Sarah Halimi

Francia. Omicidio di Sarah Halimi: l’assassino evita il processo, era troppo drogato

Mondo

di Nathan Greppi
Venerdì 24 maggio è stato reso noto che l’assassino di Sarah Halimi, una donna ebrea francese che il 4 aprile 2017 è stata buttata dalla finestra di casa sua, non verrà processato.

Secondo Algemeiner il BNVCA, un’organizzazione francese che aiuta le vittime di attacchi antisemiti, ha spiegato in una dichiarazione che il magistrato che indagava sul caso Halimi è giunto alla conclusione che Kobili Traore, il giovane musulmano che ha ucciso la donna, era sotto l’effetto di stupefacenti quando ha commesso il delitto, e pertanto sarebbe troppo mentalmente instabile per subire un processo. In riferimento agli sforzi compiuti dalla famiglia della vittima negli ultimi due anni per avere giustizia, il BNVCA ha affermato che “abbiamo percepito fin dall’inizio delle indagini che questo crimine sarebbe rimasto impunito.”

Sarah Halimi, che aveva 65 anni quando è morta, fu ripetutamente picchiata e poi scaraventata dal terzo piano del palazzo dove viveva, nella zona est di Parigi, da Traore, un ragazzo che viveva nello stesso edificio e che era entrato con la forza nel suo appartamento, e che dopo averla buttata di sotto aveva gridato “Allahu Akbar!”. In seguito la polizia scoprì che la donna aveva già rivelato ai familiari di avere paura di Traore, che alcune settimane prima dell’omicidio aveva minacciato la figlia della Halimi, venuta in visita dalla madre, dandole della “sporca ebrea”.

Tuttavia, gli avvocati di Traore hanno più volte affermato che il loro cliente quel giorno avesse avuto un’indigestione di cannabis, e pertanto non sarebbe giudicabile in quanto inconsapevole delle proprie azioni. Una conclusione a cui sarebbe arrivato, il 20 marzo di quest’anno, il terzo di una serie di rapporti psichiatrici commissionati dal giudice incaricato di giudicare l’imputato.

Nella sua dichiarazione, il BNVCA fa notare che “è un paradosso che un guidatore in stato di ebbrezza veda la sua sentenza fortemente aggravata, mentre un drogato viene esonerato (dal processo).” Aggiunge di essere “molto pessimisti sulle reali possibilità di estirpare l’antisemitismo se i colpevoli non sono né processati né condannati.” Conclude così: “Temiamo che questa decisione incoraggerà altri cosiddetti malati di mente a commettere crimini contro gli ebrei.”