi pongono molta attenzione sul fatto che gli animali non devono soffrire, tanto che diversi illustri rabbini come Rav Jonathan Sacks, già rabbino capo del Regno Unito scomparso nel 2020, hanno scelto di essere vegetariani. Un tema complesso, che è stato al centro del dibattito su Zoom Judaism & Vegetarianism, tenutosi domenica 14 novembre e organizzato dall’Istituto Kantor dell’Università di Tel Aviv.
I vegetariani e l’ebraismo contemporaneo
Chi si occupa da anni di studiare il rapporto tra l’etica ebraica e quella vegetariana è Rav David Rosen, già rabbino capo d’Irlanda e oggi responsabile per il dialogo interreligioso del Comitato Ebraico Americano. Ha spiegato che “preservare il creato” evitando di mangiare carne è inteso da alcuni rabbini come il massimo gesto per seguire i precetti della Torah. Ha ricordato che “queste idee non sono nuove,” poiché altri celebri rabbini del ‘900, come Rav Abraham Kook e Rav Joseph Soloveitchik, le hanno formulate nel corso dei decenni. A ciò si aggiunge il fatto che nel Gan Eden non si mangiavano animali, e pertanto uno stile di vita vegetariano richiama una visione ideale del mondo.
Anche Rav Ronen Lubitch, presidente dell’associazione religiosa israeliana Ne’emanei Torah Va’Avodah, ha fatto notare come “il primo uomo, Adamo, era vegetariano. Solo dopo ha iniziato a mangiare carne.” Ha aggiunto che oggi è molto più difficile rispetto al passato mantenere la kashrut, poiché negli allevamenti intensivi gli animali quali le mucche e le galline subiscono sofferenze inenarrabili.
La macellazione kasher in Europa
Da anni diversi stati europei cercano di mettere al bando la macellazione rituale, sia kasher che halal, con la scusa che essa non permetta di alleviare le sofferenze degli animali; ma è davvero questa la motivazione? Talia Naamat, avvocatessa e ricercatrice dell’Istituto Kantor, ha ricostruito la vicenda attraverso varie slide: dal 1974 al 2009, le regole europee sull’uccisione di animali per scopi alimentari prevedevano delle esenzioni per la macellazione rituale. Il primo paese a tentare di metterla al bando senza successo fu la Polonia, nel 2002 e nel 2013. Chi invece è riuscito a metterla al bando sono l’Olanda (2011), Estonia, Slovenia (entrambe nel 2013), Danimarca (2014), Belgio (2017) e la Grecia (ottobre 2021).
Ci sono varie dinamiche da tenere in considerazione: c’è chi pensa che sia dovuto al fatto che giudici laici interpretano male pratiche religiose, e chi pensa che le messe al bando siano motivate dall’ostilità verso i musulmani, che si manifesta in leggi ostili sia al cibo halal che alla kashrut.
Il vegetarianismo nella letteratura yiddish
Già nel secolo scorso importanti scrittori di lingua yiddish come Isaac Bashevis Singer predicavano uno stile di vita vegetariano. Bilha Rubinstein, traduttrice dallo yiddish all’ebraico, ha raccontato che in Singer riferimenti all’argomento si trovano già nel suo romanzo del 1933 Satana a Goray, dove prima ancora che l’autore diventasse vegetariano si inizia a percepire una certa sensibilità. A parte lui, anche Sholem Aleichem ha trattato il vegetarianismo nei suoi scritti.
Arriva da Morashà il Siddur di rito italiano traslitterato
di Sofia Tranchina
Il progetto, inaugurato quasi dieci anni fa con l’edizione traslitterata dedicata allo Shabbat, aveva visto sin da subito una calorosa accoglienza. La casa editrice dà la possibilità di sostenere il progetto, dedicando il siddur ai propri cari.
Rosh Hashanà: tra libertà e responsabilità
di Rav Alfonso Arbib, Rabbino Capo della Comunità di Milano
La caratteristica fondamentale dell’essere umano è la sua libertà. Ma essere liberi significa essere responsabili delle proprie scelte. L’importanza della famiglia ebraica per tutta la comunità. Rosh Hashanà è chiamato Yom hazikkaròn, giorno del ricordo, e Yom HaDin, giorno del Giudizio
La Shemità: una pratica ebraica per salvare il pianeta
di Sofia Tranchina
Durante l’Anno Sabbatico, come prescritto dalla Torà, il contadino non può seminare, piantare, tagliare né mietere nelle proprie coltivazioni. Una pratica che ha implicazioni ambientali e sociali importanti. Qui un approfondimento alla vigilia di Rosh ha Shanà, quando avrà inizio la Shemità.
Ritratto di Rav Kook, fine pensatore del sionismo religioso
di Daniele Cohenca
Considerato il primo Rabbino “moderno”, in quanto fervente sionista si è spesso scontrato con coloro che vedevano nel sionismo la sola forte componente laica e, di conseguenza, ne è derivata una interpretazione distorta della sua immagine.
Kollel del Tempio Centrale di via Guastalla: un nuovo corso sui commenti alla Parashà
di Roberto Zadik
Da domenica 11 luglio il Kollel del Tempio Centrale di via Guastalla inaugura un nuovo corso sui commenti alla Parashà, illustrati dalla verve e dall’approccio poliedrico e brillante di Zvi Blechstein. Gli incontri sono rivolti, in particolare, a signori e signore dai 60 ai 120 anni
Un Purim di “tre giorni” a Yerushalaim
di Rav Alberto Somekh (articolo tratto da Kolot)
Con il cosiddetto Purim Meshullàsh (“triplice”, ovvero “di tre giorni”) la Meghillat Ester si leggerà il 14, giovedì sera e venerdì mattina, in pratica come nel resto del mondo: la logica ci dice infatti che la lettura della testimonianza degli avvenimenti può essere anticipata rispetto alla data della loro commemorazione, ma mai ritardata.
Scuola Tempio si ingrandisce fino alla fine di Sukkot per ospitare le persone della nostra Comunità
di Roberto Zadik
L’ampliamento della sinagoga è avvenuto attraverso il montaggio di una struttura nel Giardino della scuola in cui si potrà pregare e festeggiare Sukkot, grazie anche alla decisione di noleggiare altri due moduli per aumentare la capacità della costruzione, fino ad un massimo di capienza interna di 130 posti disponibili.