di Davide Cucciati
La nuova legge vieta Hamas, le organizzazioni che ne prendono il posto o che operano sotto copertura, nonché i gruppi che agiscono su suo mandato o in suo nome. Il Consiglio federale può estendere il divieto anche ad altre organizzazioni e gruppi i cui dirigenti, obiettivi o mezzi coincidano con quelli di Hamas e che sostengano direttamente o indirettamente attività terroristiche o di estremismo violento.
Il 30 aprile 2025 il Consiglio federale svizzero ha deciso di porre in vigore a partire dal 15 maggio la legge federale che vieta Hamas e le organizzazioni a essa associate. Si tratta di un provvedimento atteso che conclude un iter politico e legislativo avviato dopo il pogrom del 7 ottobre 2023.
A seguito di quel tragico evento le Commissioni della politica di sicurezza del Consiglio nazionale e del Consiglio degli Stati avevano presentato una mozione per chiedere il divieto dell’organizzazione terroristica. Pertanto, il Consiglio federale ha incaricato il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) di elaborare un apposito progetto di legge. Il testo è stato adottato il 20 dicembre 2024 da una netta maggioranza dei membri delle Camere federali e, in assenza di referendum, il termine previsto per l’eventuale consultazione popolare è scaduto senza opposizioni il 19 aprile 2025.
La nuova legge vieta Hamas, le organizzazioni che ne prendono il posto o che operano sotto copertura, nonché i gruppi che agiscono su suo mandato o in suo nome. Il Consiglio federale può estendere il divieto anche ad altre organizzazioni e gruppi i cui dirigenti, obiettivi o mezzi coincidano con quelli di Hamas e che sostengano direttamente o indirettamente attività terroristiche o di estremismo violento, rappresentando così una minaccia concreta alla sicurezza interna o esterna. La precisazione del sostegno diretto o indiretto conferisce di fatto al Consiglio federale ampi poteri per intervenire anche contro il finanziamento dell’organizzazione o di sue diramazioni, rendendo più difficile per Hamas utilizzare il territorio elvetico come crocevia logistico o finanziario.
Le formazioni vietate sono considerate a tutti gli effetti organizzazioni terroristiche ai sensi del codice penale svizzero che prevede pene detentive fino a dieci anni per chi partecipa a un’organizzazione che ha lo scopo di commettere atti di violenza criminale finalizzati a intimidire la popolazione o a costringere uno Stato o un’organizzazione internazionale “a fare o ad omettere un atto o sostiene una tale organizzazione nella sua attività”. È punibile anche chi commette tale reato all’estero qualora l’organizzazione coinvolta eserciti, o intenda esercitare, la propria attività criminale anche solo in parte sul territorio svizzero.
La risposta di Hamas non si è fatta attendere. Secondo il giornale arabo Raialyoum, il 1° maggio 2025 l’organizzazione terroristica ha affermato: “Ci dispiace che la decisione di vietare il movimento provenga da un paese storicamente noto per la sua posizione neutrale e per la difesa del diritto internazionale umanitario. Consideriamo questa decisione un pregiudizio riprovevole nei confronti del nostro popolo, della sua giusta causa e della sua legittima resistenza contro l’occupazione, soprattutto alla luce della guerra genocida perpetrata dall’entità sionista a Gaza. Gli obblighi politici, umanitari e morali della comunità internazionale, in primis della Svizzera, richiedono un’azione urgente per porre fine alle palesi violazioni del diritto internazionale perpetrate quotidianamente dal governo Netanyahu, invece di opprimere il nostro popolo o imporre leggi che limitano le libertà e soffocano qualsiasi pressione per fermare i massacri a Gaza”. Inoltre, Hamas ha chiesto alla Svizzera di “revocare questa decisione ingiusta e ingiustificata, battersi per la giustizia e sostenere la giusta lotta del nostro popolo palestinese per porre fine all’occupazione e ottenere i propri legittimi diritti nazionali, tra cui il più importante è il diritto all’autodeterminazione e alla creazione di uno Stato indipendente sul proprio territorio con Gerusalemme come capitale”.
Con questa risposta, Hamas si conferma un attore in grado di giocare su più piani: quello politico, quello giudiziario e, come noto, quello terroristico.