Mireille Knoll

Francia: confermata la natura antisemita dell’omicidio di Mireille Knoll

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di Redazione
La Corte d’appello di Parigi ha confermato giovedì 19 novembre la natura antisemita dell’omicidio di Mireille Knoll, un’ebrea ottuagenaria accoltellata a Parigi nel 2018, contestata dai due sospettati. Lo riporta i24news.

Yacine Mihoub, 31 anni, e Alex Carrimbacus, 24 anni, rimandati a giudizio a maggio si erano appellati alla camera d’inchiesta della Corte d’appello di Parigi contro il loro rinvio alle assise per “omicidio su una persona vulnerabile e commesso a causa della religione della vittima “.

“Le condizioni per mantenere l’aggravante dell’antisemitismo si basano solo sulle dichiarazioni fantasticate del coimputato di Yacine Mihoub e non possono essere considerate sufficienti”, ha detto uno degli avvocati del signor Mihoub, il signor Charles Consigny. Inoltre, Yacine Mihoub aveva rimproverato agli ebrei di “avere mezzi finanziari e una buona situazione economica”.

“Abbiamo chiesto alla camera di istruzione di liberarsi dalle pressioni dell’opinione pubblica”, ha aggiunto, aggiungendo che si stava appellando alla Corte Suprema.

“E ‘urgente che una Corte d’assise decida sul merito”, ha detto Karim Laouafi, che difende Alex Carrimbacus.

Mireille Knoll, 85 anni e affetta dal morbo di Parkinson, è stata trovata pugnalata undici volte, il corpo parzialmente carbonizzato, nel suo appartamento a Parigi orientale, il 23 marzo 2018.

Finalmente, dunque, viene riconosciuta la natura antisemita di un delitto contro un ebreo, che in Francia aveva già portato alla morte il giovane Ilan Halimi e, qualche anno dopo, Sarah Halimi. Nel primo caso la polizia non aveva riconosciuto subito la matrice antisemita, ritardando l’intervento e il salvataggio del ragazzo. Nel secondo caso l’assassino era stato assolto, nel dicembre 2019: i magistrati della camera investigativa avevano infatti considerato che nonostante vi fossero solidi motivi per definire questo assassinio come un atto di antisemitismo, non si poteva procedere al processo perché l’uomo era troppo drogato al momento dell’omicidio.