In Russia il rabbino capo propone la mediazione, mentre scatta l’esodo verso Israele

Mondo

di Anna Lesnevskaya
La sua voce trema dall’indignazione mentre lancia parole pesanti contro “gli indifferenti, complici di un crimine contro l’umanità”. Il rabbino capo di Kiev e dell’Ucraina Moshe Reuven Asman ha registrato un messaggio visto già da mezzo milione di persone in cui sulla Torah implora tutti i russi e gli ebrei russi in particolare di svegliarsi e opporsi alla guerra.

Dopo l’invasione russa contro l’Ucraina, il rabbino è rimasto con la sua comunità e sta coordinando gli aiuti e il salvataggio delle persone. “Non ho paura di morire, ma non avrei mai immaginato di dover morire sotto i razzi della Russia, il Paese in cui sono nato, dove ho frequentato la scuola e dove ho tanti amici che tacciono e quasi nessuno mi ha chiamato”, ha detto amareggiato rav Asman, originario dell’allora Leningrado.

L’appello è stato registrato poco dopo la notizia, tutt’ora non confermata, che un razzo russo ha colpito il memoriale di Babij Jar a Kiev, il sito del più atroce massacro degli ebrei compiuto durante l’occupazione nazista del Paese. Ora alcuni reduci della Shoah sono costretti a fuggire dall’Ucraina per la seconda volta, per salvarsi da quello che il Cremlino chiama “l’operazione di de-nazificazione”. A conclusione del suo messaggio rav Asman ha recitato lo Shema, ricordando che lo facevano gli ebrei mentre venivano condotti nel burrone di Babij Jar per essere uccisi.

Rav Reuven Asman

La reazione del Rabbino capo di Russia

Il messaggio da Kiev non è rimasto inascoltato e il rabbino capo della Russia Berl Lazar ha rilasciato una dichiarazione in cui ha esortato tutti i leder religiosi del mondo a pronunciarsi insieme a favore della pace in Ucraina. “Io stesso sono pronto per qualsiasi mediazione, a fare tutto quello che posso e anche di più perché le armi tacciano e le bombe non esplodano più”, ha scritto Rav Lazar sullo sfondo delle notizie di vittime civili, tra cui bambini, che arrivano dai rabbini in Ucraina.

All’appello per la pace ha aderito anche il presidente del Congresso ebraico russo Yuri Kanner, originario dell’Ucraina. In un post su Facebook, che ha raccolto più di 6mila ‘mi piace’, Kanner ha espresso la speranza che il leader del Cremlino ascolti il messaggio del rabbino capo della Russia
per il quale prova un grande rispetto.

Il senso del dolore traspare anche in tanti post pubblicati in questi giorni da Borukh Gorin, direttore della rivista ebraica Lechaim e della casa editrice “Knizhniki” e una personalità molto rispettata nel mondo ebraico russo, nato e cresciuto ad Odessa, in Ucraina.

Prese di posizione, queste, che sono criticate da alcuni membri della comunità ebraica russa perché, secondo loro, troppo vaghe, e che arrivano però mentre la repressione del dissenso in Russia sta raggiungendo punti mai visti. La Duma ha appena approvato un emendamento che prevede 15 anni di carcere per la diffusione di fake news sull’esercito russo.

Quello che regna in Russia è un senso di smarrimento e panico di fronte al baratro economico nel quale sta sprofondano il Paese. I prezzi dei biglietti aerei dalla Russia per Israele sono schizzati, mentre tanti cercano di andarsene prima che si chiuda la nuova cortina di ferro. Il 3 marzo il Congresso ebraico russo ha pubblicato sulla propria pagina Facebook un annuncio per informare su alcune semplificazioni burocratiche per i nuovi Olim dalla Russia. Il Congresso e altre organizzazioni ebraiche stanno inoltre rivedendo i loro budget per privilegiare l’assistenza sociale, mentre il futuro economico per i russi appare molto cupo.