Quella rivista per bambini è antisemita. L’Unesco taglia i fondi

Mondo

Nel febbraio del 2011 la rivista palestinese per bambini, “Zayzafuna” pubblicò il racconto di una ragazzina che in sogno incontrava Hitler. Questi, si legge nel racconto, le spiegava di aver ucciso gli ebrei “perché tutti sappiano che essi sono una nazione che diffonde la distruzione in tutto il mondo”.

La scoperta della pubblicazione di questa storia, da parte del Centro Simon Wiesenthal ha provocato un’immediata reazione presso l’Unesco – con i cui fondi la rivista veniva pubblicata.

Il rabbino Marvin Hier, fondatore e decano del Centro, ha chiesto infatti all’Unesco la sospensione dei finanziamenti alla rivista.
“Potete immaginare l’audacia di una rivista che promuove tolleranza e democrazia avendo come modello Adolf Hitler? Facciamo un appello all’Unesco perché metta fine immediatamente ai finanziamenti per la rivista Zayzafuna”.
“E ‘esattamente questo tipo di comportamento da parte dei palestinesi in ambito educativo e culturale che fa sì che la recente ammissione della Palestina all’Unesco suoni come una presa in giro”ha detto ancora.
“Attraverso una giovane ragazza, la Shoah viene presentata come un atto compiuto per il bene dell’umanità” ha dichiarato poi Shimon Samuels, direttore delle relazioni internazionali per il Centro Simon Wiesenthal. “Fino a quando Zayzafuna non si scuserà pubblicamente per il suo antisemitismo, la Palestina avrà fallito la prova di vivere secondo gli standard di adesione dell’Unesco” ha aggiunto ancora Samuels.

Fatte le opportune indagini, l’Unesco ha reso noto proprio in questi giorni, di aver sospeso i finanziamenti alla rivista “Zayzafuna”.

Il Direttore Generale, Irina Bokova, ha dichiarato che essere Stato membro dell’Unesco riguarda qualcosa di più che non il semplice innalzamento di una bandiera. “L’Unesco difende la libertà di espressione come parte integrante del suo mandato; l’inserimento in questa pubblicazione di una dichiarazione che può essere interpretata come un’apologia dell’Olocausto è contrario al mandato costituzionale dell’Unesco e ai suoi valori. È “totalmente inaccettabile”.

Copertina di Zayzafuna, febbraio 2011