Dallo Yemen a Israele: il difficile cammino degli ebrei

di Paolo Castellano

ebrei-yemenPer un ebreo è molto pericoloso vivere in alcune nazioni dove è presente una situazione politica instabile e dove non c’è nessuna tutela religiosa. Le comunità ebraiche che subiscono tali condizioni sono esposte ad intolleranza e di conseguenza il numero dei propri membri è destinato a disperdersi fino a scomparire.

Dalla fine della seconda guerra mondiale la Jewish Agency si occupa di salvare e di riportare gli ebrei stranieri in Israele. Come riporta il Times of Israel, l’ultimo caso noto è stato quello che ha riguardato la comunità degli ebrei dello Yemen. Tra domenica 18 e lunedì 19 marzo, 17 persone – tra di loro c’erano anche donne e bambini – hanno preso un volo segreto per Israele. Il rabbino di Raydah (città poco lontana dalla capitale yemenita) ha inoltre portato con sé un rotolo della Torah vecchio di 600 anni. Nathan Sharansky, presidente della Jewish Agency, ha inoltre dichiarato che la riuscita operazione «è un momento storico per Israele e per l’aliyah».

La comunità ebraica yemenita ha radici antichissime. E’ nata infatti più di 2000 anni fino ad avere 50 mila membri nel secolo scorso. 50 componenti della comunità hanno però deciso di rimanere in Yemen nonostante i bombardamenti e la guerra civile. Inoltre negli ultimi giorni uno di loro è stato arrestato per aver sottratto di nascosto il rotolo antico appartenente al “popolo yemenita”.

Lo Yemen, in questo momento sotto il controllo dei ribelli sciiti Houti, aveva inizialmente fatto un accordo con la Jewish Agency per far emigrare gli ebrei in totale anonimato. Questa precauzione doveva garantire ai restanti una sorta di protezione da possibili atti di intolleranza.

Ma così non è stato. Infatti i media arabi yemeniti con una campagna mediatica opprimente ed aggressiva hanno incalzato il governo fino a spingerlo a far arrestare lo scorso 21 marzo un ebreo innocente, lo ha riportato il Jewish Chronicle.

A questa accusa se ne è aggiunta un’altra. I viaggiatori sarebbero atterrati nell’aeroporto della Giordania e non a Ben Gurion di Tel Aviv come è stato riportato da molti i quotidiani. La Giordania si è giustificata dicendo che sono stati ospitati non in quanto ebrei ma in quanto cittadini yemeniti.