L'Arcivescovo Victor Manuel Fernandez

“Anche per gli ebrei per compiere la Legge ci vuole il cuore”: la risposta del Vaticano alle critiche del Rabbinato d’Israele

di David Fiorentini

Di fronte ai malumori suscitati in numerosi ambienti ebraici dall’omelia pronunciata dal Papa lo scorso 11 Agosto, finalmente il Vaticano, nella persona dell’Arcivescovo di La Plata Victor Manuel Fernandez, ha pubblicato un commento alle parole del Pontefice. Nonostante non si faccia esplicitamente riferimento alla lettera inviata dal Gran Rabbinato d’Israele, l’articolo, pubblicato in prima pagina sul giornale vaticano L’Osservatore Romano, tratta precisamente la questione teologica sollevata dal Rabbino Arusi. 

Inizialmente, Papa Francesco aveva detto che “la Legge – riferendosi alla Torah – non dà la vita, non offre il compimento della promessa perché non è capace di poterla realizzare. (…) Chi cerca la vita deve guardare alla promessa e al suo compimento in Cristo”. Un presupposto inconcepibile per la comunità ebraica, che, spiega il Rabbino Capo di Roma Riccardo Di Segni, “ripropone l’idea che, con l’arrivo di Gesù, il Dio dell’Antico Testamento è cambiato: prima era severo e vendicativo, poi è diventato il Dio dell’amore.

L’Arcivescovo Fernandez, da sempre vicino al Pontefice come suo consigliere teologico, si è assunto il compito di provare a chiarire lo spiacevole inconveniente. “Le tradizioni ebraiche riconoscono anche che per compiere integralmente la Legge occorre un cambiamento che parte dai cuori. – spiega Fernandez – Cristiani ed ebrei non diciamo che a valere è il compimento esteriore di certe usanze senza l’impulso interiore di Dio.”

In altre parole, il teologo cattolico prova a giustificare le parole del Papa, asserendo che egli intendesse ribadire come la sola passiva adesione alle leggi della Torah non sia sufficiente senza l’aiuto purificatore divino. Un concetto, continua l’Arcivescovo, molto radicato sia nella cultura ebraica (Ez 36, 25-27), che in quella cattolica, come disse San Tommaso d’Aquino: “anche la lettera del Vangelo ucciderebbe se non avesse la grazia interiore della fede, che guarisce”.