Azoulay, un’ebrea sefardita nuovo Ministro della Cultura francese

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di Marina Gersony

audrey azoulayAudrey Azoulay, 43 anni, origine sefardita marocchina, è la nuova ministra della Cultura e della Comunicazione nominata dal presidente François Hollande (rimpasto di governo). Sostituisce Fleur Pellerin, tutta web e nuove tecnologie nonché storica gaffeuse: «Non leggo libri da due anni».  In un video su youtube, si possono ascoltare le prime parole della neo ministra davanti al Senato: look sobrio, tono garbato e un po’ esitante, probabilmente l’emozione.

Per lo più sconosciuta al grande pubblico, le notizie su di lei (per ora) latitano, almeno sul web. Non mancano invece quelle su suo padre, il settantaquattrenne André Azoulay, politico di spicco ed economista stimato, già consigliere di Re Hassan II del Marocco e poi di suo figlio Mohammed VI. Tra le varie cariche, Azoulay presiede la Fondazione Anna Lindh, impegnata per favorire il dialogo tra le culture del Mediterraneo.  Non solo: ha giocato un ruolo centrale nel processo di riforma economica; contribuito a favorire la pace in Medio Oriente e approfondito la riconciliazione tra ebrei e musulmani. Ha dato infine visibilità internazionale a Essaouira, l’antica Mogador, nonché sua città natale.

Ed è a Essaouira che è nata sua figlia Audrey nel 1972. Cresciuta in una famiglia colta e benestante – sua madre è la scrittrice Katia Brami -, la futura ministra fin da piccola ha respirato un’atmosfera ricca di stimoli alla quale – sostiene – è rimasta profondamente legata.

Prima di entrare nell’entourage del presidente Hollande come consigliera culturale, ha studiato nelle università più prestigiose – Paris Dauphine, Università di Lancaster, Sciences Po ed École nationale d’administration – per poi entrare nel gruppo di gestione dei media del Ministero della Cultura in qualità di responsabile del settore audiovisivo. Infine è approdata al Centro Nazionale per il Cinema e l’immagine in movimento, settore in cui risulta più competente

Di certo non mancano i detrattori che la reputano troppo concentrata sul cinema. Ma sono anche molti i sostenitori pronti a giurare che Audrey farà una scintillante carriera politica.