ONU: non solo Memorial Day

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La Giornata del Ricordo dell’Olocausto, decretata dall’Assemblea Generale e internazionalmente riconosciuta, è stato un obiettivo raggiunto, ma un’altra vittoria che si profila all’orizzonte è quella di contrastare l’immagine unilaterale che all’Onu si ha di Israele, stato costantemente sotto attacco per il conflitto col mondo arabo e i palestinesi, soprattutto promuovendo la partecipazione professionale israeliana in tutte le agenzie dell’Onu.

Ad esempio, medici e altri esperti mai così numerosi come ora sono stati inclusi in questi uffici distaccati: una delegazione composta di 10 membri (sei ebrei e quattro arabi) di medici ha partecipato a un convegno sulla salute a Ginevra su invito dell’Onu. Sempre in campo medico, la dottoressa Dorit Nizan-Kalusky, capo del Food and Nutrition Service del ministero della Salute, dirige ora l’ufficio locale di Belgrado dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Ma non ci li limita solo al campo medico. L’accresciuta attenzione e interesse verso i professionisti israeliani arriva a includerli nell’attività dell’UNESCO (United Nations Educational, Social and Cultural Organization) che da sempre ostile a Israele ha invece recentemente nominato esperti israeliani in quattro comitati tecnici, fra cui quello che si occupa del Patrimonio Mondiale.

Si tratta di un chiaro cambio di rotta da parte delle agenzie dell’Onu, ma questi uffici che per decenni hanno costantemente permesso attacchi politici e diplomatici hanno finalmente capito che “il troppo è troppo”, come ha detto uno degli addetti ai lavori, il direttore del dipartimento delle organizzazioni internazionali del ministero degli Esteri. Che attribuisce questa inversione di tendenza al lungo lavoro dello staff di questo ministero, nonché al ritiro da Gaza. “In campo internazionale noi aspiriamo a normalizzare lo status di Israele all’Onu e negli altri organismi internazionali.”

“I delegati arabi all’OMS nel loro consueto rituale di maggio hanno presentato una risoluzione contro Israele per la situazione sanitaria nei Territori. Ora invece cominciamo a vedere i frutti dei nostri sforzi in campo professionale. Non è che di colpo si sono innamorati di noi, si tratta piuttosto del risultato di molti anni di lavoro, oltre che al disimpegno.”
Invece il segretario generale Annan si è fatto incautamente ritrarre da un fotografo davanti a una carta geografica in cui era stato eliminato il nome di Israele. Ma il fatto non è sfuggito all’occhiuto Bolton, ambasciatore Usa presso l’Onu, che, come riporta il ‘New York Sun’, ha scritto al segretario generale per chiedergli ragione non solo dell’intrigante ritratto, ma anche del perché avesse partecipato alla Giornata Internazionale di solidarietà col popolo palestinese, durante la quale si sbandierava la suddetta carta. Fatto ahimè assai più significativo in quanto “in questo periodo c’è un leader importante che sta invitando a cancellare Israele dalle carte geografiche”.