La guerra fra Russia e Ucraina, vista dalla New York ebraica, “Little Odessa”

Mondo
di  Roberto Zadik  
La guerra fra Russia e Ucraina, vista dalla New York ebraica “di lingua russa” del quartiere di Brooklyn chiamato “Little Odessa”

Da circa un secolo esiste una New York ebraica che parla russo e che, nel Novecento, ha sfornato personalità fondamentali per la cultura del ventesimo secolo, dal compositore Gershwin, al comico Mel Brooks, al cantautore Lou Reed, nate nella Grande Mela ma accomunate dall’origine ebraica “russofona”.

Come stanno vivendo questo spaventoso conflitto fra Russia e Ucraina, in questi giorni tormentati, gli ebrei della Comunità di Brighton Beach situata a Brooklyn e quali sono le atmosfere e gli stati d’animo di questa zona soprannominata “La piccola Odessa”? Quante  sono le persone di origine ucraina che la compongono?

A svelare questo argomento interessante e inedito, il sito Times of Israel in un articolo firmato da Julia Gergely che riporta di persone estremamente spaventate da quanto sta accadendo nel loro Paese d’origine, dallo scorso 24 febbraio data dell’inizio dell’invasione russa. La giornalista, infatti, sottolinea che molti vivono nell’incertezza e nel panico riguardo a quanto potrà accadere alle città in cui sono cresciuti e ai loro parenti e amici che attualmente vi risiedono. “È molto doloroso – ha sottolineato Lyudmillla Ruda, immigrata ebrea ucraina, aggiungendo – questa situazione è terribile per tutti, per i soldati come per i bambini e abbiamo bisogno di aiuto”.

A confermare questo senso di smarrimento, anche l’ebreo moldavo Daniel Zeltser, a capo dell’associazione ebraica JCC di Brooklyn, evidenziando che, “nonostante la grande solidarietà sia economica sia umana verso gli ebrei ucraini e le comunità ebraiche locali da parte degli americani, che non hanno nessun legame  con il Paese, la confusione, il terrore e la paura dominano questo periodo”. L’ufficio di Zeltser ha numerosi collegamenti con le comunità ucraine nel mondo  e ha reso noto che, in Moldavia, c’è una yeshivà che sta ospitando 200 ebrei ucraini, cercando di espatriarli con visti per la Romania alla volta di Israele.

Un altra personalità interpellata dal sito, Samuel Kliger, direttore degli Affari Esteri per l’American Jewish Committee, ha spiegato che la maggioranza degli ebrei russofoni newyorchesi ha non solo espresso solidarietà verso gli ebrei ucraini ma  anche partecipato a proteste fuori dalle sedi diplomatiche russe nella città. Nonostante questo, un piccolo gruppo, stando alla testimonianza di Kliger, sostiene la Russia nelle sue offensive, anche se “le divisioni sono solamente politiche perché non ci sono differenze fra ebrei ucraini e russi in quanto in loro prevale l’identità ebraica rispetto al luogo d’origine”. Alcuni, come Inna Vernikov, emigrata negli States a 12 anni, hanno pubblicamente condannato Putin e “l’insensatezza dei suoi attacchi contro civili innocenti senza che ci sia stata alcuna provocazione”.

L’enclave russofona della Piccola Odessa newyorchese  è un mondo affascinante e tutto da scoprire, in cui ancora oggi l’inglese è assai meno diffuso del  russo, popolato da immigrati ebrei che, fra gli anni ‘70 e gli anni ‘90, sono sbarcati nella Grande Mela come rifugiati dall’ex Urss; insegne in cirillico fuori dai ristoranti, dai negozi e dalle farmacie, rappresentano la normalità per i circa 300.000 ebrei russofoni, stando ai dati presentati recentemente dall’American Jewish Commitee, residenti a New York,  nonostante questo però estremamente legati alla cultura originaria.

 

Foto: Brighton Beach, Brooklyn.   Wiki Media Commons (grazie a Adam Jones)