La sinagoga di Manama in Bahrein

L’ex Ambasciatrice Bahrein: “L’antisemitismo cresce in Occidente, ma non è un problema nei paesi arabi del Golfo”

di Francesco Paolo La Bionda
Nel corso di una conversazione con Alan Kadish, Presidente dell’università privata ebraica newyorchese Touro College, l’ex Ambasciatrice del Bahrein negli Stati Uniti Houda Nonoo, appartenente alla comunità ebraica bahreinita, ha osservato come l’antisemitismo sia in crescita in Occidente, ma non costituisca un problema nei paesi arabi del Golfo.

Secondo il racconto di Nonoo, il Regno del Bahrein è da lungo tempo impegnato per la coesistenza e il dialogo interreligioso e la vita ebraica è florida al suo interno, con le famiglie di fede mosaica che vivono insieme alla popolazione musulmana condividendo eventi culturali e festività e presenziando anche alle rispettive cerimonie nunziali.

Il paese effettivamente ospita oggi l’ultima comunità ebraica autoctona del Golfo e possiede la più antica sinagoga e l’unico cimitero ebraico funzionante nella regione. La comunità locale ammonta a circa cinquanta persone, a cui si aggiungono numerosi ebrei espatriati o membri del personale militare americano di stanza nell’isola. La sinagoga è stata di recente restaurata e ha cominciato a tenere funzioni in presenza per lo Shabbat man mano che la pandemia ha iniziato a recedere.

Houda Nonoo, ex ambasciatrice del Bahrein negli Usa
Houda Nonoo, ex ambasciatrice del Bahrein negli Usa

 

L’ex Ambasciatrice ha poi raccontato come la comunità abbia vissuto l’adesione della monarchia agli Accordi di Abramo: “Una delle motivazioni primarie del patto è stata quella di creare un futuro migliore per i nostri figli. Stiamo fornendo loro un esempio su come dovranno concentrarsi sulla costruzione di relazioni e non di muri”. Ha anche ricordato con emozione la sua prima visita in Israele a novembre 2020, come parte della delegazione del Ministro degli Esteri bahreinita.

Nonoo, che è anche un’imprenditrice, vede inoltre molte opportunità di collaborazione economica tra il suo paese e Israele, in un’ampia gamma di settori: nel petrolifero, nella cyber-security, nell’industria manifatturiera, nella finanza, nella sanità, nella formazione e nel turismo. Riguardo a quest’ultimo, ha voluto sottolineare come gli hotel del Regno abbiano già cominciato a fornire pasti kasher ai turisti ebrei.

Mosaico ha avuto modo di approfondire ulteriormente questi temi lo scorso maggio nellintervista a Ebrahim Dawood Nonoo, cugino di Houda e Presidente dell’Associazione delle Comunità Ebraiche del Golfo – in inglese Association of Gulf Jewish Communities (AGJC) – nata per facilitare l’accesso a risorse e servizi utili per la vita religiosa da parte degli ebrei presenti nella regione.