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Incontro tra Piero Fassino e l’Ugei

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In occasione della decima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica, svoltasi domenica 6 settembre in ben 59 città per promuovere una maggior conoscenza delle feste e delle tradizioni ebraiche, Piero Fassino ha incontrato e si è confrontato con i rappresentanti dell’Ugei, l’Unione dei Giovani ebrei Italiani. Accolto calorosamente dal presidente dell’associazione, Daniele Nahum, nella Sinagoga Centrale di via Guastalla a Milano, Fassino ha affrontato il tema delle minoranze, sempre più di rilievo nel nostro Paese

Corso di giornalismo per giovani della Comunità

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può essere raccontato l’attentato terroristico di Mumbai? Come si costruisce un’intervista senza farsi irretire dallo charme del personaggio? Come si fa la scaletta di un’inchiesta, un reportage o un pezzo di cronaca nera? Questi e altri argomenti saranno il cuore del 1° Corso Enzo Biagi per Giovani Giornalisti della Comunità Ebraica. Con docenti-giornalisti d’eccezione: da Gad Lerner a Magdi Allam, da Andrea Monti (direttore del settimanale OGGI) a Stefano Jesurum, a Paolo Salom (Corriere della sera). Direttore del corso è Fiona Diwan (attuale neodirettore del Bollettino e del sito Mosaico)

L’Ugei impegnata per la libertà religiosa

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ma l’autonomia”; “La natura della mia visita non è politica, non voglio creare problemi allo Stato e alle autorità dei paesi che visito'”. Eppure non sono state sufficienti queste concilianti dichiarazioni a far sì che il Dalai Lama, autorità spirituale del Tibet occupato dalla Cina, fosse ricevuto con i dovuti onori nel parlamento italiano, dai politici italiani e anche dal Papa. La Lombardia si è distinta con il presidente Formigoni e il sindaco di Milano Letizia Moratti, che hanno accolto con calore Tenzin Gyatso, massima autorità spirituale del Buddismo Tibetano.
E si sono distinti i giovani ebrei italiani, che al diktat all’ostracismo decretato dagli ambasciatori cinesi hanno risposto con un incontro di preghiera sulla “Libertà religiosa nel mondo”.

Congresso Ugei a Bologna

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il 13° congresso dell’Unione Giovani Ebrei Italiani che ha coinvolto un centinaio di partecipanti. In rappresentaza dell’Ucei era presente Claudia De Benedetti. È stato eletto il nuovo consiglio

I giovani? Ripartono dal cuore

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Il loro impegno ebraico si chiama Jcorner ed è davvero fuori dal comune. Le feste, le attività giovanili, i soggiorni di vacanza assomigliano a quelli che avrebbero potuto organizzare molte altre istituzioni comunitarie e giovanili.

L’incontro fra i giovani ebrei del Centroeuropa

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mi convinco sempre di più che noi giornalisti faremmo cosa utile imparando a tacere. Non nel senso, ovviamente, di sottostare passivamente a qualche censura, ma in quello di imparare ad ascoltare gli altri. E soprattutto di lasciare spazio ai giovani.
Mentre stavo mettendo giù qualche pensiero per il primaditutto di questi giorni, ho pensato che forse quello che avrei voluto dire ai lettori per una volta potrebbe attendere qualche giorno.
L’urgenza di esprimersi non deve impedirci di saper ascoltare. E il miglior servizio che possiamo rendere a noi stessi e alle nostre comunità è quello di dare voce alle giovani generazioni, insegnare loro a farsi sentire nella società contemporanea e mettere loro a disposizione gli strumenti per fare confronti, ragionare e lanciare un proprio messaggio.
L’incontro degli scorsi giorni fra i giovani ebrei del Centroeuropa costituisce un’occasione straordinaria per mettersi in ascolto.

I giovani e le risorse per il futuro

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che aderiscono all’Unione dei giovani ebrei d’Italia (Ugei) hanno appena concluso a Livorno il loro dodicesimo congresso. La relazione del segretario dell’organizzazione Tobia Zevi è a disposizione del lettori di Mosaico nello spazio dedicato all’intervento. Al di là dei risultati di questa importante assise, i quali forse interessano più alcuni addetti ai lavori che tutto il grande pubblico, ricordare che un tale appuntamento abbia avuto luogo va oltre il ritualistico riconoscimento di quanta importanza abbiano i nostri giovani.

Istituzioni sclerotizzate, leadership talvolta distratte e un sistema di informazione che finisce spesso per ripetere stancamente se stesso, rintanato nel quieto vivere di un’ossequienza che serve a rassicurare solo i propri inventori; hanno finito per relegare i giovani in una posizione secondaria ed emarginata. Escluderli, evitare di ascoltarli, ha costituito un errore imperdonabile, una maniera di più per abdicare al proprio futuro.