Inghilterra. All’ombra della Brexit nasce la Generation Identity

Mondo

di Ilaria Ester Ramazzotti

Cresce l’odio razziale covato finora sottotraccia nell’ambito dell’estremismo di destra british. Lo sostiene il Financial Times in un’inchiesta del maggio 2019: dal suprematismo bianco alla lotta contro l’islam, le più recenti forme di estremismo congiunte alla nascita di gruppi neonazisti, starebbero creando reti sempre più internazionali, ramificate, perniciose.

Quanto accaduto negli attacchi terroristici compiuti per mano di attentatori occidentali contro obiettivi islamici, come quello del marzo 2019 alle moschee di Christchurch in Nuova Zelanda, o l’attentato del giugno 2017 nei pressi di due moschee a Finsbury Park a Londra, rivelano il preoccupante diffondersi di forme di estremismo o neonazismo di tipo globale, che utilizza forme di comunicazione basate sulle competenze nell’uso della tecnologia, a partire da internet.
“Piuttosto che isolati attacchi o episodi di odio”, riferisce Jacob Davey dell’Institute for Strategic Dialogue al Financial Times, questi eventi “fanno parte di una lotta transnazionale”. Anche se può sembrare contraddittorio, alcuni funzionari e analisti di sicurezza britannici affermano che l’estrema destra si ispiri alla struttura organizzativa e alla forma mentis di gruppi terroristici islamisti come Isis e al-Qaeda, plasmando così la propria ideologia etno-nazionalista e sfruttando la portata dei social media e di altre piattaforme online per diffondersi oltre i confini locali.
Non va dimenticato che, nel Regno Unito, la più grande minaccia alla sicurezza nazionale rimane il terrorismo di ispirazione islamista. Secondo statistiche del Ministero degli Interni pubblicate lo scorso anno, solo quattro dei 18 attacchi affrontati dalla polizia e dai servizi di sicurezza tra marzo 2017 e dicembre 2018 sono stati classificati di estrema destra. Tuttavia, questo tipo di estremismo risveglia sempre maggiore attenzione.

La vicenda Brexit e l’estremismo
Nell’analisi dell’acuirsi dei fenomeni di destra nel mondo britannico, va presa in considerazione anche la Brexit. Il referendum sull’uscita dall’Unione Europea del Regno Unito del 2016 aveva infatti messo in luce le caratteristiche di alcune frange in questione. Nell’atmosfera febbrile che aveva portato al voto, un suprematista bianco auto-radicalizzato ha ucciso la deputata laburista Jo Cox, promotrice di una campagna pro UE e di una linea politica più accogliente verso i rifugiati. L’omicidio è avvenuto nello Yorkshire sempre nel 2016. Complessivamente, secondo il Ministero degli Interni UK, i reati compiuti per odio razziale e religioso nel Regno Unito sono aumentati del 44% subito dopo il referendum dell’UE, cioè nel luglio 2016 rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Altre ricerche condotte da Tell Mama, un’organizzazione che monitora l’islamofobia, hanno detto che i crimini d’odio contro le moschee sono più che raddoppiati tra il 2016 e il 2017, raggiungendo il numero di 110: minacce, molestie o altri comportamenti intimidatori sono più che triplicati nello stesso periodo, mentre sono raddoppiati i casi di criminalità violenta contro le persone.

Gruppi anti-Islam
Diamo un’occhiata più da vicino alla vita di questi gruppi radicali. Quelli che erano stati i sostenitori del British National Party, un partito marginale incline alla violenza razzista, uscito di scena dopo qualche successo elettorale dell’ultimo decennio, si sono frammentati e diretti verso movimenti che non cercano forza e consenso con la normale attività politica, ma attraverso proteste e violenza. Il più noto di questi nuovi gruppi è National Action, la prima organizzazione di estrema destra messa fuori legge in Gran Bretagna dal 1940, su cui la polizia antiterroristica e i servizi di sicurezza hanno focalizzato la loro attenzione: una serie di procedimenti giudiziari nel 2018 ha portato alla condanna di 13 dei suoi membri, in un processo descritto dal gruppo antifascista Hope Not Hate come “l’azione più significativa contro un gruppo di estrema destra su cui gravino accuse terroristiche o violente” dai primi anni Sessanta ad oggi.

Molto attiva è anche la English Defense  League, un gruppo di protesta di estrema destra contro quella che considera l’espansione dell’islamismo e della Sharia nel Regno Unito. La crisi migratoria europea viene annoverata fra le cause prime dell’ascesa di gruppi di estrema destra dal respiro internazionale. Fra questi, c’è Generation Identity, il movimento paneuropeo nato in Francia, ma diffusosi in tutto il continente, incluso il Regno Unito. Porta avanti una campagna contro quella che vede come “l’islamizzazione dell’ovest”, condividendo la convinzione che l’immigrazione minacci le popolazioni indigene bianche in Europa. Il gruppo afferma di usare mezzi pacifici per discutere di identità e immigrazione, ma il Financial Times sostiene che organizzi campi di addestramento di tipo militare e, nel Regno Unito, è stato collegato a persone con violenti retroterra neonazisti. Vi appartengono molti studenti prevalentemente di classe media. Matthew Feldman, direttore del Centre for Analysis of the Radical Right, organizzazione con sede in Gran Bretagna, avverte che le chat online di Generation Identity sono indistinguibili da incitamenti al razzismo più violento della destra più estrema.

Il Ministero degli Interni britannico ha intensificato gli sforzi per fermare la progressione dell’estremismo di destra verso forme violente. Il programma denominato Prevent, istituito per identificare le persone a rischio di radicalizzazione prima che commettano atti criminali, ha fatto drasticamente aumentare le segnalazioni di sospetti estremisti di destra, che da 968 nel 2016-2017 sono salite a 1.312 nel 2017-2018. Le statistiche più recenti mostrano anche che quasi la metà degli invii di casi da parte della polizia e di altre agenzie al più alto livello di intervento, noto come programma Channel, erano collegati all’estremismo di estrema destra.
Dal 2018, il Security Service, l’ente per la sicurezza e il controspionaggio del Regno Unito, ha potenziato il suo ruolo nella lotta contro i gruppi terroristici di estrema destra, che in passato aveva lasciato alla polizia. Le operazioni si concentrano nello stesso ramo antiterrorismo che guida la lotta contro Isis e al-Qaeda, con agenti in grado di fare appello alla gamma completa degli strumenti investigativi di sicurezza.

Va notato che il numero di casi e persone di estrema destra indagati dai servizi segreti è significativamente inferiore rispetto ai 3.000 islamisti “attenzionati” nel Regno Unito. La minaccia rappresentata da gruppi di estrema destra è tuttavia in progressione. “L’ideologia razzista è più visibile e adotta sempre più spesso tattiche terroristiche violente” ha detto lo scorso maggio Andrew Parker, il direttore generale dei servizi segreti britannici.
Dopo gli arresti nell’ambito della leadership di National Action, le attività investigative si sono altresì indirizzate verso nuovi gruppi, come Sonnenkrieg Division and System Resistance Network, che predica la tolleranza zero verso i “non-bianchi” e afferma che l’omosessualità sia una malattia. Questi movimenti tentano di coinvolgere soprattutto i giovani attraverso piattaforme online antigovernative e fortemente crittografate. Ci sono anche collegamenti con gruppi internazionali, come Atomwaffen negli Stati Uniti, sospettato di essere coinvolto in episodi di violenza in America. “Tutto questo è internazionale, non solo locale – aggiunge Parker -. C’è anche un più alto grado di alfabetizzazione tecnologica: sono più esperti degli islamisti. Come i pedofili, sanno che gli stanno dando la caccia su Internet”.

Il caso dell’UK Independence Party
Un’inchiesta pubblicata da The Guardian lo scorso marzo svela che recenti iscrizioni all’Ukip, l’UK Independence Party, spostano il partito verso l’estrema destra. Più nel dettaglio, l’indagine rivela l’esodo dei moderati e l’ingresso di nuovi aderenti più estremi. Ad attirare i più radicali, prosegue il giornale inglese, è una certa agenda anti-islamica. Ma non è tutto qui. Alcuni membri dell’ala giovanile dell’Ukip, attivi su You Tube e sui social media, sono soliti riportare online le parole di altri estremisti e pubblicare messaggi antisemiti. Uno di questi sosteneva che la vita sotto Hitler fosse “migliore che in qualsiasi altra parte della terra”, mentre un altro descriveva gli ebrei come i “padroni dal naso uncinato” che controllano i media. A questo si accompagna una crescita di notorietà dei siti web che diffondono le idee del partito. L’Ukip è sorto nel 1993 da un gruppo di scissionisti del Partito Conservatore con l’obiettivo di far uscire il Regno Unito dall’Unione Europea. Nel giugno 2017, in occasione delle elezioni politiche nazionali britanniche, ha ottenuto circa 593.852 voti, perdendone ben 3.287.277 rispetto al 2015, quando aveva ottenuto il 12,64% dei consensi e un seggio. Attualmente è fortemente ridimensionato e, guidato da Richard Braine, ha un seggio permanente alla Camera dei Lord. Alle elezioni europee del 2014, l’Ukip era stato il partito più votato nel Regno Unito, ottenendo 24 seggi al Parlamento di Strasburgo. Alcune analisi politiche sostengono che l’Ukip sia in aumento anche a causa del continuo stallo della Brexit.