Un’agenzia viaggi tedesca non affitta case agli ebrei ortodossi: “fanno danni”

Mondo

di Sonia Colombo
Una normale richiesta di prenotazione di una casa vacanza in montagna può trasformarsi rapidamente in un atto discriminatorio e razzista. Sembra incredibile, ma è quello che è successo  a due famiglie di ebrei ortodossi. Un’agenzia di viaggi tedesca, la E&P Reisen, è stata accusata dalla stampa di discriminare gli ebrei ortodossi, impedendo loro di affittare una casa vacanza sul loro sito web.

Secondo il Jewish Chronicle non è la prima volta che accade un fatto del genere: poco tempo fa, nel mese di marzo del corrente anno, un’altra famiglia di ebrei ortodossi ha ricevuto un trattamento simile. L’agenzia svizzera, con casa madre a Colonia, sostiene a sua difesa che i precedenti clienti, appartenenti alle comunità ebraiche ortodosse, hanno causato ingenti danni nelle case che hanno affittato tramite il loro portale.

I fatti

Questa spiacevole vicenda inizia il 25 giugno del corrente anno, quando Channah Feldinger, di 32 anni, cerca di prenotare una casa per la sua famiglia in Svizzera e più precisamente a Parpan, nei Grigioni, una dimora pubblicizzata sul portale dell’agenzia E&P Reisen. I Feldinger, una famiglia inglese ebrea ortodossa, formata da 4 adulti e 7 bambini, avrebbero voluto trascorrere 10 giorni in montagna, ma dopo aver inoltrato la richiesta di prenotazione all’agenzia svizzera, ricevono una mail di risposta direttamente dalla casa madre, con sede a Colonia, dove viene loro annunciato che la casa non soddisfa i requisiti dei gruppi ebraici strettamente ortodossi. L’agenzia aggiunge a sua difesa che non si tratta di una questione religiosa, ma in passato ha avuto esperienze negative con gruppi di ebrei ortodossi, come anche con i ragazzi delle superiori appena diplomati. Queste due categorie di clienti, secondo un dipendente dell’azienda, non sono più benvoluti perché fanno confusione e danneggiano le case che affittano. Per queste ragioni non avrebbe affittato ai Feldinger la dimora per cui hanno fatto richiesta.

A questo punto interviene lo zio di Channah: Manny Feldinger, che rimane basito dalla risposta razzista e discriminatoria dell’agenzia. Dice che in passato ha prenotato senza problemi delle case tramite lo stesso portale; sostiene inoltre di non aver mai avuto problemi con gli affittuari, di aver sempre stipulato un’assicurazione viaggio e di aver assunto persino delle donne delle pulizie che potessero mantenere ordinate le case in affitto. Riguardo ai danni causati da precedenti clienti ebrei ortodossi, secondo quanto riporta l’agenzia, conclude la sua invettiva sostenendo che le mele marce sono ovunque. Adirato dalla vicenda, decide di riportare il fatto al quotidiano svizzero Blick. La stampa chiede immediatamente spiegazioni all’agenzia di viaggi tedesca, la quale si difende con le seguenti parole: “Siamo solo affittuari delle case e i nostri proprietari ci obbligano contrattualmente a trattare i mobili con cura”. Successivamente Manny presenta una lettera alla commissione federale contro il razzismo, la quale ritiene la risposta della E&P Reisen razzista e antisemita.

Altri atti discriminatori in Svizzera

Il Jewish Chronicle riporta che questo non è il primo caso discriminatorio da parte dell’azienda tedesca nei confronti di ebrei ortodossi. Infatti nel mese di marzo del corrente anno, un’altra famiglia, in questo caso svizzera, ha ricevuto la stessa risposta da parte della  E&P Reisen.

Il segretario generale della Federazione svizzera delle comunità ebraiche, Jonathan Kretner, ha dichiarato quindi al Jewish Chronicle:  “Quando è successo alla famiglia britannica abbiamo visto che si trattava di una politica sistematica di blocco degli ebrei.” Ha poi aggiunto: “Questa compagnia tedesca ha detto ufficialmente che non accettano ebrei: questo è un fatto completamente nuovo per la Svizzera.”

In realtà una recente indagine, riportata dal portale tio.ch, rivela che dal 2022 gli episodi antisemiti in Svizzera sono aumentati, in particolare sulle piattaforme on line e su telegram. Nel 2017 però, la Svizzera si è macchiata di un altro atto antisemita, questa volta fuori dal mondo del web: in un hotel nella località montana di Arosa, sempre in Svizzera, è apparso prima un cartello in lingua inglese, dove si richiedeva agli ebrei ortodossi di fare la doccia prima di entrare in piscina e poi un secondo che permetteva loro di usare il frigorifero solo in determinati orari. Di fronte a questi fatti incresciosi, l’allora viceministro degli Esteri israeliano, Tzipi Hotovely, aveva definito quei cartelli: “Un atto antisemita del tipo peggiore e più brutto”.

Tornando alla nostra vicenda principale, quella legata ai Feldinger, in seguito alle dichiarazioni riportate dal Jewish Chronicle, l’amministratore delegato della E&P Reisen, Rolf Peterson ha affermato: “le informazioni riportate dal JC non sono corrette”, rifiutandosi di commentare ulteriormente.

 

(Foto: iStock)