Il Cairo: Mubarak dileggiato dai dimostranti

Egitto / L’incognita dei Fratelli Musulmani

Mondo

di E. M.

Il Cairo: Mubarak dileggiato dai dimostranti
Il Cairo: Mubarak dileggiato dai dimostranti

Più di 150 morti, la piazza in fiamme. Non è bastato oscurare Internet e chiudere la sede di Al Jazeera al Cairo per fermare la rivolta. I dimostranti chiedono la caduta del regime di Hosni Mubarak e dei suoi ministri, la cessazione della legislazione d’emergenza, libertà, giustizia, la formazione di un nuovo governo, non militare, che abbia a cuore gli interessi del popolo egiziano, un’amministrazione efficace delle risorse del Paese.

Mosaico ha ascoltato un commento di Khaled Fouad Allam, studioso del mondo islamico, docente universitario e editorialista de Il sole 24 ore: “La vera incognita sono i Fratelli Musulmani. Nati proprio in Egitto negli anni Trenta, da sempre la spina nel fianco del regime, autocratico ma laico, di Mubarak, sono profondamente radicati nella società egiziana, soprattutto rurale”.

“A differenza della Tunisia, l’Egitto ha una società civile debole. Tre quarti della popolazione vive fuori dalle città, e su questa popolazione la Fratellanza ha una grandissima influenza. Anche in caso di elezioni, è probabile che la popolazione rurale sia decisiva nella scelta di rifondare uno Stato ‘etico’, islamista.

Ogni deriva è possibile. Poi si può sperare che El Baradei riesca a mediare tra il governo e i Fratelli Musulmani, ma al momento ogni scenario è possibile”.

“L’Egitto ha firmato un trattato di pace con Israele e svolge quindi un ruolo di mediazione tra lo Stato ebraico e il mondo arabo. Se in Egitto prevalessero gli islamisti, sarebbe a rischio tutto il Medio Oriente”.