di Pietro Baragiola
Mercoledì 7 maggio il Parlamento europeo ha votato il congelamento dei finanziamenti rivolti all’Autorità Palestinese a causa del continuo incitamento all’antisemitismo presente nei suoi libri di testo, oltre che al dichiarato coinvolgimento dei dipendenti dell’UNWRA nell’attacco del 7 ottobre.
Nel corso della loro indagine i parlamentari europei hanno rinvenuto numerosi testi didattici palestinesi che glorificano il terrorismo, prove sufficienti ad accusare il governo del Paese di violare i principi fondamentali di coesistenza ed educazione alla pace.
“I finanziamenti saranno congelati finché il contenuto dei libri di testo non soddisferà gli standard dell’UNESCO e i riferimenti antisemiti non verranno rimossi” ha dichiarato la nuova risoluzione, approvata durante la revisione annuale del bilancio del Parlamento Europeo.
Niclas Herbst, presidente della Commissione per il controllo dei bilanci del centro-destra del PPE, il gruppo più grande e influente del Parlamento, si è dichiarato orgoglioso del risultato della votazione nel corso della sua intervista con Ynet News: “l’Europa ha ufficialmente chiarito che i libri di testo palestinesi non devono promuovere la violenza, incitare all’odio o diffondere l’antisemitismo. È nostra responsabilità garantire che il denaro dei contribuenti europei sostenga la coesistenza, il rispetto dei diritti umani e la comprensione reciproca”.
La decisione di mercoledì è stata approvata con un ampio sostegno anche da parte dei partiti di centro-sinistra con un risultato di 443 voti a favore, 202 contrari e 21 astensioni.
“L’istruzione è il fondamento di ogni nuova generazione: deve essere basata sulla pace, sul rispetto e sulla dignità umana” ha affermato a Ynet News Sabrina Pignedoli, membro del gruppo Socialisti e Democratici (S&D) che fa parte della commissione per l’istruzione. “Il messaggio del Parlamento è stato chiaro: non chiuderemo gli occhi quando i bambini sono esposti all’odio e alla divisione.”
Per la prima volta il Parlamento ha anche incluso la richiesta di riforme immediate del sistema educativo invitando a rimuovere i contenuti antisemiti entro l’inizio del prossimo anno accademico, e respingendo i ripetuti tentativi dei partiti alleati all’Autorità Palestinese di ammorbidire o cancellare tali risoluzioni.
Le promesse disattese
Già a luglio 2024 la Commissione europea aveva annunciato che i prossimi aiuti all’Autorità Palestinese sarebbero stati ufficialmente condizionati alla riforma dei contenuti educativi.
Nonostante le promesse fatte dall’Autorità palestinese, un’indagine completata nel marzo 2025 dall’istituto di ricerca e politica IMPACT-se non ha trovato alcuna prova di una riforma significativa. Al contrario, il rapporto ha rivelato che l’AP aveva introdotto un nuovo programma di studi a Gaza pieno di incitamenti violenti, promozione della jihad e antisemitismo esplicito.
I risultati di questo rapporto sono stati prima presentati ad alti funzionari dell’UE e ai membri della commissione bilancio del Parlamento europeo e poi trattati dai media che hanno gettato le basi per la decisione presa mercoledì.
“È molto incoraggiante vedere il Parlamento europeo assumere la leadership e chiedere responsabilità sia all’Autorità Palestinese che alla Commissione europea, chiarendo che le promesse a vuoto non saranno più tollerate” ha affermato Marcus Sheff, CEO di IMPACT-se, durante l’intervista rilasciata a Jewish News. “Per sei anni consecutivi, il Parlamento non ha riscontrato alcun miglioramento significativo nei contenuti educativi palestinesi e le promesse di riforma si sono rivelate vuote. Oggi, senza prove verificabili di cambiamento, sarebbe irresponsabile continuare a erogare fondi come in passato.”
Durante l’incontro di mercoledì, il Parlamento ha inoltre sottolineato l’esistenza di alternative all’UNRWA e ha esortato la Commissione Europea a lavorare con ‘partner affidabili come l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il Programma Alimentare Mondiale (PAM) e l’UNICEF’.
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“È inaccettabile che il denaro dei contribuenti europei venga utilizzato impropriamente per finanziare un sistema educativo che alimenta il tipo di odio estremo e di violenza che abbiamo visto il 7 ottobre” ha concluso Sheff. “Continueremo a monitorare il sistema educativo palestinese e a fare pressione affinché le riforme promesse vengano attuate.”