di Naomi Stern
Quale può essere il desiderio di una neo diciottenne con una passione sfrenata per la moda? Aprire un proprio negozio a Parigi, sugli Champs-Élysées. Questo è il sogno di centinaia di ragazze e di una in particolare, Bracha Benhaim. Bracha è una ragazza dallo sguardo dolce, ha un profilo Facebook da 3400 amici ed ha appena completato i suoi studi in un seminario ultraortodosso di Gerusalemme.
Se fosse italiana si chiamerebbe Chiara Ferragni: Bracha è infatti al centro dell’attenzione israeliana come stilista emergente del settore haredi. Alla sua giovane età, Benhaim ha il suo business fiorente e una sua marca, che è diventata l’ultima mania tra le ragazze di Gerusalemme.
“Ho iniziato quando ero ancora a scuola” dice in un’intervista a Ynet. Residente nel quartiere di Bayit Vegan, Bracha Benhaim ha frequentato un corso di cucito come molti dei suoi amici. “Ho iniziato a fare vestiti per me stessa seguendo da una parte la legge ebraica e dall’altra il mio gusto personale”.
I vestiti confezionati da Bracha hanno subito attirato l’attenzione delle sue amiche e, man mano che la voce si è sparsa, le sono iniziate ad arrivare diverse richieste di abiti da parte di amici degli amici.
Ma cosa ha trasformato Bracha Benhaim da una sarta dilettante in un vero e proprio marchio di successo tra le giovani donne haredi di Gerusalemme?
“E’ stata una vendita di abbigliamento organizzata, come spesso si fa nel settore haredi, da mia sorella a casa nostra” dice Benhaim. “Ricordo di aver detto a me stessa: perché non provare a creare un piccolo stand con i vestiti che ho confezionato in questi mesi? Il risultato è stato clamoroso, i vestiti sono andati a ruba e ho ricevuto moltissime richieste da parte di clienti nuovi!”.
La collezione Benhaim è molto diversa dal normale abbigliamento haredi che inonda le strade di Gerusalemme: una lotta contro gli abiti pesanti dai colori sempre uguali del nero, bianco e blu e dai noiosi colori pastello. “Ho un gusto giovane” chiarisce Bracha Benhaim. “Vengo dalla stessa parte di pubblico che vorrei vestire. Ho frequentato un seminario di ragazze religiose e so in prima persona ciò che piace e ciò che attira le ragazze della mia età. Tutti i miei abiti sono, di conseguenza, molto leggeri e colorati”.
Ad oggi, quello che era nato come un gioco, è diventato un vero e proprio business per Bracha: i suoi clienti non sono più solo ragazze religiose e compagne di classe. Molte persone esterne al suo ambiente hanno infatti iniziato a voler indossare un capo creato da lei. Ed è così che oggi Bracha ha un laboratorio per la produzione delle sue collezioni.
“Lavoro con sarte che hanno 30 anni di esperienza in questa professione” dice. “Oggi non ho più tempo per cucire abiti per me stessa. Io mi occupo di disegnare la collezione, di selezionare i tessuti. Le sarte si occupano poi di tutto il resto”.
Ma come ha reagito la società haredi di fronte a una ragazza di un seminario religioso che ha alzato la testa dai libri e ha iniziato la propria attività di moda? Bracha Benhaim risponde che, finora, le reazioni sono state completamente solidali. “E’ ovviamente una cosa nuova per loro”, dice, “ma lo vedono favorevolmente. Non sto andando contro la Halachà, non sto facendo nulla di sbagliato. Sto prendendo la moda, che è una cosa materiale, e sto cercando di elevarla, prendendo l’Halachà come base di tutto”.
Le sue collezioni si ispirano ai migliori designer del mondo. “Mi piacciono molto Valentino, Chanel e linee di Dolce & Gabbana” dice. “Questi stilisti conservano uno stile classico che risponde bene anche alle esigenze halachiche. Allo stesso tempo, inserisco i loro mondi all’interno dei miei luoghi. Ho molti disegni che sono stati ispirati da una visione o da un’esperienza che ho vissuto, non per forza da qualcosa che ho visto in passerella. La mia più grande ispirazione viene infatti dai tessuti stessi. Vedo il tessuto e il capo che vorrei produrre mi salta subito in mente. I materiali sono fondamentalmente la mia vera fonte di ispirazione”.
Benhaim ama la semplicità e il colore e non rinuncia a vestire ragazze di tutte le forme. “Ho preso una serie di modelli e li ho provati su diverse ragazze. Il risultato è stato che, indipendentemente dalla loro struttura corporea, ne uscivano valorizzate e soddisfatte”.
“Ma è’possibile quindi che un giorno, alla fashion week di Parigi, vedremo Bracha Benhaim accanto a Alber Elbaz?”, chiede il giornalista.
“A Dio piacendo”, la risposta di Bracha.