I Rabbini europei e il Papa uniti nel dialogo interreligioso

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di Ilaria Ester Ramazzotti

papa-rabbini-europeiCITTÀ DEL VATICANO – Il dilagare dell’antisemitismo in Europa, la persecuzioni dei cristiani mediorientali, l’estremismo islamico. Ma anche la crescente secolarizzazione che svuota di senso la società contemporanea. Di tutto questo si è parlato nel corso dell’incontro fra Papa Francesco e una delegazione della Conferenza dei rabbini europei svolto lo scorso 20 aprile in Vaticano.

Il dialogo interreligioso è “particolarmente rilevante per via dei recenti attacchi contro le comunità ebraiche d’Europa e le comunità cattoliche in Africa e in Medio Oriente,” ha detto al Jerusalem Post Pinchas Goldschmidt, rabbino capo di Mosca e presidente della Conferenza dei rabbini. Goldschmidt ha citato la dichiarazione di Papa Francesco del 2013 Evangelii Gaudium, un’esortazione apostolica che fra le altre cose chiede ai paesi musulmani di permettere ai cristiani di praticare la loro fede e, ha aggiunto: “non vorrei essere eccessivamente drammatico nel dire che molti ebrei in Europa si sentono come i cristiani in Medio Oriente”.

L’incontro in Vaticano è avvenuto alla vigilia del cinquantesimo anniversario della dichiarazione conciliare Nostra aetate, documento che ha dato il via al moderno dialogo fra la Chiesa e le altre confessione religiose. L’incontro “lascia presagire nuove relazioni rafforzate”, ha dichiarato all’Agenzia Sir Moshè Lewin, direttore esecutivo della Conferenza dei rabbini europei.

«Oggi – ha sottolineato Moshè Lewin, come riporta Romasette.it – davanti a tutte le scuole ebraiche ci sono militari e potete immaginare cosa significhi per noi portare i nostri figli di cinque e sei anni a scuola con persone che per difenderci hanno la mitragliatrice in mano. È drammatico anche se necessario. Dobbiamo chiedere ai leader spirituali di bandire dalle predicazioni tutto ciò che può condurre all’odio e alla violenza. Deve essere condannata con forza – ha continuato il rabbino – ogni forma di persecuzione e soprattutto si deve chiedere ai governi di agire per fermare questo massacro perché se si lascia fare, si rischia di arrivare al genocidio. Non amo fare comparazioni tra i genocidi. Ma non dobbiamo permettere che ci siano in atto simili persecuzioni. E noi che abbiamo vissuto questo tipo di dramma e di genocidio, dobbiamo essere i primi a condannare, i primi testimoni perché sappiamo dove può arrivare l’odio”.

L’udienza si è inoltre svolta nei giorni del lutto per la morte del rabbino capo emerito di Roma Elio Toaff, “un uomo di pace e di dialogo che ha accolto Papa Giovanni Paolo II nella storica visita al Tempio Maggiore”, ha dichiarato Papa Francesco sottolineando i progressi da allora fatti e l’amicizia così “importanti in un’Europa fatta di secolarismo e di crescenti ateismi, dove si corre il rischio di vivere come se Dio non esistesse”, ha riportato ieri L’avvenire. ”Ebrei e cristiani hanno il dono e la responsabilità di contribuire a mantenere vivo il senso religioso degli uomini di oggi e della nostra società, testimoniando la santità di Dio e quella della vita umana”. “Ogni cristiano – ha continuato il Papa – non può che essere fermo nel deplorare ogni forma di antisemitismo, manifestando al popolo ebraico la propria solidarietà. È stato commemorato recentemente il settantesimo anniversario della liberazione del campo di Auschwitz, che ha visto il consumarsi della grande tragedia della Shoah. La memoria di quanto accaduto, nel cuore dell’Europa, serva da monito alla presente e alle future generazioni. Vanno altresì condannate dappertutto le manifestazioni di odio e di violenza contro i cristiani e contro i fedeli di altre religioni”.