Da Israele qualche ombra sul nuovo presidente della Germania

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Dopo le dimissioni di Christian Wulff, la Germania ha un nuovo presidente, Joachim Gauck – 72 anni, ex pastore evangelico e dissidente politico e militante per dei diritti civili nella Germania est.

Glauck, proprio per questo profilo segnato dalla lotta contro il regime comunista e la battaglia per i diritti civili, pare godere della simpatia dei tedeschi e di un ampio sostegno da parte della classe dirigente politica.
La distanza dai partiti politici – e anche il ruolo che svolse come commissario federale per gli Archivi della Stasi – completano il profilo che ha guadagnato la fiducia della Germania  alla base della fiducia  gli hanno fatto guadagnare la fiducia e la simpatia di larga parte dei tedeschi che lo vedono come un simbolo della lotta pacifica contro l’oppressione e per il rispetto dei diritti umani.
Stando a quanto scrive il giornale “Times of Israel”, tuttavia, la notizia della sua elezione a nuovo presidente della Germania non ha suscitato particolare entusiasmo fra gli israeliani.

Qualcuno infatti tiene a ricordare che Gauck fu tra i firmatari della Dichiarazione di Praga del giugno 2008 con cui la condanna dei crimini del comunismo venne equiparata a quella dei crimini nazisti.
Questa equiparazione, secondo Efraim Zuroff, direttore dell’ufficio israeliano del Simon Wiesenthal Center, “significa di fatto ignorare che la Shoah fu un evento senza precedenti nella storia; allo stesso tempo, significa sopravvalutare il significato storico dei crimini del comunismo”.

La Dichiarazione di Praga fu firmata da oltre 50 membri del Parlamento europeo e alcuni politici di spicco, tra cui, appunto Gauck Václav Havel, ed affermava che “milioni di vittime del comunismo e le loro famiglie hanno il diritto di godere della giustizia, della solidarietà, comprensione e riconoscimento delle loro sofferenze, allo stesso modo delle vittime del nazismo. Nel testo della Dichiarazione si afferma inoltre che i regimi nazista e comunista dovrebbero essere considerati le principali sciagure del 20° secolo.” ha spiagato ancora Zuroff.

“Le nazioni autrici dei genocidi, diventano secondo questo testo, le nazioni vittime”; il fatto stesso che sia stato lanciato un appello per un giorno della memoria dedicato alle vittime di entrambi questi regimi – il 23 agosto, data della firma del patto Ribbentrop-Molotov, nel 1939 – dimostra che l’Unione Sovietica di Stalin e la Germania nazista vengono considerate insieme responsabili della Seconda guerra mondiale e di conseguenza anche della Shoah.

“Dalle conversazioni personali che ho avuto con lui posso categoricamente affermare che egli non appartiene a coloro che relativizzano l’Olocausto”, ha detto Michael Mertes, dirigente a Gerusalemme della Konrad Adenauer Foundation – vicina alla Merkel e alla CDU. “Il fatto che Gauck abbia firmato la Dichiarazione di Praga deve essere considerato come espressione del desiderio dei paesi dell’Europa orientale di attirare l’attenzione sui crimini commessi dai governi comunisti; ciò non vuol dire però essere in disaccordo con l’opinione più diffusa tra gli storici tedeschi ovvero che la Shoah è stata un evento senza paralleli nella storia”, ha detto Mertes.

Secondo, Avi Primor, ambasciatore di Israele in Germania dal 1993 al 1999  Christian Glauck, sarà un presidente “molto interessante” “Sarà un presidente molto interessante”, “Egli non mancherà di suscitare discussioni che avranno un influsso sulla vita pubblica – il che non significa che piacerà a tutti. Credo che irriti molte persone. ”

Riguardo alla Dichiarazione di Praga, Primor ha detto di non condividerne i contenuti, ma ha aggiunto anche che in ogni caso “Gauck non dovrebbe essere criticato per averne fatto una questione di dibattito pubblico”.

Per Dieter Graumann, presidente del Consiglio centrale degli ebrei in Germania, l’elezione di Glauck “certamente porterà vento fresco nella politica, e, come autorità morale, dovrebbe avvicinare le diverse parti della nostra società”.

Nei prossimi giorni si attendono per Gauck le congratulazioni ufficiali anche del presidente di Israele, Shimon Peres.