Contraddizioni in Polonia (o no?)

Mondo

L’evento di questa estate è il 16° Festival ebraico di Cracovia: si prevede l’arrivo di migliaia di turisti da tutto il mondo. Tuttavia quest’anno la Polonia resta per noi sulle prime pagine per altri avvenimenti assai più inquietanti, episodi di antisemitismo e incidenti che hanno coinciso con l’ascesa al potere dei partiti di destra.
Lech Kacynski, il ‘gemello presidente’, è da pochi giorni affiancato dal nuovo Primo ministro, l’altro gemello Jaroslaw, il ‘gemello premier’, del Partito conservatore Legge e Giustizia. In maggio dopo le elezioni vennero associati alla coalizione di governo i partiti di destra nazionalisti Lega delle Famiglie Polacche (LPR) e Partito di Autodifesa, che hanno entrambi un passato di esternazioni antisemite e xenofobe, sono contrari all’entrata della Polonia nell’Unione Europea e sostenitori dell’emittente nazionalista ‘Radio Maria’, nota per le sue trasmissioni antisemite e la negazione dell’Olocausto. Dei due partiti facevano parte, qualche anno fa, anche gruppi di skinhead neonazisti nonché ali giovanili di estrema destra.
Da parte israeliana e della comunità ebraica polacca (e non solo: si vedano gli interventi di Amos Luzzatto sulla nostra stampa) si vede con gran preoccupazione questo tipo di formazione che non può contribuire certo a favorire una cooperazione sul piano dell’educazione: il Ministro dell’educazione Giertych che è presidente di un partito politico al governo (LPR) ha ricevuto l’incarico di sovrintendere ai programmi educativi sull’Olocausto, agli scambi israelo-polacchi, all’annuale Marcia della vita ai campi di sterminio. Un altro episodio, l’aggressione al Rabbino capo di Polonia Michael Schudrich il mese scorso ha avuto sì copertura mediatica, ma sono stati anche lanciati appelli per cambiare il nome del campo di sterminio di Auschwitz perché presentava un’immagine negativa della Polonia: il che ha suscitato denunce e proteste internazionali su prestigiosi quotidiani quali il New York Times.
Contemporaneamente il governo e il presidente stanno incoraggiando l’ambizioso progetto della costruzione di un museo sulla millenaria storia degli ebrei polacchi e soprattutto sul loro contributo alla Polonia e al mondo intero, la cui prima pietra dovrebbe essere posta entro l’anno. Progetto su cui però gravano le fosche nubi di insormontabili problemi finanziari. I finanziamenti che dovrebbero provenire – oltre che dallo stato e dal comune di Varsavia – anche dalla Germania e dagli Stati Uniti, sono difficili da immaginare in un paese saturo di antisemitismo e dove la disoccupazione raggiunge il massimo limite dell’Unione Europea. Nel 1993, lo scrittore americano Philip Roth nel romanzo ‘Operazione Shylock’ immaginava un ritorno in Polonia degli ebrei di Israele. nel libro, Lech Walesa, allora leader di Solidarnosh e non ancora presidente, cercava di riportare quel livello culturale ed economico che gli ebrei avevano costituito per la Polonia per 1000 anni. E nello stile del teatro dell’assurdo, Roth giustappone lo storico dilemma fra sionismo e diaspora e fra antisemitismo e ricchezza nella vita degli ebrei della diaspora. Purtroppo a differenza della storia ‘alternativa’ di Roth, gli ebrei in Polonia non ritornano, anche se c’è un’attività israeliana di alto rilievo e molte migliaia di israeliani di origine polacca hanno fatto richiesta di passaporto polacco che permetterebbe loro libertà di movimento nella UE.