L’intelligence tedesca accusa ufficialmente il BDS di antisemitismo

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di Pietro Baragiola
Nel rapporto annuale sulle minacce al sistema democratico e alla sicurezza nazionale della Germania, la sezione berlinese del movimento filopalestinese BDS è stata definita ‘un movimento estremista comprovato ed ostile alla Costituzione’, e che ‘la sua ideologia, che nega il diritto all’esistenza di Israele, gioca un ruolo centrale all’interno del movimento anti-Israeliano presente a Berlino’.

Martedì 20 maggio, l’Ufficio federale per la protezione della Costituzione tedesca (BfV), responsabile del monitoraggio dei gruppi estremisti e della loro segnalazione al Ministero degli Interni, ha pubblicato il suo rapporto annuale sulle minacce al sistema democratico e alla sicurezza nazionale della Germania.

In questo nuovo rapporto la sezione berlinese del movimento filopalestinese BDS è stata definita ‘un movimento estremista comprovato ed ostile alla Costituzione’, aggiungendo che ‘la sua ideologia, che nega il diritto all’esistenza di Israele, gioca un ruolo centrale all’interno del movimento anti-Israeliano presente a Berlino’.

Il materiale raccolto ha evidenziato come il BDS chieda la fine dello Stato di Israele e come i suoi associati abbiano partecipato frequentemente a manifestazioni anti-israeliane sfilando cartelli con immagini antisemite, alimentando l’odio antiebraico e glorificando il massacro del 7 ottobre, ritenendolo ‘una lotta di liberazione contro il colonialismo dei coloni’ o ‘una fuga dalla prigione a cielo aperto di Gaza’.

“L’obiettivo del BDS è mettere in discussione il diritto di Israele ad esistere, isolandolo dalla comunità internazionale e agevolandone l’eliminazione” ha spiegato il Ministro degli interni tedesco Nancy Faeser che, già l’anno scorso, aveva accusato il movimento di avere legami con l’estremismo laico palestinese.

Volker Beck, presidente della Società tedesco-israeliana, ha elogiato le dichiarazioni della BfV nei confronti del BDS affermando che ‘tutte le forme di antisemitismo devono essere combattute con la stessa coerenza’.

“È importante diffondere i risultati di questo rapporto in modo che la banalizzazione o addirittura la simpatia di alcune istituzioni nei confronti del BDS cessino di esistere” ha affermato Beck al quotidiano ebraico tedesco The Jüdische Allgemeine.

Già nel 2019 la Germania è stata il primo paese a condannare il BDS come antisemita ma il tutto si è spento in un nulla di fatto. Oggi il nuovo rapporto è accompagnato dai dati registrati dall’Associazione federale tedesca dei dipartimenti per la ricerca e l’informazione sull’antisemitismo (RIAS) che ha evidenziato quanto i crimini dell’odio a Berlino siano aumentati vertiginosamente nel giro dell’ultimo anno.

 

I dati del RIAS

Secondo lo studio del RIAS, nel 2024 gli incidenti antisemiti sono stati circa 2521 (quasi 210 al mese), un aumento del 98,5% rispetto al 2023. Solo nei primi sei mesi il numero di episodi a Berlino aveva già superato il totale dell’intero 2023, raggiungendo il numero più alto mai registrato in un solo anno.

Gli studiosi hanno affermato e verificato che il 44% di questi attacchi, caratterizzati da violenze fisiche scatenate da simboli ebraici o dall’uso dell’ebraico in luoghi pubblici, è direttamente collegato agli eventi del 7 ottobre e all’odierno conflitto.

Il RIAS ha documentato anche un aumento delle manifestazioni pubbliche con inviti alla violenza, alla banalizzazione della Shoah e alla giustificazione degli attacchi terroristici di Hamas, promossi sia online che offline.

“In queste campagne, il termine “sionista” è stato utilizzato più volte per reintrodurre tropi antisemiti di lunga data sotto le spoglie di critiche politiche” ha spiegato Faeser. “La propaganda diffusa attraverso i social network funge da motore chiave della radicalizzazione, prendendo sempre più di mira i giovani e persino i bambini.”

Le manifestazioni berlinesi del BDS

Secondo quanto riportato dal quotidiano tedesco BILD, le manifestazioni che hanno generato più scalpore nell’ultimo anno a Berlino rientrano un sit-in di protesta alla stazione centrale della città, un blocco stradale e l’occupazione dell’università FU.

40 persone hanno guidato quest’ultima protesta e, sebbene sia stata velocemente sedata grazie all’intervento tempestivo delle forze dell’ordine, i manifestanti sono riusciti a distruggere mobili, computer e altre proprietà dell’università, spruzzando slogan pro-Hamas sulle scale e sulla facciata dell’ufficio del preside.

“I dipendenti che si trovavano nell’edificio sono stati minacciati fisicamente e psicologicamente da coloro che sono entrati” ha dichiarato Henry Marx, segretario di Stato berlinese per l’istruzione superiore e la ricerca. “Gli occupanti mascherati e armati di asce, seghe, piedi di porco e mazze, hanno cercato di allontanare con la forza i dipendenti dai loro uffici”.

Nelle settimane seguenti alcuni di questi manifestanti sono stati individuati e schedati, portando le autorità tedesche ad emettere ordini di espulsione nei confronti di due cittadini irlandesi, uno polacco e uno statunitense residenti a Berlino, per la loro partecipazione a queste ed altre proteste anti-Israele e pro-Hamas.

“Questi individui rappresentano una minaccia all’ordine pubblico” ha affermato Faeser. “Dobbiamo fermare il prima possibile la spirale di escalation in Medio Oriente poichè porta ad un odio ancora più disgustoso nei confronti degli ebrei del nostro Paese.”

La Germania non è l’unica nazione ad aver agito contro il BDS. Come affermato dalla Jewish Virtual Library, Spagna, Canada e Paesi Bassi sono, infatti, tra i Paesi che hanno approvato leggi anti-BDS e ad oggi hanno adottato decreti esecutivi o risoluzioni volte a scoraggiare il boicottaggio contro Israele.