I clown medici israeliani e la medicina del sorriso in tempo di guerra

di Pietro Baragiola
Tra le numerose unità d’emergenza scese in campo per aiutare i civili e i soldati feriti dagli attacchi di Hamas, c’è un gruppo che ogni anno si dedica a portare gioia a più di 200.000 pazienti ospedalizzati: sono i Dream Doctors, i clown medici professionisti.

Fondata nel 2002, questa organizzazione no-profit è composta da 121 volontari che operano in 32 ospedali israeliani, affiancandosi ai team medici in più di 40 diversi tipi di procedure.

“Il nostro scopo non è far ridere ma giocare con bambini e adulti per aiutarli a sconfiggere i loro traumi” ha affermato Iris Lia Sofer che, nel ruolo del clownOlive Emla”, si considera la fiera leader del “Commando del naso rosso” del Centro Medico Sheba, vicino a Tel Aviv.

In un’intervista rilasciata a The Times of Israel, Sofer ha spiegato che quando le persone sono ricoverate in ospedale spesso si sentono come se perdessero il controllo su tutto e i Dream Doctors glielo fanno recuperare, permettendo ai pazienti di esprimere le emozioni che non possono o non sanno esprimere verbalmente. “Lo fanno interagendo con me e guardandomi mentre rifletto i loro sentimenti”.

Armata della sua fedele borsa piena di giochi, Sofer cerca di distrarre anche solo per un secondo i diversi reparti dell’ospedale dal dolore causato dalla guerra contro Hamas. “Sono stato un clown medico per decenni. Ho lavorato durante la pandemia COVID, operazioni militari e altre guerre, ma questo è diverso” ha dichiarato David Barashi (in arte “Dush”), uno dei colleghi clown di Sofer. “L’intera società è traumatizzata: non solo coloro che ricevono le cure ma anche quelli che le prestano”.

Il presidente dei Dream Doctors Tsour Shriqui ha vissuto sulla sua pelle i traumi del conflitto, essendo stato costretto ad abbandonare la propria casa perché troppo vicina alla Striscia di Gaza. Shriqui, capendo subito il contributo importante che i suoi clown medici potevano portare alle migliaia di civili traumatizzati, ha deciso di mobilitare l’operazione Healing Hearts per mandare ogni giorno nuove coppie di Dream Doctors nei centri medici che ne hanno più bisogno. “Con la nostra estesa esperienza ci dedichiamo a raggiungere il maggior numero di persone nel modo più rapido possibile, creando momenti di pace e serenità in questo clima allarmante”.

La storia dei Dream Doctors

L’organizzazione è stata fondata dall’israeliano Jacob Shriqui (padre di Tsour) che lavorò per diversi anni a Ginevra nel campo dell’assistenza sanitaria. Un giorno, vagando tra i reparti del suo ospedale, Jacob vide un giovane paziente che rideva insieme ad un dottore vestito da pagliaccio e rimase talmente commosso da quella scena insolita (ai tempi i clown medici non esistevano ancora nel suo Paese) che decise di usare i suoi contatti a Ginevra per raccogliere i fondi sufficienti a lanciare l’iniziativa “Dream Doctors” in Israele.

Nel settembre 2001 l’organizzazione contava appena 3 clown mentre oggi sono 121 diffusi su tutto il territorio. “Sono tutt’ora stupito dall’apertura con cui gli staff medici israeliani hanno accolto l’idea di mio padre integrando i clown nei loro team” ha affermato Tsour, spiegando che l’unico problema iniziale era convincere dottori e infermiere dei benefici che poteva portare la presenza di un pagliaccio durante i prelievi del sangue: il bambino non piange perché il clown è lì a giocare con lui.

Dalla sua fondazione la missione principale di Dream Doctors è stata quella di promuovere il medical clowning come un’ufficiale professione paramedica, parte integrante dello staff medico ospedaliero, in modo che ogni paziente piccolo o grande possa trarne beneficio.

Grazie all’immenso contributo che l’iniziativa ha portato negli anni nelle diverse aree disastrate di Israele, nel 2016 l’IDF ha riconosciuto ufficialmente i clown medici di Dream Doctors come riservisti nelle loro missioni di supporto umanitario.

“Il nostro è un linguaggio universale che si adatta ad ogni età, razza, religione, cultura e contesto socio-economico, rispettando i valori ebraici fondamentali della vita, della dignità umana e di un sano senso dell’umorismo” ha affermato Tsour, orgoglioso.

 Curando i pazienti

Sono 20 anni che Nimrod Max Eisenberg si è unito ai Dream Doctors come membro dei clown medici del Tel Aviv Sourasky Medical Center e l’iniziativa continua a regalargli ricordi unici.

Eisenberg ha raccontato come, lo scorso 9 ottobre, una famiglia di cinque del Kibbutz Nit Oz è stata trasferita nel suo centro per ricoverare il figlio di 14 anni rimasto ferito negli attacchi di Hamas. “L’intera famiglia voleva restare con lui perché non avevano più una casa dove stare, visto che la loro era stata bruciata dai miliziani” ha spiegato Eisenberg.

Appena arrivarono i clown, la più piccola della famiglia (una bambina di 8 anni) chiese loro di andare via. “Andarcene via quanto velocemente?” rispose Eisenberg e, insieme al suo team, iniziò a correre in giro frenetico, sbattendo contro le pareti della stanza fino a far scoppiare a ridere la bambina. “La sorella di 16anni era più restia tanto che, quando le chiesi il suo nome, lei rispose ‘il mio nome non è importante’. Così decisi di giocare su questo dicendo: ‘Piacere di conoscerti il mio nome non è importante.’ Nel giro di 30 minuti eravamo riusciti a far ridere tutta la famiglia”.

Questo tipo di slapstick humor è una delle armi più efficaci dei clown medici perché, secondo Eisenberg, “bypassa l’intelletto umano e fa scoppiare automaticamente a ridere”.

Con i soldati invece l’approccio è diverso. Eisenberg ha raccontato che nello stesso ospedale era stato ricoverato un militare che aveva perso una gamba nei combattimenti e i suoi famigliari erano visibilmente devastati. Così il team di clown medici decise di entrare nella stanza con grande rispetto e rivolgere le loro battute ad un’anziana signora nel campo visivo della famiglia, iniziando a parlare e scherzare con lei.

“Hey se ti accompagniamo a casa cosa ci cucini di buono? Facciamo festa usciti da qui?”: non solo questi termini goliardici riuscirono a far divertire l’anziana ma a poco a poco anche la famiglia del soldato, sentendo quella bizzarra conversazione, iniziò a sorridere.

“Questa è una tecnica che usiamo spesso: se qualcuno ha bisogno di noi ma non si vuole aprire ci occupiamo di qualcuno lì vicino” ha spiegato Eisenberg, raccontando emozionato il fatto che la famiglia del soldato arrivò persino ad abbracciare il suo team, ringraziando lui e gli altri clown del senso di serenità che avevano portato nella stanza.

Anche Sofer ha visitato diversi soldati feriti nella sua carriera da clown medico. “Le basi sono le stesse tra soldati e bambini: l’obiettivo è sempre quello di vedere e toccare l’anima del paziente”. Sofer ha ammesso di usare un repertorio tutto suo in queste situazioni: fingendosi il chirurgo curante e chiedendo ai soldati se sono single, ironizzando sul fatto che lei è disponibile, o inventando storie divertenti nel tentativo di distrarli anche solo per un attimo dalla loro situazione attuale.

I Dream Doctors sono presenti non solo per i pazienti ma anche per il personale medico degli ospedali, abbracciandoli e rincuorandoli con attività personalizzate: nel reparto pediatrico del centro medico Sheba i clown hanno organizzato un “matrimonio a sorpresa” per un’infermiera e il suo compagno che avevano dovuto cancellare il loro giorno speciale a causa della guerra.

Persino gli stessi volontari non sono immuni dai traumi portati dal conflitto. Sofer, infatti, ha ammesso di aver avuto momenti di grande sconforto in cui, entrando in ospedale, aveva iniziato a piangere. “Ma quando mi sono cambiata e sono diventata ‘Olive’ tutto è cambiato” ha affermato la giovane donna. “È un personaggio completamente diverso e fa per me quello che io faccio per gli altri: sta curando la mia anima”.