Arriva la condanna delle Nazioni Unite per gli stupri di Hamas del 7 ottobre: per Israele, troppo poco e troppo tardi

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di Anna Balestrieri
“Ci sono numerosi resoconti di violenza sessuale durante gli abominevoli atti di terrore di Hamas del 7 ottobre che devono essere indagati e perseguiti con determinazione. La violenza di genere deve essere condannata. In qualsiasi momento. Ovunque”. Queste le parole del segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres arrivate tramite un post  dal suo profilo X nella giornata del 30 novembre, dopo quasi due mesi dagli eventi del 7 ottobre 2023.

Sdegnata la reazione dell’ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite Gilad Erdan: “Le parole del Segretario Generale non fanno altro che accentuare il fatto che quando si tratta di donne israeliane, la violenza sessuale provata dalle autorità statali deve ancora essere ‘investigata’. Per lui, quando si tratta di donne israeliane, si può dubitare dei fatti e aspettare 55 giorni per chiamare uno sconosciuto a condurre un”indagine'”.

Su Instagram, aveva fatto scalpore il dietrofront di UN Women, l’ufficio delle Nazioni Unite per le donne, che aveva postato una condanna nei confronti di Hamas, prima di cancellarla poco dopo e sostituirla con un appello a rilasciare tutti gli ostaggi a Gaza. In un servizio della CNN la conduttrice Bianna Golodryga ha intervistato la studiosa di diritto israeliana Ruth Halperin-Kaddari e la vicedirettrice esecutiva di UN Women Sarah Hendriks per discutere le indagini in corso sulle denunce di violenza sessuale commesse da Hamas. Alle pressanti domande della giornalista sul perché UN women non sia riuscito ad “accusare specificamente Hamas” sulla scia delle “prove crescenti ormai da sette settimane” fornite dagli investigatori israeliani su tali crimini, Hendriks ha schivato nuovamente, non nominando Hamas e limitandosi a ribadire che l’ufficio avrebbe sostenuto “un’indagine imparziale e indipendente”.

“L’essenza stessa dei gruppi per l’uguaglianza di genere e l’emancipazione femminile in tutto il mondo è assistere le vittime di tali atrocità. Una donna incinta è stata squarciata e il suo bambino non ancora nato è stato colpito da colpi di arma da fuoco. Come si può rimanere in silenzio di fronte ad atti così orribili?” si è domandata, in una conversazione con The Times of Israel, Orit Sulitzeanu, direttore esecutivo dell’Associazione dei Centri di Crisi dello Stupro in Israele.

Gli investigatori della polizia israeliana stanno attualmente esaminando diversi casi di violenza sessuale contro i terroristi di Hamas che hanno partecipato ai massacri nel sud di Israele il 7 ottobre, con l’obiettivo di processare gli autori per stupro e altri crimini. Lo Shin Bet ha diffuso clip di interrogatori videoregistrati degli autori di Hamas catturati che attestano il loro ordine di stuprare donne ebree.

David Katz, direttore della criminalità informatica presso Lahav 433, la divisione investigativa criminale della polizia israeliana, aveva affermato ad inizio mese che la polizia ha prove video, testimonianze di terroristi e fotografie dei corpi delle vittime che indicano tutte una violenza sessuale. L’intenzione dell’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite è di portare queste prove all’attenzione della scettica comunità internazionale.

Qui il link al report sulle violenze sulle donne diffuso dall’IDF (ATTENZIONE! CONTIENE IMMAGINI E CONTENUTI  FORTI)

Il gruppo femminista israeliano “Bonot Alternativa” (“costruiamo un’alternativa”, al femminile) ha accolto l’appello alle investigazioni di Guterres con il commento “TROPPO POCO TROPPO TARDI”.

Il silenzio delle organizzazioni femministe mondiali a seguito del massacro del 7 ottobre, nel quale corpi martoriati e seminudi di donne venivano esibiti come trofeo dai terroristi in fuga verso Gaza, ha suscitato scandalo in tutto il mondo ebraico. Il logo dell’organizzazione “Bonot Alternativa” su Twitter recita “Io credo alle donne del 7 ottobre”.