Turchia: rinasce la grande sinagoga di Edirne

Mondo

di Carlotta Jarach

La sinagoga di Edirne (Turchia) restaurata in marzo
La sinagoga di Edirne (Turchia) restaurata in marzo

Sono mesi che ci bombardano di immagini dolorose: da un lato macabre scene di guerra e di morte, e dall’altro il sistematico scempio di patrimoni artistici e culturali da parte di chi, con ignoranza, vorrebbe cancellare secoli di storia e bellezza. E così sono stati devastati il museo di Mosul, l’antica Nimrud, la città di Hatra: ma a risollevarci, in parte, una bella notizia che arriva dalla Turchia. Ha infatti riaperto di recente la Grande Sinagoga di Edirne.

Ex capitale ottomana, nota sotto i romani come Adrianopoli, Edirne è una città di confine, che all’inizio del secolo scorso ospitava oltre 20.000 ebrei: tredici erano le piccole sinagoghe esistenti, tra cui anche una a rito italiano. Nel 1907, in seguito agli incendi che portarono alla distruzione di tutti i templi, fu inaugurata la Grande Sinagoga, che poteva ospitare più di 1200 fedeli: col passare degli anni la presenza della comunità ebraica è andata a diminuire, e non c’era più nessuno che si occupasse dell’imponente palazzo, la cui cupola collassò nel 1997.

Oggi a Edirne non ci sono più ebrei, ma la Sinagoga è rinata, proprio per volere del governo turco che ha stanziato fondi per la rimessa in sesto di opere e edifici cristiani ed ebraici: oltre 2,5 milioni di dollari spesi per un restauro completo, che ha cercato di preservare al meglio l’antica atmosfera, ridipingendo i soffitti con le tecniche originali.

Grande festa dunque nell’antica Tracia, dove il mese scorso è stata ufficialmente inaugurata, tra diplomatici turchi e rappresentanti del mondo ebraico, la nuova Buyuk Sinagog, dove ha avuto luogo la consegna di un nuovo Sefer Torà, la recita del decalogo, il tutto sulle note musicali del coro della Scuola Ebraica di Istanbul.

Un lodevole tentativo di apertura e di tolleranza quello dei restauri, per dimostrare la multiculturalità di un paese come la Turchia, dove convivono tutte e tre le religioni abramitiche: nonostante agli occhi dei più scettici possa essere visto come tentativo di rendere museali le realtà non musulmane, certo è che, in questo clima, e in quei luoghi, rappresenta una sfida importante, specie dopo l’uscita di Erdogan di luglio con la quale Israele veniva definita “peggio di Hitler”.