Australia: manifestanti bloccano l’accesso in un hotel alle famiglie delle vittime e degli ostaggi di Hamas

Mondo

di Michael Soncin
In Australia dei manifestanti anti-israeliani hanno protestato davanti ad un hotel a Melbourne bloccando l’ingresso alle famiglie delle vittime e degli ostaggi di Hamas. L’episodio sì è verificato mercoledì notte. Chiara la posizione del primo ministro australiano Anthony Albanese che oltre condannare l’accaduto ha affermato di essere «sconvolto dalle azioni dei manifestanti».

Il sito Australian Jewish News spiega che il gruppo proveniente da Israele si trovava in Australia per sensibilizzare l’opinione pubblica sui crimini di Hamas, ponendo l’attenzione sulla liberazione degli ostaggi.

Ed è tornando da un evento organizzato dalla comunità ebraica locale che la rappresentanza da Israele ha trovato i manifestanti che bloccavano la strada. Non si riesce davvero a comprendere come delle persone abbiano potuto protestare contro delle persone i cui figli o genitori sono ostaggi di un gruppo terroristico o ancora peggio tremendamente violentati e assassinati.

 

L’umanità messa da parte, ormai indistinguibili dai neonazisti

 «Quello che stiamo vedendo rappresenta l’umanità messa da parte. Non ci sono scuse né ragioni per le quali delle persone dovrebbero organizzare una manifestazione contro le famiglie in lutto. Lo dico ad alta voce, esprimendo a nome del governo australiano il nostro rammarico alle famiglie che abbiamo incontrato», ha dichiarato Albanese.

Alex Ryvchin, co-amministratore delegato del Consiglio esecutivo degli ebrei australiani, ha aggiunto che «il movimento anti-israeliano sta diventando indistinguibile dal neonazismo, nel suo totale disprezzo verso qualsiasi norma di decenza e nella sua ossessione di intimidire e molestare gli obiettivi più vulnerabili».

Anche Jeremy Leibler presidente della ZFA (Federazione Sionista Australiana) ha espresso il suo disgusto per il grave episodio: “C’è il sostegno alla causa palestinese, e poi c’è la vile e crudele intimidazione a persone i cui cari sono stati rapiti, stuprati, assassinati e torturati. È assolutamente disgustoso che qualcuno cerchi di intimidire questi parenti, che stanno già soffrendo il trauma del rapimento o dell’omicidio dei loro familiari. Questi manifestanti devono guardarsi a lungo allo specchio e chiedersi perché stanno sostenendo un regime terroristico”.

Sul posto è intervenuta la polizia che ha rapidamente spostato il gruppo di manifestanti. Per l’Australia quanto è successo è stato un momento di grande imbarazzo che non riflette gli ideali della società che ha come valori più alti quelli della democrazia. Il deputato Caulfield David Southwick ha per l’appunto affermato: «questi bigotti anti-israeliani ci hanno messo in imbarazzo sulla scena mondiale.

«Ieri ho incontrato una madre il cui figlio è stato assassinato. Lei, come tante altre, ha vissuto il dolore, che è l’incubo di ogni madre, per mano dei terroristi». Non che ce ne fosse bisogno per comprendere, ma forse la ministra Jacinta Allan con poche parole, mette davanti ai nostri occhi un disegno alquanto paradossale: quello dove le vittime vengono condannate e coloro che hanno commesso i crimini sostenuti e difesi.

I manifestanti nell’hotel di Melbourne (nella foto in alto).  Fonte: The Australian Jewish News