Nikki Haley, ambasciatrice Usa all'Onu

Gli Stati Uniti riducono i fondi dell’ONU con un taglio di 285 milioni di dollari

Mondo

di Paolo Castellano
Nikki Haley,
l’ambasciatrice di Donald Trump all’ONU, lo aveva già promesso poco dopo l’approvazione della risoluzione contro la decisione degli Stati Uniti di spostare l’ambasciata USA da Tel Aviv a Gerusalemme: «Ricorderemo a lungo questo fatto e valuteremo un taglio dei fondi alle Nazioni Unite».

Sul finire del 2017 questo avvertimento è divenuto realtà. Come riportano diverse testate giornalistiche come La Stampa e Il Sole 24ORE, l’ambasciatrice Haley ha infatti dichiarato che gli Stati Uniti d’America diminuiranno di 285 milioni di dollari il loro apporto finanziario al bilancio regolare delle Nazioni Unite.

Molti esperti sostengono che il taglio americano possa rappresentare un duro colpo per le casse dell’ONU. Attualmente numerosi stati membri non possono infatti compiere ulteriori sforzi economici per coprire le spese dell’organizzazione internazionale.

È di 5,4 miliardi di dollari la cifra approvata per il bilancio ONU del biennio 2018-2019. Secondo le norme condivise e approvate da tutti i membri, gli Stati Uniti dovrebbero pagare il 22% di questo importo: i contributi vengono calcolati in base al pil di ogni singolo Paese. L’anno scorso gli USA hanno consegnato all’ONU un tesoretto di circa 1,2 miliardi di dollari.

Donald Trump ha dunque deciso di alleggerire il suo contributo: i 285 milioni di tagli incideranno soprattutto su viaggi, consulenze e altre spese operative delle Nazioni Unite. Inoltre gli USA sono i principali finanziatori delle operazioni di pace dell’ONU (i soldi impiegati per queste missioni sono però separati dal budget generale).

Come si è appreso dalle agenzie stampa, il taglio è stato negoziato il 24 dicembre. La Haley ha giustificato con queste parole tale scelta: «Non permetteremo più che la generosità degli americani venga sfruttata e sprecata. D’ora in poi, potete star sicuri che continueremo a cercare modi per migliorare l’efficienza dell’ONU, difendendo però i nostri interessi».

Come scrive il giornalista Paolo Mastrolilli de La Stampa, è vero che gli Stati Uniti pagano il 22% del bilancio, ma questo non vuol dire che le altre nazioni non contribuiscano: il 78% del budget è coperto dai restanti membri. Queste cifre non sono affatto uno spreco: si assistono i rifugiati siriani che si rifugiano in Giordania, utile partner degli USA nella lotta al terrorismo. Per Roberto Bongiorni de Il Sole 24ORE i tagli di Trump nascondono un pregiudizio ideologico. L’attuale presidente americano ha infatti ribadito più volte di non sopportare la presenza delle Nazioni Unite, che in molti casi ostacolano le sue strategie geopolitiche. Trump ha persino definito l’ONU come “un club triste che ha sprecato le sue potenzialità”.

La mossa del presidente degli Stati Uniti non sorprende più di molto. La revisione del finanziamento all’ONU è stato da sempre un chiodo fisso per Donald Trump, come testimonia questo suo vecchio tweet del 2011, ed egli ha finalmente trovato un pretesto per realizzarla.