Verso la Terra promessa

Mondo

Kiryat Arba. Quando Tzvi Khaute arrivò in Israele sei anni fa da un remoto luogo in India, dichiarando di essere ebreo, non fu creduto dalle autorità israeliane. Ma le cose stanno cambiando. 1000 persone appartenenti alla comunità di Bnei Menashe, provenienti dall’India, oggi vivono nella Terra promessa come cittadini israeliani e questa settimana ne sono arrivati altri 218.

Membri della comunità hanno dato il benvenuto ai nuovi immigrati all’aeroporto internazionale Ben Gurion cantando canzoni tradizionali israeliane e facendo sventolare le bandiere in cui c’è scritto “I figli torneranno alla Terra promessa”.
Ma la situazione non è ancora conclusa, visto che 7000 persone appartenenti ai Bnei Menashe sono ancora in India e sperano al più presto di venire a vivere in Israele. Sono ebrei, o non lo sono? Il dibattito nel mondo politico israeliano e tutt’altro che concluso. I nuovi arrivati saranno traferiti nel nord d’ Israele nella cittadina di Karmiel, e upper Nazareth zone che sono state duramente colpite dai missili dei gruppi Hezbollah.

Il viaggio di questi nuovi 218 immigrati e stato finanziato da i Cristiani americani, a traverso un gruppo chiamato the Felloship of Christians and Jews, che investe milioni di dollari all’anno in donazioni per azioni evangeliche in Israele. Ma non tutti gli israeliani pensano che i Bnei Menashe possano essere definiti ebrei. L’opinione di alcuni è che vengano in Israele per fuggire dalla povertà in India. Le autorità rabbiniche israeliane hanno però accettato la loro discendenza dalla tribù di Bnei Menashe, ma chiedono la loro conversione all’ebraismo. Alcuni esperti hanno notato che per gli immigrati russi incluso quelli la cui appartenenza al popolo ebraico era dubbia, non ci sono state tante difficoltà. E si domandano se il gruppo dei Bnei Menashe, che sono di etnia Tibetana e Barman e che hanno dei tratti somatici asiatici, non siano vittime di discriminazione. Il gruppo dei Bnei Menashe vengono dai remoti Stati del Nordovest Mizoram e Manipur.
Arrivarono lì quando vennero cacciati da Israele dagli Assyri nell’ottavo secolo prima dell’era volgare. Nei secoli diventarono animisti e nel 19secolo dei missionari britannici li convertirono al cristianesimo. Le autorità religiose ebraiche, anche se accettano il gruppo come una delle tribù perdute, richiedono però un rigoroso processo di conversione. E altre 7000 persone della tribù saranno convertiti possibilmente già in India prima dell’arrivo in Israele. Dei 1000 Bnei Menashe, che sono arrivati con dei visti turistici nel 1990, tutti vivono oggi in Israele. Si sono convertiti e sono diventati cittadini israeliani. Ma nel 2003 il governo bloccò i visti a causa delle polemiche sull’identià ebraica dei Bnei Menashe. Queste 218 persone appena arrivate in Israele si sono gia convertite all’ebraismo in India e dunque riceveranno da subito la cittadinanza israeliana.