Durban II: i diritti umani in un mondo in trasformazione

Mondo

Aspettando Ginevra.

Questo il titolo dell’incontro che si è tenuto il 16 marzo nel Salone degli Affreschi dell’Umanitaria, che ha appoggiato insieme alla Wizo, alla LIDU e alla Fondazione Corriere della Sera l’iniziativa dell’Associazione Italia Israele di Milano.

Tema del convegno i contenuti della “Conferenza mondiale contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e l’intolleranza” promossa dalle Nazioni Unite e che si terrà a Ginevra nella seconda metà di aprile.

L’editorialista Piero Ostellino, già direttore del Corriere della Sera e da sempre grande liberale e amico di Israele ha coordinato gli interventi, schierandosi con orgoglio e senza incertezza dalla parte del Ministro degli Affari esteri italiano, Franco Frattini, che ha annullato la presenza dell’Italia alla conferenza come segno chiaro e inequivocabile di dissenso verso il documento preparatorio alla conferenza stessa.
Nel documento prevale la tesi che già caratterizzò la conferenza dell’ONU a Durban nel 2001 e che mette come unico e solo imputato dei mali del mondo in tema di razzismo, di persecuzione e di discriminazione lo Stato di Israele e, per la proprietà transitiva, gli ebrei nel mondo.

Ostellino ha ricordato la pericolosità di un sistema che ha ormai trasformato la religione in un progetto politico, rendendo molti dei Paesi non islamici rappresentati all’ONU vittime di un ricatto morale subdolo, a cui diventa difficile sottrarsi. Il mondo islamico si ritiene offeso per i diritti calpestati delle uniche vere vittime odierne, i Palestinesi; si ritiene paladino del dialogo e quindi incarna la vittima sacrificale di un Occidente ottuso e imperialista, di cui Israele è l’esponente peggiore, che invece rifiuta il dialogo; il terrorismo internazionale non può essere definito islamico, per non offendere un intero mondo; l’antisemitismo non esiste più in quanto gli ebrei si sono trasformati in persecutori e di conseguenza è anacronistico considerare l’Olocausto…e via di questo passo.
L’ antisionismo è diventata la bandiera degli oppressi del mondo e si è saldato con l’antisemitismo europeo che viene camuffato nello stesso modo e che viene promosso senza pudore da diversi governi come dai pacifisti, da molte ONG come da intellettuali e da tanti altri inconsapevoli “suicidi”. La matrice giudaico- cristiana sulla quale si fonda la nostra cultura non può infatti prescindere dalla Shoah, dalla dichiarazione dei diritti dell’uomo, che nel 1948 partì proprio da quel “mai più” dell’estremo antisemitismo in cui era sprofondata l’Europa. Negarlo, non essere dalla parte di Israele, non riconoscerne il diritto all’esistenza entro confini sicuri non riguarda solo gli ebrei, ma tutti gli uomini e le donne di buon senso per non “suicidarsi” volontariamente.

Ma il buon senso non si accompagna proprio ad una assemblea delle Nazioni Unite che vota 16 risoluzioni di condanna contro Israele e solo una di presa di coscienza della presenza di profughi nel Darfur, senza nemmeno condannarne i responsabili. Del resto lo stesso Gino Strada, paladino dei deboli del globo è il primo a dichiarare alla stampa che non è giusto condannare il dittatore Bashir per i crimini legati al genocidio in atto nel Darfur.

Ce lo dice anche Anna Borioni, saggista, che ha partecipato alle riunioni preparatorie di Durban I promosse dall’allora ministero degli Affari Esteri con le ONG italiane. L’atmosfera di allora era viziata in partenza, non si parlò, non si condannò null’altro che Israele. E la cosa peggiore fu che anche se si fosse potuto realmente incidere per raddrizzare la posizione ufficiale dell’ONU, la scena mediatica sarebbe comunque stata, come è stata poi nei fatti, dominata dalle manifestazioni e dalle posizioni antisioniste programmatiche delle ONG non governative. Il mondo ha sentito solo una campana. Israele è stato definito nazista, mentre come ha ribadito Anna Borioni, è una vera democrazia, la sua magistratura è libera, i diritti umani sono veramente salvaguardati.
Allora l’Italia non si ritirò, ma oggi grazie alle posizioni ferme del nostro Governo si è cominciato a muovere qualcosa. Notizia dell’ultima ora, proprio poco prima che iniziasse l’incontro: il Parlamento Europeo per voce del suo Presidente di turno- il Ministro degli esteri della Repubblica Ceca, Karel Schwarzenberg- ha annunciato che si asterrà con i suoi 27 Paesi dalla conferenza di Ginevra se non verranno accettate le modifiche sostanziali proposte dalla UE stessa alle inaccettabili posizioni antisemite contenute nel documento programmatico.

Il prof. Fausto Pocar, dell’Università degli Studi di Milano e già Presidente dell’Alta Corte di Giustizia dell’Aia ci ha detto con molta semplicità che per lui il punto non è pensare che il problema ci riguardi perché siamo ebrei o perché siamo solidali con loro. Il fatto che le Nazioni Unite si siano ormai pesantemente allontanate dal loro assetto iniziale e che non sono sicuramente più in grado di garantire la tutela dei diritti di tutti, ebbene, questo rappresenta una situazione inaccettabile: e basta.
La condanna di un Paese e la sua equiparazione alla Germania di Hitler è una revisione della Storia che non si può accettare; così come non è accettabile che una condanna tanto pesante e che dovrebbe risultare da procedure, istruttorie e l’avallo legale di un tribunale internazionalmente riconosciuto prendano invece forma indipendentemente, all’interno delle Nazioni Unite stesse.

Rama Enav, osservatrice permanente della Wizo ( Women’s International Zionist Organisation ) lavora invece negli osservatori per la tutela dei diritti della donna e dei bambini presso le Nazioni Unite e per conto del governo israeliano. Racconta di come sia difficile vivere all’interno di un organismo che pregiudizialmente considera il Sionismo come una forma moderna di razzismo e di nazismo. Il suo lavoro la porta continuamente ad osservare come nel mondo islamico sia pressoché impossibile portare le donne alla parità, in quanto per la legge islamica comunque la donna è inferiore ( si pensi per esempio al fatto che in Arabia Saudita le donne non possono circolare da sole, né guidare, né studiare) . Ogni documento viene quindi ri-scritto in funzione di una visione di base completamente divergente fra la concezione occidentale e democratica e quella del mondo islamico. Ma è pur sempre meglio esserci e sperare in qualche modo di poter cambiare qualcosa, piuttosto che lasciare tutto nelle mani di chi di rispetto e parità non fa certamente la sua ragion d’essere.

Piero Ostellino, a proposito di Sionismo, ha voluto ancora una volta evidenziare come questa parola che definisce un movimento equiparabile al nostro Risorgimento, che esprime l’aspirazione di un popolo perseguitato a tornare nella Terra dei Padri, che è sinonimo di costituzione di uno Stato moderno proprio sotto l’egida dell’ONU, sia oggi diventata invece una vera “parolaccia”, da non dire se non si vuole essere tacciati di essere filo razzisti o, peggio, filo-nazisti.

Poi è stata la volta del giovane Hillel Neuer, Direttore dell’UN Watch di Ginevra. Grande piglio, nessun foglio sotto gli occhi. L’invito è chiaro: venite più numerosi possibile ad ascoltare la contro conferenza contro il razzismo, di Bernard Henri-Levi. Fra i vari ospiti contano anche di avere una profuga sopravvissuta agli orrori del Darfur insieme al figlio e oggi rifugiata in Israele.
Neuer ci mette sull’avviso per evitare di cascare nella trappola dei falsi miti proposti da Durban II che ci propongono i Palestinesi come le uniche vittime del mondo, l’Islam come il mondo incompreso che si deve riscattare dall’imperialismo occidentale e Israele come il vero responsabile di tutti i mali. Anche lui plaude alla coraggiosa presa di posizione del nostro Ministro degli Esteri.

Chiude l’incontro il breve ma sentito intervento di Gianni Vernetti, Sottosegretario della Commissione Affari Esteri e vicepresidente dell’Associazione interparlamentare di “Amicizia Italia Israele”. Prima di tutto ribadisce la necessità di non fare della lotta all’antisemitismo e all’antisionismo un fatto politico: di fronte a simili inammissibili rigurgiti ci si deve sentire tutti uniti, semplicemente. Per questo lui è il primo a riconoscere che il Governo italiano in carica, per quanto all’opposizione rispetto a lui, si è comportato in modo esemplare rispetto alla Conferenza di Ginevra delle Nazioni Unite. E quindi che il mondo sembra davvero essere diventato alla rovescia e che è dovere di tutti combattere queste derive pericolosissime che rischiano di distorcere tutto ciò su cui si basa la nostra cultura, il nostro approccio alla vita. Israele ha bisogno del nostro sostegno e le Nazioni Unite devono essere ripensate per il bene di tutti.