Un brivido corre lungo la schiena…

Mondo

Aprire i giornali e provare un brivido, un brivido di sconcerto. E’ la sensazione che prevale in questi giorni, e non solo per le tante disgrazie che si succedono una dietro l’altra in Italia e nel mondo.

Per esempio qualche giorno fa sul Wall Street Journal Alan Dershowitz,  professore di Legge all’Università di Harvard, raccontava la sua personale esperienza di vittima del boicottaggio delle università norvegesi contro Israele e i docenti ebrei pro-Israele. Dershowitz si era proposto per un tour di lezioni dedicate al diritto internazionale applicato al conflitto arabo-palestinese.  Il rettore dell’Università di Bergen era disposto ad accogliere la proposta purchè però facesse una lezione dedicata al caso O. J. Simpson, senza menzionare Israele, un argomento, spiegava, “troppo controverso”. Dall’Università di Oslo invece aveva ricevuto un semplice e secco “No”, senza spiegazioni.
Alla fine, scrive Dershowitz, ho capito che l’ostilità in cui sono incappato deriva dalla protesta contro Israele sottoscritta nel 2009 da accademici delle maggiori università norvegesi. Una protesta che condannava Israele non tanto per l’occupazione di Gaza e della Cisgiordania, ma dell’intera Palestina. Nelle righe che aprivano la petizione si leggeva infatti che “Dal 1948 lo Stato di Israele ha occupato il territorio palestinese…”. Primo firmatario della petizione era Trond Adersen, professore all’Università di Trondheim, il quale a proposito degli ebrei aveva dichiarato: “c’è un immenso auto-compiacimento ed egocentrismo nella mentalità tribale prevalente fra gli ebrei. Essi, nel complesso, sono caratterizzati da questa mentalità… E’ legittimo affermare ciò a proposito degli ebrei del 2008-2009 come era legittimo dirlo a proposito dei tedeschi del 1938.”

Dalla Norvegia passiamo all’Austria.  Sul quotidiano on line DerStandard.at si legge che nei pressi di Vienna il pasticciere Manfred Klaschka decora le sue torte con svastiche naziste ed elmetti delle SS; che per un battesimo fra le altre decorazioni c’è anche quella di un bambino sdraiato su una svastica e il braccio alzato nel tipico saluto nazista. “E’ per via della crisi economica” si giustifica il pasticcere. “Di questi tempi accetterei commesse di qualsiasi genere. Se mi chiedessero una torta decorata con l’immagine di Gheddafi,  farei anche quella!”. Una giustificazione che suona strana se si pensa che, per ammissione dello stesso pasticciere, le torte naziste sono “in catalogo” da otto anni! In Austria l’apologia del nazismo è vietata per legge (come in Italia l’apologia di fascismo), perciò staremo a vedere se la denuncia partita dall’associazione dei sopravvissuti di Mauthausen avrà qualche effetto sulle produzioni “artistiche” del pasticciere austriaco.
Aspettiamo di sentire qualche reazione anche alla notizia di ieri sull’utilizzo di frasi del Manifesto degli intellettuali fascisti per il programma dell’appena nato “Movimento Responsabilità Nazionale”. In esso, si legge su Repubblica.it, sono riportate intere frasi riprese dal Manifesto di Giovanni Gentile. Pigrizia intellettuale? Mancanza di tempo e fantasia, come suggerisce l’autore dell’articolo? Non sappiamo. Certo appare quanto meno curioso che per mancanza di fantasia questo nuovo Movimento abbia pensato di ispirarsi proprio ad un testo fascista.

Abbiamo citato tre episodi, diversi per gravità e tipologia, ma che presi insieme provocano una certa impressione – fanno rabbrividire, come si diceva all’inizio. Il revival nazista e fascista; l’antisemitismo esplicito – che non ha nemmeno bisogno di nascondersi dietro la falsa maschera dell’antisionismo – sono il segno che oggi non è più un tabù oltrepassare certi limiti; che il varco di una certa soglia è possibile, senza neanche troppo scandalo da parte dell’opinione pubblica. Nostalgici dei vecchi regimi e antisemiti ce ne sono sempre stati in questi decenni, si dirà. Il fatto è che oggi sembra venuta meno l’azione di “contenimento” di questi fenomeni da parte della società come anche delle istituzioni; e tutto finisce per passare come cronaca di cui ci si dimentica in un batter d’occhio.
La briglia insomma sembra sciolta e crea una certa inquietudine pensare a quale direzione potranno prenderanno i cavalli domani.