Kherson allagata dopo la distruzione della diga di Kachovka

Ebrei ucraini in fuga verso la Polonia dopo il crollo della diga di Kachovka

Mondo

di Francesco Paolo La Bionda
Dopo il crollo della diga di Kachovka il 6 giugno scorso, gli ebrei ucraini residenti nelle aree allagate sono fuggiti verso la Polonia, dove il movimento Chabad ha predisposto un programma di aiuti a Varsavia.

Il sabotaggio della diga sul Dnepr a opera delle forze russe, come contromisura per rallentare la nuova offensiva ucraina, ha comportato l’allagamento di un’area di oltre 600km2 dell’oblast’ di Kherson a valle dello sbarramento, inondando decine di villaggi.

L’inondazione ha portato con sé numerosi pericoli e problematiche, dagli inquinanti finiti nelle acque alle mine strappate dal terreno e disperse nel territorio.  Inoltre, la centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, è messa ulteriormente a rischio dato che le acque del bacino artificiale racchiuso dalla diga erano necessarie per il raffreddamento dei suoi impianti.

Rav Mayer Stambler, co-direttore di Chabad in Polonia, ha fatto sapere che il movimento si è prontamente attivato per accogliere i rifugiati, fornendo loro cibo, alloggi, vestiti e beni di prima necessità, oltre a garantire loro l’accesso alle funzioni religiose, come già fatto in occasione dei precedenti arrivi di ebrei in fuga dall’Ucraina.

(Foto: Wikimedia Commons)